“Le proposte dei giornalisti per migliorare la professione sono da anni inascoltate”
“Le proposte dei giornalisti per migliorare la professione sono da anni inascoltate”
L’intervento del presidente dell’Ordine delle Marche, Franco Elisei, alla conferenza stampa di fine anno del presidente Acquaroli
di FRANCO ELISEI*
ANCONA – Il 2025 è l’anno delle elezioni per entrambi: Ordine dei giornalisti e Regione Marche. E su questo vorrei sollevare subito un rilievo alle forze politiche: la proposta chiesta dall’Ordine nazionale sottoscritta dai venti presidenti degli Ordini regionale per semplificare le elezioni – nonostante le rassicurazioni di alcuni parlamentari e dello stesso ministro Nordio – è rimasta lettera morta, per cui andremo al voto a partire dal 12 marzo con procedure che termineranno a metà aprile. Procedure lunghe e macchinosa oltre che dispendiose.
Le proposte dei giornalisti avanzate per migliorare la professione sono da tempo, anni, lettera morta a Palazzo Chigi, Montecitorio e Palazzo Madama nonostante tante presenze di giornalisti tra i parlamentari e le numerose dichiarazioni dei vertici dello Stato che attribuiscono all’informazione l’importanza costituzionale che merita. E mi riferisco alla riforma delle legga 69 del 63, legge obsoleta, nata con le macchine per scrivere e il piombo dei linotype (oggi tutti scomparsi) non più adeguata ai tempi, che costringe i consigli degli Ordini a interpretazioni ai limiti della norma pur di mantenere una selezione di qualità degli iscritti. Servirebbe invece un unico percorso universitario accanto alle scuole di giornalismo.
Da anni parliamo di momento delicato per l’informazione. E continuiamo a farlo. Ringrazio il presidente in particolare il segretario generale Mario Becchetti, per aver accolto l’emendamento dell’Ordine delle Marche sulla ripartizione dei fondi alle emittenti del territorio, senza i quali probabilmente il pluralismo delle voci dell’informazione sarebbe sicuramente ridotto ad un palmo della mano. E in questo contesto, desta preoccupazione la paventata chiusura di Redattore sociale, l’agenzia di stampa sui temi del disagio e dell’impegno sociale a Capodarco di Fermo.
Una parentesi va aperta anche sul ruolo degli uffici stampa, preziosi in un’epoca in cui sempre più si scavalca la mediazione giornalistica attraverso l’uso dei social network. Mi riferisco a quegli uffici stampa i cui addetti vanno intesi non come meri esecutori ma come interlocutori esperti della comunicazione da cui attingere consigli e strategie opportune. Preoccupazione anche da parte sindacale per l’emendamento stralciato riguardante proprio gli uffici stampa della Regione che auspico, a garanzia dei rispettivi ruoli, venga preso in considerazione.
Ma colgo l’occasione per invitare da qui le amministrazioni locali a trovare anche un modo diverso, rispetto a quello di assicurarsi i servizi giornalistici dietro la firma di contratti a pagamento, che non fanno onore né ai giornalisti né alle amministrazioni. Troviamo altri modi per garantire i servizi che non siano copia e incolla di comunicati vincolati strettamente a compensi pubblici.
Ho detto del momento delicato dell’informazione perché anche il nostro mondo – non solo quello imprenditoriale, si sta confrontano con l’applicazione dell’Intelligenza artificiale, per far sì che sia uno strumento nelle mani dell’uomo e non si sostituisca invece alle mani e alla mente dell’uomo.
Il mondo cambia continuamente e dobbiamo farcene una ragione. E’ cambiato il contenitore ma non deve cambiare il contenuto. Molto dipende dal modo in cui lo si guardi, con quali occhi. Noi vorremo continuare a guardarli con gli occhi di chi è consapevole e responsabile di ciò che scrive, lontano da stereotipi e interessi di parte, senza perdere di vista l’analisi critica e una buona dose di sensibilità.
Come detto in diverse circostanze, l’informazione non è esente da responsabilità. Soprattutto sulle parole giuste da usare nella narrazione. E mi riferisco anche ad alcuni episodi recenti.
L’uso del linguaggio può influenzare la percezione della realtà. Può contribuire a formare l’immaginario collettivo. Siamo chiamati al rispetto deontologico e al rispetto della persona.
Con le parole giuste si possono raccontare fatti delicati senza ricercare come fine l’audience o facili consensi, spesso riposti dietro stereotipi e ruoli superati. L’audience va considerato un giusto riconoscimento al lavoro svolto correttamente e non un fine.
Ed è sempre più necessaria anche una maggior competenza da parte dei giornalisti. Per questo abbiamo firmato un accordo con l’Università di Camerino per un corso di 40 ore di alta formazione sull’informazione scientifica che permetterà ai giornalisti iscritti di avere un attestato di specializzazione in materia. Corso gratuito.
Abbiamo istituito una serie di Corsi di inglese, attuato già ad Ancona e si svilupperà anche nelle altre province, seguito da corsi di livello superiore.
E stiamo valutando di investire in un progetto Europeo che permette di aprire un canale con Bruxelles nell’intento di far conoscere sia alla popolazione sia agli amministratori le opportunità che può fornire l’Unione europea. Questo Ordine intende valorizzare e aumentare un dialogo aperto a tutti: istituzioni, ordini professionali e associazioni.
All’informazione non è solo chiesto di narrare i fatti ma di cercarne le motivazioni e a volte, perché no, di interpretarli anche attraverso un’analisi critica che vuol dire non accontentarsi dell’apparenza. Fornire gli strumenti per comprenderli attraverso la trasparenza, che significa ricerca della verità. La riflessione deve agire come le pietre d’inciampo. Affinché gli errori del passato non si ripetano.
*Presidente Ordine dei Giornalisti delle Marche
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