I problemi dei Carabinieri affrontati nel corso dell’assemblea sindacale che si è svolta ad Ancona
I problemi dei Carabinieri affrontati nel corso dell’assemblea sindacale che si è svolta ad Ancona
ANCONA – Questa mattina ha avuto luogo presso la sede del Comando Provinciale Carabinieri di Ancona l’assemblea sindacale al fine di accertare le condizioni operative degli uomini e delle donne dell’Arma dei Carabinieri, con il Segretario Generale Nazionale Antonio Nicolosi, il Segretario Regionale Paolo Petracca e la presenza del Comandante Provinciale Colonnello Carlo Lecca il quale ha portato i suoi saluti.
A darne comunicazione è il Segretario Generale Provinciale di Ancona Giuseppe Colasanto, il quale in una breve nota afferma: “continuano a ritmi serrati le assemblee sindacali di UNARMA Asc; il fine è di informare, consultare e confrontarsi in stretta sinergia con la Segreteria Regionale e Nazionale, l’obiettivo è verificare le condizioni di lavoro delle donne e uomini dell’Arma dei Carabinieri in servizio nella provincia di Ancona nel rigoroso rispetto del diritto a partecipare ad assemblee, sancito e regolato dalla Legge 46/2022.
UNARMA ASC, il sindacato maggiormente rappresentativo nella Regione, esempio e riferimento di un sindacato dei diritti, dei valori e del progetto che intende garantire la tutela dei lavoratori attraverso un’azione ispirata ai principi ed alla cultura, ha avuto modo di rappresentare ai numerosi presenti, anche non iscritti, alcune problematiche che riguardano sia gli uffici dei vari Comandi centrali e periferici, con un occhio sempre attento a quegli operatori maggiormente impegnati nel controllo del territorio e dell’ordine pubblico.
L’assemblea ha aperto i lavori con l’intervento del Segretario Generale Nazionale Antonio Nicolosi, il quale intervenendo sul rinnovo del contratto dichiara: “le risorse per il rinnovo dei contratti di forze di polizia e vigili del fuoco sono insufficienti. Il miliardo e mezzo annunciato dal governo, infatti, è parte del Fondo Contratti in legge di bilancio che ammonta a complessivi 5,310 miliardi per il triennio 2022/2024 mentre per il triennio 2019/2021 ammontava a 6,575 miliardi. In più nella relazione del MEF si certifica un incremento delle retribuzioni medie del 5,78% con un’inflazione intorno al 10%. Per questi due comparti – osserva – i contratti del 2019/2021 videro uno stanziamento, al netto degli oneri riflessi, di circa 2 miliardi di cui 1,1 miliardi sul 2021, mentre per il 2022/2024 ci sarebbe 1 miliardo nel 2024 e pochi spicci nei primi due anni”. La tematica della sicurezza pubblica è ormai da tempo al centro del dibattito pubblico e delle priorità politiche, sindacali, accademiche ed istituzionali del nostro Paese. In un’epoca storica caratterizzata da molteplici sfide e incertezze, la sicurezza emerge come un bene soggetto a molteplici fattori che possono metterne a rischio la sua stabilità e la sua efficienza. È essenziale riconoscere il ruolo cruciale che la sicurezza pubblica svolge nella vita dei cittadini, sia a livello individuale che collettivo, rappresentando uno degli elementi fondamentali delle società democratiche e della nostra quotidianità. La costituzione e il mantenimento della sicurezza democratica richiedono un approccio metodologico e analitico rigoroso, che consenta di comprendere le dinamiche e le situazioni che possono metterla a rischio. Ecco perché in questo contesto, il contratto per il personale delle Forze dell’ordine riveste un’importanza fondamentale. Esso non solo migliora le condizioni di lavoro degli operatori, ma contribuisce anche all’efficienza e alla capacità operativa delle forze dell’ordine nell’affrontare le sfide della sicurezza pubblica.
La promozione ed il controllo dell’attuazione dei principi di uguaglianza di opportunità e di non discriminazione tra uomini e donne nel mondo del lavoro sono state illustrate dalla Segretaria Provinciale di Pesaro-Urbino Floriana Casciabanca con delega e responsabile dell’Ufficio per il coordinamento delle donne e per le Pari Opportunità della Segreteria Regionale Marche, attraverso la sua portavoce Francesca Bettella, la quale dopo un breve – excursus – storico e normativo sulla questione delle pari opportunità, ha toccato da vicino il tema delicato delle “molestie sui luoghi di lavoro” nelle sue più svariate forme e sfaccettature, la quale dichiara: “I problemi di violenza e molestie sul luogo di lavoro hanno destato un particolare interesse negli ultimi anni; ciò ha portato a creare numerose pubblicazioni scientifiche e divulgative. A livello sociale la preoccupazione è aumentata e diverse istituzioni politiche e del lavoro, a livello nazionale ed internazionale, hanno pronunciato, attraverso diversi documenti, la loro preoccupazione verso questo problema.
La Convenzione ILO 190 sulla violenza e sulle molestie, 2019 (ratificata dal Senato italiano con legge del 15 gennaio 2021 n.4 pubblicata sulla gazzetta ufficiale n.20 del 26 gennaio 2021) ad esempio pone l’accento sull’identificazione dei pericoli e la valutazione dei rischi relativi alla violenza e alle molestie, con la partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori e dei rispettivi rappresentanti, e l’adozione di misure per prevenirli e tenerli sotto controllo. Il Decreto 81/2008 Testo unico per la sicurezza e salute sui luoghi di lavoro, dice che la valutazione deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori/lavoratrici. Ecco….UNARMA Asc attraverso gli organi centrali dello Stato e la sensibilizzazione della politica, si farà promotrice affinché nel dettato normativo-regolamentare si possa contemplare una valutazione dei rischi di violenze e molestie sui luoghi di lavoro cosicché da implementare eventuali misure per ridurre i rischi e prevenirli”.
