ANCONAEVENTIIN PRIMO PIANO

La mostra sul generale polacco Anders per ricordare l’80° anniversario della Liberazione di Ancona

La mostra sul generale polacco Anders per ricordare l’80° anniversario della Liberazione di Ancona

di MASSIMO CORTESE

ANCONA – 496 morti, 1789 feriti e 139 dispersi: questi numeri ci ricordano il sacrificio dei soldati del Secondo Corpo di Liberazione Polacco che, sotto la il Comando del generale Wladislaw Anders, liberarono Ancona il 18 luglio 1944.

Sono trascorsi ottanta anni da quegli avvenimenti, ma la gratitudine della Città di Ancona rimarrà sempre.

Alla Commemorazione del mattino a Porta Santo Stefano, alla quale era presente il Sindaco Daniele Silvetti con le autorità e la delegazione polacca, è seguita presso lo Stadio Dorico, l’inaugurazione dell’importante mostra sul generale Anders.

La scelta del Dorico non è avvenuta a caso, in quanto le truppe polacche erano accampate in quella parte della città: a ricreare quel clima non poteva mancare la rievocazione in uniforme e jeep originali, meglio nota come Polish Parade.

All’inaugurazione della Mostra, pur nello spazio ristretto dell’ingresso monumentale dello stadio, era presente un folto gruppo di cittadine e cittadini italiani e polacchi: il primo a prendere la parola è stato il Ministro Lech Parrell capo della delegazione polacca. Ha fatto gli onori di casa il Presidente del Consiglio Comunale Simone Pizzi, con la fascia tricolore in rappresentanza del Sindaco. Pizzi, nell’esprimere la riconoscenza per l’operato del Secondo Corpo di Liberazione Polacco, ha ricordato un grande cittadino di quel Paese, papa Giovanni Paolo II, molto legato alla nostra Città.

Pizzi ha ricordato gli appelli continui dei pontefici per la ricerca della Pace, specie in questo Momento Storico, caratterizzato da continui venti di guerra.

Veniamo ora alla Mostra su Anders, intitolata “Il Generale dalla terra inumana”, facendo esplicito riferimento alla sua prigionia in Unione Sovietica. Nel 1939 la Polonia si oppone all’invasione russo-nazista del proprio territorio, ma ben presto il generale viene fatto prigioniero dai sovietici. Poi nel 1941, a seguito dell’invasione tedesca in Russia verrà liberato e la nuova situazione politica internazionale gli consentirà di formare un esercito, costituito da ex prigionieri, con il quale combatterà in Italia. Finita la guerra, tornerà in Gran Bretagna, dove si era insediato un Governo in Esilio, che a sua volta verrà disconosciuto dagli stessi inglesi a favore del regime comunista, in quanto la Polonia era entrata nell’orbita dei Paesi del Patto di Varsavia. Anders morirà esule a Londra il 12 maggio 1970.

Desidero riproporre alcuni passi della Mostra.

Il 4 agosto 1941, quando, alle ore 16.00, dopo mesi di prigionia Anders riceve in carcere la visita di due alti esponenti del regime sovietico, che gli offrono una sigaretta e una tazza di the. Il generale intuisce che se i russi sono gentili con lui, è segno che qualcosa deve essere cambiato, e quindi domanda “Signori, sono ancora un vostro prigioniero, o posso considerarmi libero?”.

“Libero” è la fulminea risposta.

Il generale verrà scelto per mettere in piedi un esercito con gli altri ex compagni di prigionia, verrà mandato in Persia, Iraq e infine in Palestina, per avere le necessarie istruzioni per combattere una guerra moderna, e risalirà la Penisola Italiana.

Lo vediamo in numerosi scatti d’epoca e Ancona si vede anche in una vecchia fotografia in via Lamaticci, da dove dominano i resti di una città totalmente distrutta, ma finalmente libera.

Nel frattempo mutano ancora una volta gli equilibri politici internazionali, e il 26 settembre 1946 Anders verrà addirittura privato della Cittadinanza Polacca. Il generale morirà esule a Londra il 12 maggio 1970, ma, per sua volontà, verrà sepolto a Montecassino, nota per il tributo di sangue richiesto proprio ai soldati polacchi.

Nel tracciare un bilancio del Generale Anders, posso dire che è stato un Grande Sognatore, avendo perseguito, anche nei Momenti più difficili, l’idea fissa di Servitore del suo Paese, e non solo del suo, come ha dimostrato con la liberazione dell’Italia. La sua vita è caratterizzata da poche gioie, come la nascita avvenuta il 22 novembre 1950 di sua figlia Anna Maria, già Ambasciatrice a Roma, e da tante Umiliazioni e Sofferenze, prima fra tutte il fatto di non essere più tornato in una Polonia libera e democratica. Ma il tempo è galantuomo, e la Storia gli ha dato ragione.

Alle ore 18.30 è seguito un Concerto dell’Orchestra di Rappresentanza dell’Esercito Polacco, che ha deliziato i presenti con marce marziali e brani tradizionali polacchi e italiani.

Alla Mostra e al Concerto erano presenti alcuni reduci che hanno concorso a liberare la nostra cara Ancona. In particolare, mi ha colpito un signore che camminava speditamente, lungo viale della Vittoria, con l’ausilio di un bastone e con l’assistenza di una signora. Il nostro amico desiderava giungere al Concerto in prima fila, in divisa, come poi è avvenuto.

A lui, al generale Anders e ai soldati del Secondo Corpo Polacco Ancona rivolge la sua perenne gratitudine, nella speranza che si giunga in ogni angolo del Mondo ad una Pace giusta al più presto, perché il tempo, benchè galantuomo, potrebbe non attendere più tanto.

Ag – RIPRODUZIONE RISERVATA - www.laltrogiornale.it