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Nel centenario della nascita ricordato il giornalista Sirio Sebastianelli

Nel centenario della nascita ricordato il giornalista Sirio Sebastianelli

di MASSIMO CORTESE

FALCONARA MARITTIMA – Presso i locali FabLab di Falconara Marittima, in via del Commercio 4, l’Associazione Pro Castelferretti ha organizzato un evento in memoria del giornalista Sirio Sebastianelli, in occasione dei Cento Anni dalla sua nascita. Egli infatti era nato nel borgo di Castelferretti il 7 ottobre 1924 ed è morto a Roma il 18 luglio 2005. È sepolto a Castelferretti.

Bisogna subito fare una premessa: ricordare Sirio Sebastianelli, noto per essere stato giornalista e scrittore, ma anche vicesindaco di Falconara, poeta e chissà quante altre cose ancora, non è impresa facile. Sebastianelli è stato innanzitutto un uomo di cultura, come è dimostrato dai numerosi libri e scritti da lui pubblicati, ma anche dai giudizi sulla sua persona lasciati da coloro che lo hanno incontrato, in quanto il nostro personaggio, per tante ragioni, suscitava un interesse fuori del comune.

In tal senso, la prima testimonianza è stata data da Athos Geminiani, ricercatore e scrittore, che negli anni ’80 era Responsabile Correttore di bozze del quotidiano l’Unità, dove Sebastianelli è stato per oltre trenta anni Giornalista e Capo Redattore. Nel 1981 Geminiani rimane colpito da una vecchia fotografia, che ritrae delle donne che si scaldano attorno a un falò: sul retro compare la scritta “Cabernardi 1949”. Nel frattempo, Geminiani è chiamato ad occuparsi dell’archivio fotografico dell’Unità, e allora viene a conoscenza dell’autore di quegli articoli, Sirio Sebastianelli, che a volte si firmava anche con lo pseudonimo “Sir. Se.”

Sebastianelli fu inviato dal suo giornale a seguire l’occupazione della miniera di Cabernardi avvenuta nel 1953 da parte dei minatori che lottavano per la difesa del posto di lavoro. La vertenza posta in essere dai Sepolti della Terra, come appunto ebbe a definirli il grande poeta Gianni Rodari, riuscì in quella occasione a concludersi favorevolmente. L’uscita dei minatori dalla Miniera di zolfo, che poi sarebbe stata chiusa dalla Montecatini nel 1959, è stata descritta dallo stesso Sebastianelli nei libri “Senza pentimenti” e “Un cronista nelle Marche – Gli anni difficili del dopoguerra”. Sicuramente i Sepolti dalla Terra, vivi per miracolo, avrebbero desiderato riabbracciare le mogli, le madri, i figli, ma trovarono ad accoglierli solamente i deputati, i giornalisti e moltissimi poliziotti. Sebastianelli raccontò l’intera vicenda, consegnandola alla Memoria e alla Storia, come il ricordo della Vecchina che, sebbene segnata dagli anni, per sette giorni dorme sotto una tenda di fortuna, nell’attesa di poter riabbracciare i propri cari. Viene allora letta in sala da parte di Lucia Perazzoli, moglie di Geminiani ed anch’essa ricercatrice, la cronaca della fine di quella lotta disperata, che si concluse con il trionfo dei lavoratori. Sono pagine struggenti, commoventi, che non tralasciano nulla e che documentano l’alta professionalità del giovane cronista, che descrivono in presa diretta (si direbbe oggi) una vicenda che merita di essere conosciuta. Geminiani ha concluso il suo intervento, lanciando la proposta di un Premio letterario o iniziativa analoga che possa onorare e tenere viva la figura di Sirio Sebastianelli.

