E l’alba è lontana, un bel libro di Rosalba Le Favi
E l’alba è lontana, un bel libro di Rosalba Le Favi
di TIBERIO CRIVELLARO
L’amletica domanda intorno l’Amore: esiste o è un surrogato che si potrebbe tradurre in “innamoramento”? Per Dante è “platonico”, per il Leopardi un senso da rimandare “all’Infinito”. Freud lo analizza tra “scena primaria” e nevrosi: una questione tra l’Io, il Tu, Altra/o, squisitamente attraverso l’isteria, o all’eccesso, nei deliri psicotici. Per Andrea Zanzotto, un qualcosa da andare a vedere “Dietro il paesaggio”.
Ma come lo declina invece Rosalba Le Favi? Tra dolcezza, passione e l’ironia ben addestrata simile al Belli ma anche al Trilussa, date le origini sanguigne romane della Le Favi che svolge le tante pieghe dell’Amore in: “E l’alba è lontana” (Edizioni L’Autore Libri Firenze).
Nessuna prefazione ci aiuta nell’analisi della sua raccolta poetica, solo non una notarella introduttiva dell’Editore che, probabilmente, usa in ogni libro pubblicato. Semplicemente uno slogan; grave mancanza etica. A me non guidano per nulla certe introduzioni spesso prezzolate. La Rosalba dolce ma concreta: “Se noi non fossimo/ il destino/ ci avrebbe creati insieme/ con la sua fantasia (…) “Tanto tempo/ è passato, la notte ci/ aspetta tutte le notti/ non facciamo altro/ che dormire sul nostro amore”.
Dolcezza e disincanto per via di “reale”, l’accadimento ineluttabile di cose che poi hanno termine… La passione: “L’attimo nel buio,/ la tua voce/ un sospiro ed è l’immagine/ del tuo orgasmo”. C’è quell’ironia proverbiale popolare del Trilussa che coagulano il sentimento tra: “ verdicchio, radicchio (…) “picchio, picchio (…) “sono solo scricciolo/ piccolo, serio serio/ rampalo dendélo“ (…) E: “Scocca la filastrocca/…sbrocca cocca,/ (…) Lui dice: tuona. / Lei dice, piove./ Lui beve il vino”…e ripete “verdicchio/ verdicchio/ verdicchio (…) Ma è si dolce il falangina quando si spina, giocando con i proverbi.
Nella raccolta di 67 pagine, la Le Favi la racconta lunga, una lunga storia fatta di molteplici episodi, a latere, anche. Con approdo ancora da piaggiare, all’alba? Con gli scuri chiusi o al buio: “La notte ha solo una voce./ È la voce dei tuoi sensi” (…) “Dentro la notte le tue vene mi parlano/ la notte dentro il tuo corpo confonde/ i pensieri del giorno e la luna sorride (…) sei tu che sei dentro la notte/ non vedi, forse la luna, forse il mio corpo, forse/ dentro la notte mi manchi e l’alba è lontana”.
Le Favi Rosalba è alba quando spiaggia perché i figli sono l’amore vero, quello sacro, che non termina. Rosalba è anche colei che da un mucchio di anni cura per la Voce di Mantova la rubrica “Mantova poesia”. L’alba è vicina, poetessa: “Buonanotte dal sangue/ solenne respiro/ torpidi pensieri (…)”. È giorno Signora Rosalba, primavera, estate. Emile Cioran, non da meno del Belli, così chioserebbe: “Sogno a volte un amore lontano e vaporoso come la schizofrenia di un profumo”.
ROSALBA LE FAVI
E L’ALBA È LONTANA
Ed. L’Autore Libri Firenze
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