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A Falconara una mostra su “La memoria ritrovata”

A Falconara una mostra su “La memoria ritrovata”

Un appuntamento per ripercorrere le difficoltà del ritorno alla normalità

di MASSIMO CORTESE
FALCONARA MARITTIMA – A Falconara Marittima, presso la Sala del Mercato Coperto di via Nino Bixio, da giovedì 26 settembre è possibile visitare un’importante mostra, allestita dai ricercatori Athos Geminiani e Lucia Perazzoli, dal titolo alquanto suggestivo de “La Memoria ritrovata”.
Il periodo storico preso in esame è quello degli anni che vanno dalla liberazione di Falconara Marittima, ancora priva di autonomia amministrativa in quanto facente parte del Comune di Ancona, al 1946, anno in cui va prendendo corpo l’ipotesi di ricostituire il Municipio soppresso dal fascismo nel 1928. La mostra si apre con l’immagine del fotografo polacco Tadeusz Szymanski, che documenta la distruzione di Falconara all’indomani della Liberazione. Tutto è da ricostruire, ma vi è la consolazione dello scampato pericolo rappresentato dalla Seconda Guerra Mondiale.
Il ritorno alla normalità deve fare i conti con una situazione estremamente difficile e la sopravvivenza richiede di affrontare i bisogni elementari, come è dimostrato dalle lettere ed altri documenti presenti nella mostra. Il pane è immangiabile, perché è scuro, umido e di sapore sgradevole, e ciò rappresenta un vivo malcontento e fermento tra gli abitanti: che ne sarà stato di quel bene di primaria importanza per una popolazione affamata?
Poi è la volta dello zucchero, considerato addirittura – udite, udite – un genere di lusso. In particolare, si protesta in Prefettura per la concessione alle pasticcerie di produrre paste zuccherate, mentre sarebbe meglio che la razione di zucchero riservata alla cittadinanza venisse aumentata. Il veterinario provinciale fa notare le difficoltà emerse nella produzione del latte, oltre alle condizioni igieniche disastrose dell’attuale mattatoio. Intanto un’autovettura è stata destinata alle esigenze dell’Ospedale dei bambini, e tutto fa sperare nell’assegnazione di un secondo mezzo di soccorso.
Date le condizioni di vita veramente difficili, moltissime sono le richieste di un sussidio che consenta di vivere dignitosamente. All’inizio dell’anno scolastico 1945/46, come è dimostrato da una fotografia, gli scolari, come era consuetudine, vanno a visitare la Santa Casa di Loreto: in quell’anno il camion è messo a disposizione dal locale Comitato di Liberazione nazionale. D’altra parte, il Provveditorato agli Studi sta lavorando per riappropriarsi delle scuole, occupate in alcuni casi da coloro che non hanno più una abitazione. Altre lettere ci ricordano la piaga dei furti, in un contesto nel quale uno strumento musicale od anche una rete per letti rappresentano una piccola ricchezza. Intanto i soldati tedeschi, che occupavano il Paese, sono diventati i nuovi detenuti, con conseguente adeguamento dei campi di prigionia. Buona parte della mostra si occupa della repressione fascista e dell’opera di epurazione, resasi necessaria dagli avvenimenti storici.
Infine, alcuni documenti attestano le richieste del riconoscimento dell’autonomia del Comune di Falconara Marittima, mentre altri comprovano che alcuni elettori, come quelli del borgo di Castelferretti, chiedono la convocazione dell’assemblea per adottare la decisione di restare uniti al Comune di Ancona.
In conclusione, “La Memoria ritrovata” intende presentarci una realtà lontana ma ancora capace di interrogarci. «Un popolo senza memoria è un popolo senza futuro»: così lo scrittore cileno Luis Sepúlveda sottolineava lo stretto legame che esiste tra il passato, custodito dalla memoria, la comprensione del presente e, quindi, la costruzione del futuro. In un mondo sempre più accelerato, riscoprire la memoria risulta decisivo, affinché l’umanità del nostro tempo non sia condannata a ripetere i propri errori e maturi una ragione in più per desiderare la pace.
La mostra è visitabile all’orario 17.00-19.30 fino al 2 ottobre.

 

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