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“Scuola e famiglia nell’era digitale”, incontro con il neuropsichiatra Lorenzo Bassani / FOTO

“Scuola e famiglia nell’era digitale”, incontro con il neuropsichiatra Lorenzo Bassani / FOTO

Appuntamento organizzato ad Ancona dalla cooperativa Il Piccolo Principe

di MASSIMO CORTESE

ANCONA – Nell’aula A2 della Facoltà di Economia dell’Università Politecnica delle Marche di Ancona, per iniziativa della Cooperativa Il Piccolo Principe, si è tenuto un seguitissimo incontro con il neuropsichiatra infantile Lorenzo Bassani, responsabile del Reparto Psichiatria dell’Età Evolutiva e Psicoterapia dell’Ospedale Tappeiner di Merano (Bolzano).

L’incontro. dal titolo affascinante di “Scuola e Famiglia nell’era digitale – A quali sfide rispondere oggi”, è stato seguito da un pubblico consistente: erano presenti in sala anche due giovani mamme: di questi tempi, una vera e propria rarità a livello nazionale.

A fare gli onori di casa è stata chiamata la professoressa Laura Trucchia, docente di Diritto Amministrativo e Pubblico presso la Facoltà di Economia. Trucchia, dopo aver portato i saluti del Rettore e del Preside di Facoltà, nel suo breve intervento ha fatto presente come l’incontro- dibattito ricadesse “su un tema di grande attualità, oggetto di tanti casi di cronaca e dibattiti divisivi”. L’essere immersi nella presente Rivoluzione digitale, tocca tutti: l’attuale realtà, resa evidente dall’emergenza Covid, offre notevoli opportunità, ma al tempo stesso presenta non poche ricadute negative. Basta pensare alle difficoltà avute da molte ragazze e ragazzi al rientro delle lezioni in presenza, dopo un lungo periodo passato ad assistere alle lezioni impartite esclusivamente da remoto. Sulla questione – ha concluso Trucchia- vi è la necessità di intrattenere un dialogo aperto.

Ha preso allora la parola il neuropsichiatra infantile Dott. Lorenzo Bassani, che ha parlato per 43 minuti senza fermarsi mai. Bassani ha subito detto di voler fare il provocatore, e di riservarsi di rispondere alle osservazioni nel dibattito che sarebbe seguito al suo intervento. Con l’intento di riproporre quanto da lui detto, per favorire una immersione totale nelle tematiche affrontate, riporto quanto il dottor Bassani ha detto, senza mediazioni di sorta.

“Generalmente, si ritiene che l’abuso delle tecnologie sia una questione ristretta ai soli adolescenti, ma le cose non stanno proprio in questi termini. La questione infatti riguarda tutti: basta pensare ai bambini che vengono attratti dai tablet dei loro genitori fin dalla più tenera età.

“Oggi il problema è che stanno venendo meno le relazioni, e questo vale anche per gli adulti, come quando hanno a che fare con la gestione del Registro elettronico nella scuola dei propri figli. Sia ben chiaro, io non sono contro le tecnologie. Noi tutti siamo immersi nella Rivoluzione digitale, nessuno escluso, anche se magari non ce ne rendiamo conto. Alzi la mano le persone presenti in questa sala che non possiedono uno smartphone. Dal momento che non vedo mani alzate, il 100% dei presenti usano lo smartphone. Questa cosa è avvenuta pochi anni, precisamente dal 2018, mentre fino al 2007 neppure esisteva lo smartphone.

“L’invenzione della Stampa di Gutenberg e lo stesso affermarsi della Televisione hanno avuto tempi molto più lunghi. Il Panorama sta decisamente cambiando negli ultimi 120 anni rispetto al passato, ma dobbiamo avere ben presente che le tecnologie presentano anche determinati effetti. Mia suocera, che è nata a Montegiorgio, ricorda ancora quando giunse la prima televisione nel suo piccolo centro.

“Ora, noi potremmo dire che lo smartphone sia un telefono più evoluto, ma lo smartphone non è un telefono, e comunque per una minima parte risponde alla funzione del telefono, ma è molto di più. L’ingresso delle nuove tecnologie ci ha portato tutti verso la presente realtà digitale, che è caratterizzata dal fatto che i dati, le nuove informazioni, sono a disposizione di tutti gli individui. A questo punto vi pongo un determinato quesito, che rientra in quella che è l’Economia dell’Attenzione. In estrema sintesi, vi dico subito che i servizi che noi riceviamo non sono a pagamento, almeno nella generalità dei casi.

