Deducibilità e versatilità: i due principali vantaggi dei buoni pasto
Deducibilità e versatilità: i due principali vantaggi dei buoni pasto
Il benessere dei dipendenti, noto anche come welfare aziendale, è sempre di più al centro delle strategie e delle politiche aziendali. Un dipendente felice è un dipendente produttivo, per questo motivo molte aziende si stanno impegnando ad erogare fringe benefit ai propri collaboratori per migliorare la qualità della loro vita e aumentare il loro potere d’acquisto. Tra questi spiccano i buoni pasto, apprezzatissimi dai dipendenti e dalle stesse aziende per tantissimi motivi, in particolare la deducibilità e la versatilità.
La deducibilità dei buoni pasto è uno dei principali vantaggi che rende questi benefit appetibili per collaboratori e datori di lavoro. Per prima cosa va sottolineato che i buoni pasto sono deducibili non solo per le aziende, ma anche per i liberi professionisti e per le ditte individuali. I buoni pasto cartacei o elettronici, entro determinati limiti, non concorrono alla formazione del reddito del dipendente. Le aziende, che decidono di erogare i buoni pasto ai collaboratori, possono dedurre completamente il costo per il loro acquisto.
I collaboratori, a loro volta, non devono operare alcuna ritenuta previdenziale o contributiva sul valore dei buoni, che non concorrono quindi alla determinazione della retribuzione imponibile ai fini contributivi. Per le partite IVA o le ditte individuali senza dipendenti i buoni pasto sono comunque deducibili fino al 75%, con un limite del 2% del fatturato.
Va però sottolineato che, a meno che non sia espressamente indicato nella contrattazione individuale o decentrata o nel CCNL applicato, i buoni pasto non sono obbligatori. É a discrezione del datore di lavoro decidere se erogare o meno i buoni pasti ai suoi collaboratori. Perché dovrebbe farlo? Questa domanda ci porta al secondo vantaggio di questi benefit, cioè la versatilità.
Non tutte le aziende hanno a disposizione una mensa aziendale, quindi i dipendenti devono portarsi il cibo da casa o comunque andare a mangiare in qualche ristorante o pizzeria vicino al luogo di lavoro, mettendo mano al portafogli ogni giorno. In alcune aziende invece è presente la mensa aziendale, che però propone menu fissi che non sempre incontrano il gradimento dei dipendenti. In entrambe le circostanze il problema si può risolvere con i buoni pasto, che i collaboratori possono utilizzare come ritengono più opportuno.
Possono ad esempio spenderli nei bar, nei ristoranti e in tutte le attività ristorative convenzionate per consumare il pasto di loro gradimento. Inoltre questi benefit possono essere utilizzati diversamente a seconda delle preferenze dei dipendenti, ad esempio facendo la spesa online o nei supermercati per prepararsi un pranzetto salutare direttamente a casa, oppure facendosi spedire il cibo ordinato a domicilio, in ufficio o in qualsiasi altro luogo di lavoro.
In questo modo si crea un ambiente positivo all’interno dell’azienda, che fa sentire i dipendenti appagati e gratificati che quindi sono anche più produttivi sul lavoro. Inoltre così aumenta l’appeal dell’azienda, che aumenta la fidelizzazione dei suoi collaboratori e risulta più appetibile e attraente agli occhi dei migliori talenti del settore.
Ag – RIPRODUZIONE RISERVATA - www.laltrogiornale.it