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Terra Viva Marche: “Agli agricoltori occorre garantire un reddito dignitoso”

Terra Viva Marche: “Agli agricoltori occorre garantire un reddito dignitoso”

ANCONA – Anche nelle Marche abbiamo assistito in questi giorni a caroselli di trattori  e a manifestazioni di agricoltori indignati  per le modalità in cui viene trattata la agricoltura.

«Proteste legittime  – dichiara Giuseppe Giorgetti Presidente di Terra Viva Marche associazione di agricoltori che fa capo alla CISL  – è inammissibile con tutte le difficoltà che il mercato dei prodotti agricoli  ha manifestato in questi ultimi due anni, pensare a scelte scellerate come quelle di imporre un regime fiscale non più agevolato per l’ agricoltura e una riduzione del uso  di presidi fitosanitari dal 50 %  al 25 %  .»

«L’ agricoltura ha sofferto e sta soffrendo, ormai da anni, anche la crisi idrica,  e ne consegue che le produzioni alimentari di prodotti agricoli non sono quantitativamente elevate determinando di conseguenza scarse rese economiche. – prosegue Giorgetti –  Solo per il grano il prezzo si attesta attorno ad euro 30 a quintale , quanto un quintale di concime ne costa orami più di 70 euro. Questo determina crisi aziendali importanti per gli agricoltori  e mettono a forte rischio fallimento le loro  aziende

«Da ultimo, ma ciò fa parte del progetto comunitario, la messa a riposo di almeno il 4% dei fondi per le aziende sopra i 10 ettari, vuol dire vanificare ogni speranza di guadagno per gli agricoltori che vogliono produrre . – sottolinea il Presidente di Terra Viva Marche – Non possiamo che essere solidali, quindi, con chi protesta, dobbiamo riportare ad un tavolo di confronto tali problematiche  trovando soluzioni che diano dignità a chi opera in questo settore, ma prendiamo le distanza da ogni manifestazione di dissenso che assuma le forme della violenza, dell’estremismo e della strumentalizzazione che sicuramente non giovano ad un effettivo confronto. Il settore nella nostra regione è fatto di tante piccole e medie imprese e ne rappresentiamo circa 500, vanno sostenute perché costituiscono la ossatura della nostra agricoltura, vanno aiutate non con interventi a pioggia ma strutturali, per determinarne la loro crescita ed innalzare la qualità delle loro produzioni.»

«La questione è abbastanza complessa  e la vera sfida è non affossare la PAC ma intervenire accelerando il percorso di revisione di medio periodo e con la giusta flessibilità per ogni paese , perché non è uguale produrre in Francia , Germania , Olanda o Italia , Spagna o  Portogallo – conclude Giorgetti  – Non possiamo infine permettere che si mettano in  contrapposizione agricoltura  ed ecologia. Da che mondo è mondo i primi custodi dell’ambiente sono sempre state le tute verdi  e a queste persone va riconosciuto anche un ruolo di sentinelle  del territorio, perché in questa duplice veste potremmo anche gestire i tanti,  troppi dissesti idrogeologici che periodicamente flagellano i territori di tutta Italia».

 

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