“Eppure il signor Zuckerberg e gli altri creatori dei vari sistemi informatici sono tra le persone più ricche del mondo, nel senso che non vivono proprio come dei francescani. Ebbene, noi non ce ne rendiamo conto abbastanza, ma paghiamo quei servizi “gratuiti” in qualche altro modo, attraverso la pubblicità e la fornitura dei nostri dati. Paghiamo loro con il tempo e con il livello di attenzione. Eppure il cervello umano è lo stesso di quello di 250.000 anni fa, non è mutato. Pensiamo per esempio alla ricaduta dell’ansia, decisamente presente molto più del passato in particolare nei nostri ragazzi e non solo. In proposito, invito i presenti a leggere due interessanti libri usciti recentemente, Generazione Ansiosa e Irresistibile.

“A questo punto sono il protagonista di un originale siparietto, che vi ripropongo per curiosità e originalità. Qualche parola mi sfugge, anche a causa di qualche vicina che non può fare a meno di commentare le interessanti parole dell’oratore, (anch’io probabilmente farei la stessa cosa, in presenza di una persona di mia conoscenza), alzo la voce e dico “Per favore, mi ripete quanto ha detto, in quanto non ho sentito bene: in sessantatre anni non ho mai fatto un intervento del genere. Per tutta risposta il dottor Bassani non mi dice le parole richiesta, ma mi fa la seguente domanda: Ma lei quanti anni ha? Sessantatre- rispondo- non nascondendo un certo fastidio. E il dottore incalza: Deve sapere che tra le persone che hanno 63 anni il rischio di restare vittima di una depressione riguarda una persona su 5.

“Per depressione intento una particolare condizione di sofferenza protratta per almeno sei mesi, nei quali ci si isola. Invece, il rischio di cadere in uno stato depressivo grave per i diciottenni è di una persona su due. Insomma, l’attuale realtà digitale porta ad una frammentazione dell’attenzione. Dobbiamo essere in grado di conoscere specificatamente le nuove tecnologie, in quanto qui corriamo il rischio di smettere di pensare”.

Dopo 43 minuti di intervento, il dottore si prende una breve sosta e inizia allora il dibattito da lui stesso auspicato. C’è una mamma che ha due figli di 12 e di 4 anni, al maggiore ha regalato il Nintendo, così pensa di controllarlo: ma lo controlla? Molti si chiedono se dobbiamo negare i cellulari fino ai dodici anni, non è che poi i nostri figli si sentiranno dei frustrati?

Il dottore dice: Guardate, i figli delle persone che operano presso la Silicon Valley non hanno lo smartphone subito, come invece noi facciamo con i nostri figli. Interviene una signora che si ricorda quando a sedici anni la sua famiglia acquistò un apparecchio televisivo, mentre un papà comunica che con sua moglie ha deciso di tener lontano i propri figli da molte tecnologie, ma fa presente che molti altri fanno tutt’altra cosa. Interviene un’insegnante che presenta la difficoltò che spesso si accompagna alla gestione dell’ormai famoso Registro Elettronico. Oggi i genitori sono in grado di conoscere i risultati delle interrogazioni e dei compiti scritti dei propri figli ancor prima che costoro riferiscano loro, e questo non è un bene. Si va verso la conclusione.

“Desidero salutarvi lasciandovi una bella notizia- dice Bassani: Oggi si va facendo strada tra i genitori una maggiore consapevolezza, chiamiamola pure sensibilità, dei genitori per la gestione della rivoluzione digitale che coinvolge i propri figli a scuola. E questo è una cosa positiva”.

L’incontro è stato molto bello ed ha lasciato in tutti i presenti una sincera gratitudine per il neuropsichiatra infantile Lorenzo Bassani, che ha reso alla portata di tutti tematiche molto complesse. Bassani ha offerto le chiavi di lettura per conoscere e approfondire la presente Rivoluzione digitale, senza allarmismi, ma al tempo stesso ha messo in guardia da certe semplificazioni e sottovalutazioni che non aiutano certamente. Vorrei concludere allora con un grande ringraziamento alla Cooperativa Il Piccolo Principe di Ancona, che ha organizzato l’incontro: se i problemi esistono, bisogna essere in grado di conoscerli.

(Le fotografie sono di Stefano Sacchettoni)

 

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