Dati export Marche negativi, Casini (Pd): “Ultimi in Italia, ma per Acquaroli va tutto bene”
Dati export Marche negativi, Casini (Pd): “Ultimi in Italia, ma per Acquaroli va tutto bene”
ANCONA – Dai dati export rilevati dall’Istat per il primo semestre dell’anno, le Marche sono la regione che ha la flessione tendenziale più ampia -41,3%, in particolare a causa del crollo della vendita di farmaci alla Cina e al Belgio.
A riguardo è intervenuta la capogruppo del Partito Democratico Anna Casini.
“I dati sono oggettivi e testimoniano la situazione di difficoltà strutturale della nostra regione, e purtroppo non si scorgono neppure all’orizzonte strategie per mitigare la tendenza da parte del governo Acquaroli ” affonda l’esponente dem.
“Da quanto elaborato dalla CGIL si evidenzia inoltre che, depurando l’export regionale dal settore farmaceutico (da sempre locomotiva), la nostra regione è il fanalino di coda del centro Italia, ultima! ”
“I settori della meccanica e delle calzature sono quelli che segnano i dati peggiori: questo dovrebbe far interrogare il governo regionale sulla validità delle azioni messe in campo a supporto delle imprese marchigiane. Ma di cosa ci meravigliamo se per un bando sul sostegno alle micro e piccole imprese artigiane, a distanza di quasi nove mesi dallo scadere della presentazione delle domande, le imprese non sanno se saranno ammesse a finanziamento o meno? Nove mesi” incalza Casini “sono troppi, soprattutto per un settore che è stato il fiore all’occhiello delle Marche e che deve tornare a esserlo.”
“Ciò che mi sorprende è come Acquaroli riesca a far finta di nulla, fregandosene bellamente di come le Marche da regione virtuosa del centro Italia, sia diventata l’ultimo vagone del treno. Per questo penso sia ogni giorno più evidente la necessità di un cambio di governo alla guida della Regione che focalizzi le politiche sul nostro artigianato di qualità che deve essere valorizzato e sostenuto con azioni mirate e non penalizzato con l’incertezza della politica e con i conseguenti lunghi tempi della burocrazia”.
“Ai dati nefasti si aggiunge la questione Beko Europe che tra Fabriano e Comunanza occupa circa 1500 lavoratori tra diretti e indotto e i cui sindacati proprio domani hanno organizzato uno sciopero. Prevenire è meglio che curare: per questo penso ci sia la necessità di chiamare a raccolta tutti gli stakeholder per costruire un nuovo modello di sviluppo e le relative strategie che devono però essere contestualizzate e cucite in modo sartoriale sulle attuali esigenze. Acquaroli” conclude “di fronte a un sistema che si è modificato radicalmente e rapidamente, per cause note a tutti, è rimasto fermo e non ha avuto la capacità, non dico di anticipare perché sarebbe pretendere troppo, ma almeno di accompagnare le imprese attraverso cambiamenti epocali non con lo sguardo alle spalle ma al futuro. Questa è la sua più grave colpa: congelare le politiche per le attività economiche a 5 anni fa”.
Ag – RIPRODUZIONE RISERVATA - www.laltrogiornale.it