A Pesaro chiude anche la storica pizzeria “Otello”
A Pesaro chiude anche la storica pizzeria “Otello”
Il sindaco Biancani: «Assurdo che ancora una volta nessuno si sia fatto seriamente avanti per rilevarla”
PESARO – Prima la centenaria edicola in piazza del Popolo, adesso la storica pizzeria Otello in via Zongo che dopo 70 anni di attività chiuderà le sue saracinesche da questo venerdì. «Una a pochi metri di distanza dall’altra, entrambe in pieno centro storico in una zona ad alta affluenza, e ancora nessun giovane o una famiglia che si sia fatta avanti seriamente per rilevare la pizzeria, diventata negli anni un punto di riferimento per tutta la città. Situazione che fatico a comprendere viste le potenzialità economiche del locale. Temo che il problema vero non sia la mancanza di lavoro ma piuttosto la volontà di investire il proprio tempo e la propria vita in un mestiere».
È quanto detto dal sindaco Andrea Biancani sulla chiusura della pizzeria Otello, preannunciata da circa un anno e che, ancora oggi, non ha trovato alcun successore. «Probabilmente in questi anni abbiamo proposto un modello sociale e lavorativo che non riesce a dare risposte al mondo reale. Il lavoro, quello vero – aggiunge Biancani -, è fatto di sacrificio e fatica ma oggi sembra non essere più un motivo di orgoglio e di realizzazione personale nella vita dei singoli individui. Si prediligono, piuttosto, modelli di guadagno che richiedono investimenti facili e senza fatica, ma il mondo del lavoro è tutt’altro».
Dopo le ultime notizie «è diventata ancor più evidente la situazione di un mancato ricambio generazionale nei locali e negozi del centro storico – precisa Biancani -. Una situazione che esula dal potenziale economico di un’attività e ce lo dimostrano le notizie di questi ultimi giorni; anche le più remunerative faticano a trovare un successore che abbia la volontà di investire in lavori ad oggi considerati “tradizionali” – come le pizzerie o le edicole -. Mestieri difficili, che richiedono sacrifici non indifferenti ma che se fatti con passione e amore portano enormi soddisfazioni economiche e anche sotto il profilo dei rapporti umani». Parliamo di un locale che tramanda tradizioni radicate con un ruolo fondamentale per la comunità, a carico di due generazioni famigliari; prima quella di Otello Fulvi e la moglie Maria nella pizzeria in via Cavour aperta nel 1955. Poi, dal 1969, nel secondo locale in via Zongo a pochi passi da quello attuale. Quest’ultimo gestito dal 1994 fino ad oggi da Gabriele Fulvi, detto “Lele” (figlio di Otello), e dalla moglie Paola.
«Otello, Maria e anche il figlio Lele mi hanno visto crescere abitando a pochi metri di distanza l’uno dagli altri. Pensare che da venerdì quel locale sarà definitivamente chiuso è inaccettabile, per questo non mi arrendo». Poi lancia il secondo appello alla cittadinanza: «Non può passare il concetto che la “crisi del centro” influisca anche su attività che godono di un’ottima “salute” economica. È un alibi che non può più essere utilizzato e non può valere per attività come “Otello”, il cui cavallo di battaglia è la speciale ricetta della pizza che riscontra ancora oggi un grandissimo successo».
Il problema, secondo Biancani, sta nella volontà: «Mancano persone che decidano di mettersi in gioco, soprattutto giovani e famiglie. Salvate un locale – aggiunge – che già ora ma soprattutto nei prossimi anni avrà un giro di clientela elevatissimo». Infatti, per il 2026 è prevista la fine dei lavori al San Domenico (ex mercato delle Erbe, fondi PNRR) che accoglierà gli studenti dell’Università e, parallelamente, termineranno anche i cantieri nella struttura dell’ex Intendenza (cantiere del Demanio) dove sorgeranno uffici e locali, in una zona a due passi da piazza del Popolo.
«Non possono concludere senza prima ringraziare la famiglia Fulvi – ha aggiunto Biancani -, persone speciali che hanno sacrificato molto della loro vita per portare avanti la pizzeria e che oggi, giustamente, si godono una meritata “pensione”».
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