A questo punto, Marina Fiorani, Presidente dell’Associazione Pro Castelferretti, dà la parola al Professor Fabio Ciceroni, che, oltre a fare un ritratto di Sebastianelli, commenterà le letture di alcuni suoi scritti, inquadrandoli nella dimensione storica dell’epoca. Come prima cosa, Ciceroni ha ricordato l’incontro con Sirio Sebastianelli, il quale era rimasto incuriosito favorevolmente dai suoi interventi sul Corriere Adriatico, che lo ospitava nella sua veste di Assessore alla Cultura dell’Amministrazione Provinciale di Ancona. In particolare, fu il commento di Ciceroni ad una poesia di Vincenzo Cardarelli che suscitò quell’incontro. Tra i due nacque una perfetta sintonia. Eppure provenivano da realtà profondamente diverse: Fabio Ciceroni era un esponente democristiano, mentre Sebastianelli aveva lavorato per oltre trenta anni all’Unità, organo del Partito Comunista Italiano, e comunque era un uomo di Sinistra. Il momento storico del loro incontro risale ai primi anni Ottanta, peraltro con una strana coincidenza con le ricerche di Geminiani. La sintonia – ha chiarito Ciceroni – è dovuta alla Marchigianità, a quella sorta di Saggezza che risale alla Cultura Mezzadrile ricca di almeno seicento anni di storia, che si è tramandata di generazione in generazione e che appunto ha costituito quella unità d’intenti che ha permesso il dialogo e la conoscenza tra due uomini di estrazione culturale profondamente diversa.

Ciceroni, nel parlare di Sebastianelli, non lo definisce un grande uomo di cultura, come peraltro è stato, ma semplicemente un Grande Amico: migliore definizione non poteva essere trovata. Ciceroni ha precisato che di amici del genere non ne ha incontrati molti, e ha menzionato fra quei pochi Valerio Volpini, Direttore della rivista culturale “Il Leopardi”. Valerio Volpini, che sarebbe poi diventato direttore de L’Osservatore Romano, a sua volta ebbe una corrispondenza trentennale con lo scrittore siciliano Leonardo Sciascia: uomini anch’essi diversi per estrazione culturale.

All’importante intervento del professor Ciceroni, sono seguite delle letture tratte dai numerosi libri pubblicati da Sebastianelli. Pagine vivaci, incisive, vive, mai banali, scritte da un Uomo di Cultura attento a vivere la realtà del suo tempo fino in fondo, come quando per tre anni diresse “Interstampa”, un periodico dell’Area di Sinistra nato con l’intento di preservare i valori e gli ideali del Partito Comunista, che in quegli anni cominciavano ad essere messi in discussione. Addirittura il professor Ciceroni riconosce in alcune poesie di Sirio una capacità profetica, come “Odore di muffa”, in quanto Sebastianelli mostra di avere consapevolezza che la società per la quale ha combattuto sta degradando.

Per Ciceroni, oggi l’impetuoso sviluppo delle tecnologie digitali rischia di condurre verso una diffusa forma di presentismo, cioè verso la convinzione che esista solo il presente, mentre il futuro e il passato sono irreali. In quest’ottica, viene meno la visione del futuro. Vengono lette altre poesie di Sebastianelli, La Peste Scientifica ed Il Serraglio: tagliente la conclusione di una di queste liriche: “L’organetto di mio padre tace per sempre”.

Dopo due ore che sembrano non essere trascorse, davanti ad un pubblico numeroso e attento, in un silenzio interrotto solo da alcuni trilli dell’immancabile telefonino, è giunta l’ora dei saluti. Marina Fiorani ringrazia Tiziano dello Spazio che ci ospita e il Presidente della Banca di Credito Cooperativo di Ancona e Falconara dr. Camillo Catana Vallemani, che ha contribuito al finanziamento per il restauro della Chiesa di Santa Maria della Misericordia di Castelferretti, sulla quale lo stesso Sebastianelli aveva richiamato l’attenzione già da qualche decennio.

Durante l’incontro vi sono stati dei gradevoli intermezzi musicali eseguiti dalla Maestra Katia Luzi e da Sveva e Alessio Giacchetta, componenti del Corpo Bandistico di Castelferretti. Da ragazzo Sirio suonava il clarino nella Banda Musicale di Castelferretti, e questo riferimento è stato messo in evidenza dalla Fiorani. Le letture dei brani estratti dai libri di Sebastianelli sono state curate da Luca Gabrielli.

E’ intervenuta a dare il suo saluto la professoressa Patrizia Greci, Presidente dell’Associazione La Miniera di Cabernardi che, nel ricordare l’impegno di Sirio, ha invitato tutti a visitare il sito. Lo faremo senz’altro volentieri per rievocare un importante pezzo di storia della nostra Regione.

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