Quello di Sacha Naspini è un romanzo da… sottosuolo
Quello di Sacha Naspini è un romanzo da… sottosuolo
di TIBERIO CRIVELLARO
Tra un’esondazione di scrittori più o meno “cult” pubblicati da centinaia di editori di cui molti dovrebbero darsi al sociale, o secondo le preferenze giocare al Monopoli, qualcuno è di buon mestiere, e pochi raggiungono le vette di Heidi e di suo nonno solleticando felicemente le meningi dei lettori, tra questi Sacha Naspini è campione a “riesumare” avvincenti storie popolari spesso a sfondo drammatico; campione italiano dei “massimi” narrante d’ogni piega di usi e costumi (ma anche di beghe) della Maremma. Perché è di quelle parti? Si, ma si potrebbe ben calare in storie sudiste, se avete letto qualche suo bel tomo. A proposito di riesumazioni, viene a “borlotto” con prezzemolo il suo ultimo “Bocca di strega” (E/O Edizioni, semper).
1972, in Val di Cornia, Maremma, c’è chi fa gli straordinari, siano operai, artigiani, coltivatori diretti o indiretti, che consistono nel fare le talpe, ossia il mestiere dei tombaroli, occupazione pericolosa nel senso che si rischia, se presi, il “gabbio”. Il migliore di tutti è il Bardo che nella sua carriera ha creato un super mercato con i proventi del sottosuolo, reperti etruschi preziosi venduti non solo nella Capitale ma anche nella ricca Merica per chi ha milioni o miliardi da spendere. Bardo è il capo indiscusso della banda dei quasi povirazzi; tiene reperti importanti e malloppo al sicuro prima di qualche dividendo quando le acque si chetano. Intanto un putiferio si avvia con l’intromissione dei viterbesi, gente rozza e violenta, mafia laziale in crescendo. Incredibili le scene tra bande di “minatori”.
Il Naspini crea l’effetto di un film di Quentin T. ma senza tocchi carne sanguinolenta. Si contano tradimenti con vendette, brama di soldi facili con tragedie famigliari e un amore assassinato: la moglie del bardo. Il figlio, detto “veleno” impara a dirigere gli excavadoras e gli eventi truci dal padre. Che casini, lettore! Una storia prettamente italiana degli anni del boom economico dove il doppio gioco diventa anche triplo. Intanto molti i falsi creati ad arte ingrossano i musei italiani ed esteri. State freschi se vi numero i tombaroli birichini, e nemmeno quel prete che va oltre l’eucarestia. Mica son fesso.
Tantomeno apro la bocca sul significato di quella della strega. Trovate che incenso il Naspini? Per forza, ogni romanzo è un successo, e ve la butto là: lo scrittore maremmano è ormai tradotto in 50 paesi fuor di stivale. Non provate a contraddirmi che vi chiudo dentro uno di quegli antri a discorrere con le mummie. Ave.
SACHA NASPINI
BOCCA DI STREGA
E/O Edizioni
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