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Giovanelli: “Perché nel sito Amazon operano solo lavoratori stranieri?”

Giovanelli: “Perché nel sito Amazon operano solo lavoratori stranieri?”

di GIOVANNI GIOVANELLI*

JESI – Il cantiere per la realizzazione del sito produttivo\logistico di Amazon sta procedendo (da quello che si vede ) verso l’ultimazione e ci risulta che si stanno installando le strutture per il  magazzinaggio interno. Da alcuni contatti avuti ci risulta che all’interno siano impegnate squadre di lavoratori provenienti da paesi dell’Unione europea impiegati per il montaggio delle strutture per il magazzinaggio. Incredibile ma vero.

Alcune domande ci vengono spontanee: perché non utilizzare squadre di lavoratori italiani per queste fasi lavorative? Quali sono le condizioni lavorative? Quali contratti collettivi nazionali sono applicati? Quali orari di lavoro? quale formazione hanno ricevuto i lavoratori per lavorare in sicurezza?

Rimaniamo stupiti che per queste fasi lavorative le quali potevano benissimo essere realizzate da lavoratori italiani si ricorra a ditte straniere con personale non italiano! Non va bene. Abbiamo necessità di contrastare la disoccupazione e pertanto ogni occasione lavorativa deve essere finalizzata per l’assunzione di disoccupati del territorio. Chiediamo ad Amazon e alla società Interporto di convocare le parti sociali e gli enti preposti per una occupazione di qualità nel rispetto dei Ccnl e della normativa in termini di sicurezza sul lavoro.

Rimane poi prioritario affrontare alcune questioni collegate all’insediamento Amazon:

Quali politiche di recruiting di manodopera si intendono adottare per favorire l’assunzione di lavoratori locali?  Quali tipo di contratti? Tutti a tempo determinato oppure percorsi di stabilizzazione?

Come affrontare il tema della mobilità per i futuri lavoratori di Amazon e dell’interporto? Come affrontare il delicatissimo tema della mobilità dei mezzi utilizzati per la consegna delle merci in entrata e in uscita?  Il sistema viario (Statale 76 e strada provinciale della Valle Esina) intorno all’insediamento Amazon e interporto già oggi soffre   per l’alta concentrazione di traffico automobilistico e mezzi pesanti.

Se non viene adeguatamente potenziato si rischia il collasso. Basti pensare ai 18 tir all’ora come dichiarato da Amazon nel tratto interporto uscita casello ancona nord (Statale 76).

La strada provinciale della Valle Esina è inadatta già oggi per il traffico veicolare e pesante. Pensare che dei lavoratori la debbano percorrere per raggiungere il sito Amazon\interporto ci pone molte perplessità. E’ sprovvista di illuminazione, banchine transitabili\marciapiedi  e la totale assenza di piste ciclabili.

Occorre da subito programmare interventi per favorire l’utilizzo dei mezzi pubblici e le infrastrutture necessarie.  Ad oggi sono carenti pensiline, le fermate sono difficilmente riconoscibili in quanto non illuminate e prive di segnaletica orizzontale   e mancanza di spazi idonei e insicurezza per la salita discesa dai pullman.

Siamo anche fortemente preoccupati per la situazione sociale: dal tema delle abitazioni, quali servizi  per le famiglie dei lavoratori, (asili nido, scuola per l’infanzia) Come potenziare i servizi sanitari già oggi in forte difficoltà?

La complessità di queste problematiche impone di attivare immediatamente confronti specifici con il coinvolgimento   delle istituzioni regionali provinciali a e comunali, degli enti preposti delle forze sociali e delle  aziende coinvolte  in primis Amazon e Società Interporto.

*Responsabile Cisl Senigallia – Jesi – Fabriano

 

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