I tanti problemi della sanità nell’entroterra al centro di un incontro a Urbino
I tanti problemi della sanità nell’entroterra al centro di un incontro a Urbino
URBINO – Si è svolta ad Urbino, la conferenza dei Sindaci AST1, riunita per la prima volta dopo il recepimento delle linee di indirizzo per la predisposizione del Regolamento disciplinante il funzionamento della Conferenza dei Sindaci delle Aziende Sanitarie Territoriali.
All’ordine del giorno vi erano due punti: il “Regolamento di Funzione della Conferenza dei Sindaci”; la presentazione delle Linee di indirizzo alla base della formulazione del nuovo Atto Aziendale da parte del Direttore Generale AST1, Dott. Alberto Carelli.
Nessun punto all’odg è stato posto in votazione.
Per quanto riguarda il “Regolamento di Funzione della Conferenza dei Sindaci” sono state avanzate alcune proposte di modifica, sostenute anche dal nostro territorio, in merito per esempio al peso dei singoli comuni nel voto all’interno dell’assemblea, alla possibilità di partecipazione pubblica ai lavori dell’assemblea, alla trasmissione in streaming fino allo snellimento delle procedure di intervento in assemblea.
Ampio spazio è stato dato alla presentazione delle Linee di indirizzo alla base della formulazione del nuovo Atto Aziendale da parte del Direttore Generale AST1, Dott. Alberto Carelli, che ha voluto, in primis, sottolineare in cosa consista e la sua funzione.
L’Atto Aziendale non è altro che uno strumento giuridico mediante il quale l’Azienda Sanitaria determina la propria organizzazione ed il proprio funzionamento, delineando gli ambiti della propria autonomia gestionale ed organizzativa, nel rispetto tuttavia dei principi e dei criteri emanati dalla Regione e dalle norme nazionali.
In pratica compito del Direttore è ottimizzare i servizi in funzione del budget assegnato, garantendo la piena funzionalità a quanto previsto dal Piano Socio Sanitario regionale.
Data la situazione nazionale della carenza di risorse economiche e di personale, cogliendo la piena disponibilità del Direttore, come territorio dell’Unione Montana del Catria e del Nerone abbiamo posto alcune questioni circa la preoccupazione in merito al reale funzionamento dei servizi sanitari che verranno effettivamente attivati nelle strutture, al momento previste per il nostro territorio.
Valutazioni circa richieste e/o modifiche, in maniera più puntuale, sono state rimandate alla prossima assemblea, alla presenza degli organi amministrativi regionali.
Peculiarità del nostro territorio è che, pur rappresentando solo il 5% circa della popolazione provinciale, in termini di estensione ne rappresenta ben il 25%, con annesse tutte le problematiche legate alla gestione dell’emergenza/urgenza e delle patologie croniche di una popolazione anziana, che ne caratterizza in maniera prevalente la composizione demografica.
Con particolare attenzione alle strutture sanitarie del Comune di Cagli, riferimento di tutto il territorio dell’Unione Montana Catria e Nerone, è stata occasione per evidenziare le criticità più rilevanti:
la messa in sicurezza della struttura dell’ex-Ospedale Celli che ad oggi risulta non adeguata dal punto di vista sismico ed attualmente sede di n.16 posti di ospedale di comunità gestiti dal Distretto Sanitario, di n. 20 posti di riabilitazione intensiva e di n. 10 posti di lungodegenza post-acuzie gestite dal privato convenzionato.
La richiesta è quella di procedere in tempi rapidi all’intervento di messa a norma, contando sul primo stanziamento di 4 Mln di Euro da parte della Regione, con l’impegno a reperire quanto ancora necessario al completamento dei lavori.
Riguardo alla futura costruenda struttura da 16 Mln di Euro prevista dalla Regione e che ospiterà sia la Casa della Salute che l’Ospedale di Comunità, da parte nostra si è espressa la disponibilità nel lavorare assieme all’AST al fine di poterne garantire la piena funzionalità.
A tal proposito si è espressa preoccupazione circa l’eventuale carenza di personale medico ed infermieristico che ne potrà condizionare la qualità e la quantità dei servizi previsti per questa struttura.
Si è inoltre rappresentata la necessità di un coinvolgimento dei medici di base, rispetto ai quali non ci sembra sia stato avviato alcun percorso di condivisione e dal cui contributo non potrà prescindere il funzionamento della futura Casa di Comunità.
Altro argomento di discussione è stato quello relativo alla criticità del sistema emergenza/urgenza.
In un territorio così vasto diventa irrinunciabile la presenza di una POTES medicalizzata per garantire condizioni di sicurezza ai cittadini.
A tal proposito si è chiesto di rivedere la ripartizione di personale e servizi in funzione di criticità oggettive e di esigenze specifiche dei territori.
Ultimo aspetto su cui ci siamo soffermati è quello del riconoscimento della peculiarità del nostro territorio che ci caratterizza come “area disagiata”, sulla quale lo stesso direttore ha concordato, alla pari di altri territori della Provincia.
Il riconoscimento del nostro territorio come area pilota regionale della Strategia Nazionale delle Aree Interne (SNAI) ne è un’ulteriore conferma, per cui la salvaguardia di servizi sanitari adeguati diventa un elemento imprescindibile di rilancio del territorio.
Confidiamo che queste nostre oggettive istanze, possano essere recepite all’interno del redigendo atto aziendale e che si possano anche tradurre in specifiche istanze alla regione al fine di rivedere e/o modificare alcune scelte a tutela del diritto alla salute di tutti i cittadini, anche quelli che abitano nelle zone più marginali della Provincia.
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