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Ad Ancona si è fatto il punto sulla violenza sulle donne nel nostro territorio

Ad Ancona si è fatto il punto sulla violenza sulle donne nel nostro territorio

di MASSIMO CORTESE
ANCONA – Nel salone San Paolo della Parrocchia della Santissima Madre di Dio di Torrette di Ancona, si è tenuto un incontro dal titolo quanto mai attuale: “Violenza sulle donne nel nostro territorio: facciamo il punto”.
L’importante evento, organizzato dal MASCI (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani) per ricordare il Settantesimo Anniversario dalla fondazione, ha visto la partecipazione del Gruppo Scout Agesci (Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani) Ancona 6, della psicologa e psicoterapeuta Simona Cardinaletti, dal 2000 responsabile della Casa Rifugio Zefiro della Cooperativa Polo 9, di Rossella Papili dell’Associazione Free Woman, di Suor Settimia Orbisaglia delle Suore di Padre Guido, dell’insegnante Giorgia Coppari volontaria presso il Carcere di Montacuto e dell’avvocato Daniele Valeri, membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione Nazionale Avvocato di Strada.
La tematica trattata riscuote un vivissimo interesse, come attesta l’ampia partecipazione di giovani e adulti. Lo si nota dal silenzio che accompagna la lettura del quinto Canto dell’Inferno sulla tragedia di Paolo e Francesca, con cui s’interrompe bruscamente il chiasso tipico dell’età giovanile. Seguono alcuni passi, veramente agghiaccianti, del racconto “Tentazione” di Giovanni Verga, che ci parla di uno stupro ed assassinio di gruppo, le cui parole sembrano scritte oggi, nonostante siano trascorsi centoquaranta anni dalla sua pubblicazione.
Vengono allora chiamati sotto il palco due ragazze e due ragazzi del Gruppo Agesci Ancona 6, che parlano di una serie di iniziative con cui hanno portato avanti un approfondimento sul femminicidio, che si è concluso con la creazione di un podcast, vale a dire di un supporto digitale costituito da episodi audio o video che riguardano il tema scottante della violenza sulle donne. Poco prima degli interventi dei giovani, uno Scout Adulto aveva precisato che l’iniziativa si inserisce in un percorso di autoeducazione permanente che gli Scout devono effettuare, tenendo presente che il tema di quest’anno è “Sperate e piantate semi di futuro”.
Oltre agli incontri con personale specializzato, i giovani sono stati molto colpiti dalla visita allo Sportello Antiviolenza dell’Associazione Artemisia di Fabriano.
Inizia quindi il dibattito vero e proprio. Accanto al tavolo dei relatori, è stata allestita una panchina rossa e due scarpe da donna di colore rosso vivo.
La prima a prendere la parola è la psicologa Simona Cardinaletti, che illustra il progetto della Casa Rifugio Zefiro, che ospita donne vittime della violenza con i loro figli, anch’essi vittime della convivenza forzata con un padre violento. Le Case Rifugio sono strutture ad indirizzo segreto, dove le donne sono assistite da operatrici esperte e da personale che cerca di restituire alle vittime la serenità perduta. Ha poi preso la parola Rossella dell’Associazione Free Woman, la cui missione è quella di aprire un canale di ascolto con le prostitute che vivono situazioni di violenza. Viene quindi introdotto il tema straziante della tratta delle donne, ridotte in schiavitù da coloro che le costringono alla prostituzione.
Viene presentato un breve filmato, nel quale ad esprimersi sono donne che parlano nella loro lingua. Gabriella parla di una vicenda conclusasi con il lieto fine, segno questo che l’assistenza dell’Associazione è stata determinante nel fare uscire la donna dal vicolo cieco nel quale era precipitata. Prende poi la parola Suor Settimia dell’Opera Padre Guido, nata nel 1938, la cui Mensa offre alle persone senza fissa dimora un pasto caldo.
Suor Settimia precisa che l’Opera Padre Guido non ha come propria finalità l’assistenza alle donne vittime di violenza, ma spesso offre l’occasione di un contatto con donne che vivono situazioni di degrado, e racconta allora alcune loro storie.
Ho trovato particolarmente interessante l’intervento dell’insegnante in pensione Giorgia Coppari, volontaria presso il Carcere di Montacuto, dove insegna Letteratura Italiana nel reparto filtro che ospita i detenuti che, per la gravità del loro reato, sono totalmente isolati dal resto della popolazione carceraria.
Nel caso della professoressa e scrittrice Coppari, l’ascolto dei detenuti è motivo di arricchimento. In particolare, viene presentata la vicenda di un ergastolano, che si è totalmente identificato nella figura dell’Innominato dei Promessi Sposi, tanto grande è il male che ha fatto.
Coppari presenta anche la storia di M. che stava per assassinare l’ex compagna, ma non è riuscito a portare a termine il suo proposito criminoso. Secondo l’insegnante, troppo spesso gli autori di questi reati non riescono a prendere consapevolezza della gravità di quanto hanno commesso, anche a causa del modo in cui i mezzi di comunicazione di massa raccontano queste vicende.
L’ultimo dei relatori è Daniele Valeri, da molti anni impegnato nell’Associazione Avvocato di Strada. L’avvocato Valeri lamenta una certa violenza istituzionale, che emerge nell’impreparazione del personale addetto alla protezione delle donne vittime di violenza. Valeri fa presente il caso di una donna alla quale, come risposta al suo stato di smarrimento e disperazione, è stato prescritto soltanto un potente calmante.
Agli interventi, sono seguite le domande che era possibile fare digitando un Codice (il famoso QR Code) o dai presenti in sala.
Come mai le operatrici nella Casa Rifugio sono solamente donne? Perché questo prescrive la legge. Infatti la normativa dispone che i centri antiviolenza e le case rifugio debbono essere gestiti da Organizzazioni di donne, che riescono a comprendere le dinamiche e i meccanismi della violenza. In questo quadro però nulla impedisce che una figura maschile possa risultare di ausilio, soprattutto per i figli che hanno sofferto per la mancanza di una figura paterna di riferimento.
Gli autori dei reati sono dei manipolatori? Sì.
Avvocato, le capita di aver dovuto prendere la difesa degli autori di femminicidio? Sì, la prima volta che mi è accaduto, ricordo ancora che la persona in questione mi ha dato un grande abbraccio, ed io sono rimasto totalmente di ghiaccio.
L’opinione pubblica spesso definisce l’autore di femminicidio come un mostro. Quale è la vostra opinione? Spesso gli Organi di Informazione non aiutano ad inquadrare correttamente la questione.
Voi che andate ad incontrare le prostitute, avete mai pensato di incontrare i loro clienti? No.
Gli Scout che hanno partecipato a vari incontri sulla questione del femminicidio si sono mostrati interessati? Sì, sono rimasti molto colpiti dagli incontri con certe persone.

 

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