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Le foglie non cadono mai uguali di Maria Teresa Chechile sarà al salone del Libro di Torino / FOTO

Le foglie non cadono mai uguali di Maria Teresa Chechile sarà al salone del Libro di Torino / FOTO

Tante emozioni alla presentazione a Jesi. Molti presenti

di PIERPAOLO MASCIA

JESI – “Le foglie non cadono mai uguali. L’alba di un nuovo giorno”: il secondo libro di Maria Teresa Chechile presentato nel pomeriggio del 4 maggio 2024 a Jesi, nella sala Maggiore del Palazzo della Signoria. Una piccola formazione di tre flauti (Lucia Santinelli, Milena Gianangeli e Arnau Mazzarini) e due clarinetti (Raffaele Catani e Teresa Marinelli) diretta da Attilio Carducci, tutti della banda musicale “G. Battista Pergolesi” di Jesi, ha introdotto l’evento con la composizione “Le foglie non cadono uguali” scritta per l’occasione da Carducci che ha cantato “Oltre l’Arcobaleno” e ha concluso l’incontro con le note del suo flicornino. L’assessora Loretta Fabrizi con delega all’associazionismo, ha preso parte all’iniziativa che si è svolta nel giorno del compatrono della città, san Floriano, ed ha desiderato ricordare i primi mesi del covid “che hanno portato sgomento, smarrimento, dolore nelle persone, quando ci si sentiva granelli di sabbia che si potevano salvare solamente insieme”.

La presidente della sezione di Jesi di Italia Nostra, Costantina Marchegiani, ha apprezzato il lavoro della poetessa-infermiera che è riuscita a rileggere le tristi vicende della pandemia unendole a una grande ricerca di senso. Collegata da remoto dalla città di Agrigento, la giornalista Alessandra Ferraro, direttrice di Isoradio, che ha curato la post-fazione al libro. «Con la pandemia abbiamo scoperto quanto sia importante il prendersi cura dell’altro e le pagine di Maria Teresa sono un invito alla lettura e alla cura reciproca – ha detto la giornalista. – Ciascuno abbiamo un talento da valorizzare e, come Maria Teresa, dovremmo farci accompagnare dalla passione nel vivere ogni giornata. Non è facile scrivere e realizzare un libro quando non è la tua professione, come per Maria Teresa, che con passione, volontà e determinazione ha raggiunto traguardi importanti, aiutandoci a rileggere il periodo del covid19, a partire da marzo 2020, per riscoprire la fragilità e l’unicità di ciascuno».

«Sono emozionata e grata per la vicinanza che avverto in questa presentazione – ha detto l’autrice Maria Teresa – Mi piace pensare che quelle foglie, sia pur scosse dal vento, troveranno sempre terreno fertile per divenire nuova linfa, gettando basi per nuove gemme. Questa è l’essenza del nostro andare. Grazie a chi crede che c’è ancora posto, in questo mondo attanagliato da mille difficoltà, per la poesia». L’autrice ha ringraziato tutti gli ospiti in sala, nonostante le innumerevoli e concomitanti iniziative in città, quanti hanno dato il loro contributo all’evento, il consiglio regionale delle Marche e il comune di Jesi per il patrocinio, la banda di Jesi e l’associazione Italia Nostra, il settimanale diocesano Voce della Vallesina, la direttrice della biblioteca Planettiana Letizia Tombesi.

Nel corso dell’evento, molto sentito e partecipato, Maria Teresa ha voluto mostrare un filmato sul centro vaccinale a Jesi e sui disegni donati dai bambini e dalle bambine e appesi lungo i corridoi dell’ospedale: tutto per fare memoria di un periodo in cui tutti “in silenzio e compostezza marciavamo a passi pesanti e cadenzati”.

Cristina Corradini, soprano lirico, direttrice artistica e organizzatrice di eventi, ha accompagnato l’evento proponendo una selezione di brani a partire da un’Ave Maria dal Thaïs di Jules Massenet. Patrizia Giardini e suo marito, il dottor Marcello Muscoloni, hanno letto alcune parti del libro, in prosa e in poesia, e il dottor Muscoloni ha portato la sua testimonianza di medico di medicina generale e direttore di una unità Usca durante il covid.

Il dottor Mauro Braconi, pneumologo dell’ospedale di Jesi, dove lavora da 18 anni, ha portato la sua testimonianza sul periodo covid che ha affrontato come medico. «Parlare dell’esperienza covid non è facile perché tornano emozioni e sensazioni a volte contrastanti, quasi ossimoriche – ha detto il dottor Braconi – è stata un’esperienza unica e totalizzante, a livello umano e professionale. Durante la prima ondata avevo percepito che il mondo non sarebbe stato più lo stesso, che avrebbe potuto cambiare, come se l’universo si fosse fermato ad osservare gli uomini che avrebbero potuto o dovuto imparare una lezione, mettendo in discussione ciò che si dava per scontato. Ci trovammo in balia della peggiore delle tempeste che ci saremmo immaginati, per l’impatto nella salute e per il condizionamento delle nostre vite». Il dottor Braconi ha condiviso alcuni passaggi di quel periodo drammatico ma nel quale la speranza e la fiducia nelle persone non sono mai venuti meno.

Una testimonianza forte e commossa è stata portata da Marcella Coppa, che durante il covid ha collaborato in prima linea per gli hub vaccinali ed era la coordinatrice degli infermieri di quindici case di riposo dell’A Vasta 2. «Grazie agli infermieri delle case di riposo che sono rimasti nelle strutture per non abbandonare gli anziani» ha detto Marcella Coppa riportando alla memoria il primo caso di covid in una struttura per anziani e tutte le preoccupazioni e le paure di quel periodo in cui non si sapeva come far fronte a quella emergenza impensabile e inimmaginabile.

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Maria Teresa Chechile sarà intervistata da Rai Isoradio nella giornata mondiale degli Infermieri, il 10 maggio alle 12,50; l’11 maggio alle 21 prenderà parte all’evento “I mille volti di una Donna in poesia, musica e lavoro” presso il centro Pergoli a Falconara Marittima e sarà presente al Salone Internazionale del Libro di Torino (9-13 maggio) nello stand della casa editrice Albatros.

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