Gli avamposti longobardi intorno al distretto bizantino di Pesaro e Fano
Gli avamposti longobardi intorno al distretto bizantino di Pesaro e Fano
PESARO – Nell’anno delle celebrazioni di Pesaro come “Capitale italiana della cultura”, mercoledì (27 marzo) alle ore 19, a seguito di un rinvio dovuto alla mancata connessione satellitare, la rete on line no-profit “Adesso Web” di Stefano Battistini manda in onda la conferenza “Avamposti longobardi intorno al distretto bizantino di Pesaro e Fano nella topografia storica coeva”, tenuta dal professor Ettore Baldetti, socio deputato della Deputazione di Storia Patria per le Marche, ente patrocinatore di questa 28a trasmissione mensile di “Storie delle Marche”.
Per l’occasione si ripropone la lettura, rivisitata con commenti ed aggiornamenti, dello studio curato dallo scrivente e apparso nel 1991 in apertura del primo numero della ventennale rivista della Società Pesarese di Studi Storici, “Pesaro città e contà”, nonché nella silloge corredata da illustrazioni, “Strada in Sala”, a cura di Girolamo Allegretti, edita dal Comune di Pesaro.
Sul finire del VI secolo, in una penisola italica spopolata l’odierno territorio marchigiano era quasi completamente abbandonato e per lo più ricoperto da selve e impaludamenti, dovuti alla fine delle operazioni romane di irreggimentazione delle acque e alla periodica tracimazione dei fiumi, conseguenze della sanguinosa guerra Greco-gotica vinta dall’imperatore bizantino Giustiniano (535-553), con le relative distruzioni e la diffusione di peste e malaria, nonché dell’invasione del popolo germanico dei Longobardi, penetrato nella zona nord-orientale dell’Italia nel 568. Il territorio delle Marche centro-settentrionali aveva dovuto ben presto ospitare le sedi avanzate longobarde ai confini con le zone costiere bizantine della Pentapoli, subregione dell’Esarcato ravennate costituita dalle cinque piccole città portuali militarizzate e isolate di Rimini, Pesaro, Fano, Senigallia e Ancona, rifornite via mare o dagli sparuti coltivi circostanti e destinate a permettere il traffico di cabotaggio per navigli fra Ravenna, capitale bizantina e sede arcivescovile, il cui porto era ormai impaludato, e il naturale approdo anconetano per le navi provenienti da Bisanzio.
Tuttavia per la loro vicinanza risultavano uniti i minuti territori di Pesaro e Fano, governati da un magister militum, ‘generale, comandante di un esercito zonale’ o da un tribuno, alla guida di un ‘numero’, un contingente di circa 500 soldati destinato anche al controllo del tratto vallivo metaurense della via Flaminia, indirizzata verso Roma, tramite una deviazione per Gubbio e Perugia, onde aggirare il ducato longobardo di Spoleto.
Per la visione o la registrazione si potranno usare i seguenti links:
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Nelle foto: la Chiesa di San Vitale di Ravenna: mosaico con militari bizantini, l’imperatore Giustiniano e l’arcivescovo Martiniano; il Museo delle Civiltà di Roma, spada longobarda da Nocera Umbra; mosaico del duomo di Pesaro: citazione del committente, magister militum e consul, Iohannes: particolare
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