La nave di Emergency Life Support sta navigando verso il porto di Ancona
La nave di Emergency Life Support sta navigando verso il porto di Ancona
ANCONA – La nave di Emergency Life Support, presente nel Mediterraneo per impedire che i naufraghi muoiano nel nostro mare, sta navigando verso il porto di Ancona.
Le condizioni del mare in questi giorni sono difficili tuttavia, anche questa volta, il Ministero dell’Interno ha assegnato un porto di sbarco lontano dalla zona SAR costringendo la nave della ONG a diversi giorni di navigazione, esponendo i naufraghi ad ulteriori rischi per la loro salute fisica e mentale.
Inoltre la prescrizione del governo italiano, che assegna un porto lontano piuttosto che il porto sicuro più vicino, ha come conseguenza che per molti giorni la nave di Emergency non potrà fare il suo lavoro in mare: quello di salvare vite umane.
Si stima che nel 2024 oltre 1000 persone siano morte nel tentativo di attraversare il Mediterraneo ma probabilmente sono molte di più, si parla di 6 persone al giorno, uomini, donne e bambini che hanno chiamato aiuto e non sono state soccorse.
Ma non basta che le navi delle ONG vengano mandate in porti lontani, il Ministero dell’Interno non le autorizza neppure ad effettuare più di un salvataggio alla volta e neppure a compiere altri salvataggi fuori dalla rotta verso il porto di attracco.
Il decreto flussi approvato dal Senato il 4 dicembre inasprirà ancora di più le sanzioni nei confronti delle ONG e renderà ancora più difficile il loro lavoro.
Emergency è presente nelle Marche con i gruppi volontari di Ancona, Fabriano, Fano, Fermo e Macerata che contribuiscono a diffondere una cultura di pace e sostenere i progetti di Emergency nel fornire cure gratuite e di qualità in 9 paesi del mondo.
Per il terzo anno è stato aperto a Macerata, in via Tommaso Lauri 32 l’unico negozio Emergency delle Marche, dove possono essere acquistati articoli di artigianato, libri, dolci, abbigliamento, gadget provenienti dai paesi in cui opera Emergency, realizzati in modo ecosostenibile in particolare da cooperative di donne afgane, disabili e carcerati.
Inoltre chi lo desidera può indossare un visore tridimensionale con il quale si può salire virtualmente a bordo della LIFE SUPPORT, ascoltare gli operatori della nave ed assistere ad un salvataggio per capire cosa fanno veramente le ONG nel Mediterraneo.
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