Il Pantografo di Luigi Squarzina portato in scena a Chiaravalle dalla Compagnia Il teatro del Sorriso di Ancona
Il Pantografo di Luigi Squarzina portato in scena a Chiaravalle dalla Compagnia Il teatro del Sorriso di Ancona
di FABRIZIO ILACQUA
CHIARAVALLE – Un genere molto diffuso negli anni ’60, quando nelle case degli italiani era consuetudine ascoltare la radio: lo sceneggiato radiofonico, o radiodramma. È quanto propone venerdì 1 marzo ore 21, presso il Teatro Tullio Giacconi di Chiaravalle, la Compagnia di Ancona Il Teatro del Sorriso, offrendo al pubblico lo splendido radiodramma “Il pantografo”, una pièce drammaticamente attuale visti i tanti, troppi e inaccettabili incidenti sul lavoro.
Quella del radiodramma è un’esperienza immersiva. Grazie infatti, alla voce degli attori, sostenute da suggestivi effetti sonori e musiche, guidati dalla sapiente regia di Giampiero Piantadosi, lo spettatore potrà ricreare con la propria immaginazione i luoghi narrati e le vicende che compongono l’intreccio del bellissimo lavoro di Luigi Squarzina.
Il “pantografo” del titolo è quella struttura metallica abbattibile sul tetto dei locomotori che, stando a contatto con la linea elettrica dell’alta tensione, alimenta le motrici. Ferrovieri e macchinisti sanno bene quanto sia pericoloso avvicinarsi a quel congegno, e usano la massima cautela quando devono lavorarci per la manutenzione. E sono infatti proprio loro, i ferrovieri, i protagonisti della pièce, tratta da una storia vera, una storia per tanto tempo tenuta segreta. Una storia intensa e piena di suspence, raccontata in forma, appunto, di dramma radiofonico, o radiodramma, genere oggi in disuso, ma, come detto, assai in voga negli anni ’60. Attanazzi e la sua squadra di elettricisti delle Ferrovie arrotondano lo stipendio con dei lavoretti extra al di fuori dell’orario di lavoro, ma un giorno accade qualcosa di inaspettato che li segnerà per sempre.
E dal racconto in prima persona di Quinto, ragazzo all’epoca dei fatti e ora in procinto di andare in pensione, emerge lo spaccato di un’epoca e di una società molto diverse da quelle in cui oggi viviamo, un’epoca che ci appare lontana, ma che segna una tappa importante e significativa nella storia del nostro paese. L’unica cosa a fare da filo conduttore sono sempre le condizioni in cui devono vivere i lavoratori quando svolgono il proprio dovere: ambienti non sicuri da cui troppo spesso originano tragedie che si sarebbero potute evitare.
Insieme a Piantadosi, che oltre alla regia, ha curato anche gli effetti sonori, in scena: Ettore Budano, Alessandro D’Elia, Giovanni Ninivaggi, Riccardo Rossi ed Eva Ricciardi; gestione fonica Alessandra Centanni.
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