I procedimenti amministrativi legati ai benefici previdenziali ed assistenziali spettanti alle “vittime del dovere” sono stati illustrati dal Segretario Generale Regionale Paolo Petracca con particolare riguardo alle ultime novità sulle pronunce giurisprudenziali sull’odioso tema della “prescrizione” nonché la nuova piattaforma per il trattamento informatizzato delle istanze di riconoscimento dei benefici previdenziale e assistenziale per le vittime del dovere a decorrere dal 1 marzo 2024.
I vari procedimenti amministrativi legati ai provvedimenti medico-legali (riconoscimento della causa di servizio, Mod. C ecc.) sono stati illustrati dal Segretario Generale Regionale vicario Giuseppe Palermo il quale sottolinea: dobbiamo intervenire operativamente per prevenire i principali rischi professionali cui è esposto il nostro personale, con particolare attenzione ai tanti colleghi che ogni giorno durante il servizio (ordine pubblico, controllo del territorio ecc.) vengono aggrediti e feriti riportando gravi traumi e lesioni a cui conseguono lunghi periodi assenza.
Particolarmente apprezzati sono stati gli interventi del Segretario Regionale Segretario Regionale Carmine Alborino inteso a sostenere il ricorso gratuito al TAR per i “turnisti”, termine per l’adesione al ricorso necessariamente prorogato al 31 marzo 2024 dalla segreteria nazionale proprio in virtù delle elevate adesioni. Inoltre, a seguito delle criticità riscontrate nell’ambito delle sedi di alcuni Comandi circa la corretta applicazione delle norme che regolano il TAG (Trattamento alimentare gratuito), ovvero per il riconoscimento del diritto alla percezione dei buoni pasto in relazione a tutti i turni per i quali è prevista la loro corresponsione, nonché per il diritto alla percezione delle somme derivanti dai buoni pasto non percepiti, ha illustrato le procedure per un imminente presentazione di un ricorso al TAR Marche.
Il Segretario Regionale Francesco Clemente ha illustrato alcune criticità sul tema della disabilità con particolare attenzione alla corretta applicazione della Legge 104/92, il quale ha dichiarato: il 18 febbraio 1992, esattamente trentadue anni fa, entrava in vigore la “legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti della persona handicappata”. Se vogliamo – come vogliamo – ampliare i diritti delle persone con disabilità è chiaro che bisogna contrastare tutto ciò che crea comunità nemiche delle persone con disabilità. Quindi per il movimento associativo è un imperativo categorico prendere le distanze da chiunque usi i diritti in modo strumentale. Ci sono state delle distorsioni e in alcuni casi, forse molti, la legge 104 è stata vista impropriamente come una possibilità di godere di un permesso per starsene a casa o per andare in vacanza”.
Prosegue il Segretario Generale Provinciale di Ancona Giuseppe Colasanto: “l’attività sindacale di Unarma ASC richiede innanzitutto responsabilità nelle azioni di politica sindacale nonché coraggio nelle scelte e di rappresentanza degli interessi del personale, si occupa di migliorare le condizioni professionali, culturali, economiche e sociali degli iscritti anche attraverso la parità di genere; promuovere gli interessi economici, normativi, giuridici, assistenziali, morali e materiali. In buona sostanza è il prodotto di un ambizioso progetto sindacale che, ereditando e fondendo valori, culture, intelligenze e passioni delle donne e degli uomini che ne fanno parte, rappresenta un punto di riferimento per il potenziamento dell’attività di tutela dei diritti del personale dell’Arma dei Carabinieri. Oggi abbiamo confermato ancora una volta e con forza la grande unione di intenti. Sindacato ha significato sempre di unione, armonia di interessi tra i facenti parte, garanzia di protezione e salvaguardia di interessi generali e, solo indirettamente e di riflesso, salvaguardia di interessi particolari: gli interessi dei singoli lavoratori vengono e dovrebbero essere soddisfatti tramite la soddisfazione dell’interesse collettivo”.
Al termine dei lavori chiude il Segretario Generale Regionale Paolo Petracca: “posso sicuramente affermare e con orgoglio che i rappresentanti delle segreterie delle Marche hanno ormai assunto la denominazione di G.A.M.A. (Gruppo di Auto – Mutuo – Aiuto). E’ inutile nasconderci dal fatto che gli appartenenti alle Forze dell’Ordine e del Soccorso in generale vivono all’interno di culture organizzative improntate alla riservatezza, quando non addirittura alla diffidenza verso persone esterne alle loro Istituzioni, alla repressione della manifestazione delle emozioni, alla credenza che solo loro “pari” possano capire fino in fondo i problemi che vivono sul lavoro o che si determinano nell’interfaccia tra vita pubblica e privata, il cui confine si embrica così tanto da impedire spesso una più salutare separazione tra vita personale e ruolo sociale. Reagire agli effetti stressanti prodotti da un evento psico-traumatico di servizio (interventi operativi in scenari particolarmente cruenti, operazioni di soccorso in caso di gravi calamità, grave vittimizzazione di minori o soggetti particolarmente vulnerabili, esperienza di imminente pericolo di vita..), confrontarsi con le disastrose e durature conseguenze di una “ingiusta” incriminazione, vivere lo stress del ritorno alla normalità per operatori lungamente impiegati sotto copertura in ambienti criminali o gestire la crisi da distacco dall’ambiente lavorativo così particolare e totalizzante come quello degli operatori dell’emergenza che il pensionamento comporta per molti di essi, sono esperienze così tipiche di questi operatori che sarebbe estremamente difficile trovare piena condivisione nell’ambito di GAMA.
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