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L’Anmig ha presentato il libro sui cento anni della sezione di Ancona

L’Anmig ha presentato il libro sui cento anni della sezione di Ancona

di MASSIMO CORTESE

ANCONA – Domenica 2 febbraio 1919 nasceva ad Ancona la Sezione cittadina dell’Associazione Nazionale fra Mutilati e Invalidi di Guerra (ANMIG). Nel ricordare l’Anniversario dei 105 anni dalla fondazione, presso la Sala di Studio dell’Archivio di Stato di Ancona, l’ANMIG ha presentato il libro “Una storia, tante storie per educare a cuori di pace”. Il testo, fortemente voluto dall’intera Associazione locale, e la cui pubblicazione è stata continuamente rimandata a causa dell’emergenza sanitaria, è stato scritto a più mani da Alberto Recanatini, Silvana Giaccaglia e Massimo Santilli.

Claudio Bruschi, storico anconetano, ha presentato il testo e coordinato gli interventi degli autori.

“Non è la prima volta che la Sezione anconetana dell’ANMIG pubblica un testo _ ha precisato Bruschi – in quanto in passato sono stati pubblicati il volume che commemorava i Cinquanta anni dell’associazione e alcuni testi sulla struttura architettonica della Casa del Mutilato.

Il primo a prendere la parola è stato lo storico locale Alberto Recanatini, che ha subito espresso la sincera gratitudine per i soldati che hanno profondamento sofferto a causa delle guerre. In proposito, Recanatini ha raccontato un toccante episodio risalente alla Grande Guerra del quale era venuto a conoscenza a seguito di una sua intervista al contadino Rinaldo, soldato analfabeta reduce dal conflitto del 1915-18. Rinaldo aveva raccontato di aver mangiato, in trincea, soltanto riso scotto e scondito. Ai soldati erano state date delle scatolotte, che avrebbero potuto mangiare solo in caso di estrema necessità. Ogni settima, un ufficiale ispezionava gli zaini della truppa e verificava la quantità delle scatolette. Poi venne l’isolamento totale del reparto, e a quel punto, vista la situazione di emergenza, il tenente autorizzò l’apertura delle preziose scatolette. Un soldato, accortosi che stavano per essere attaccati dal nemico, esclamò: “Non è dignitoso morire con la bocca piena”. Lanciarono le scatolette e andarono sul Piave all’assalto del nemico.

Il commento di Claudio Bruschi – la verità sta sempre nelle cose semplici – ha sinteticamente illustrato il significato profondo di questo commovente episodio.

Massimo Santilli ha curato l’archivio fotografico dell’ANMIG, facendo subito presente che mancano le fotografie del periodo tra le due Guerre. Commentare le fotografie è stata un’esperienza unica.

Silvana Giaccaglia, attuale Presidente della sezione di Ancona, nel prendere la parola, ha subito evidenziato l’importanza di tenere alta la Memoria del Passato, compito fondamentale dell’associazione nata nel 1919. A livello nazionale l’ANMIG è stata fondata a Milano nel 1917. Giaccaglia ha offerto una panoramica del libro, che oltre a parlare delle vicissitudini della sezione, racconta le storie personali dei tanti soci, ormai scomparsi.

Non poteva mancare un riferimento alla Casa del Mutilato, per tanti anni sede dell’Associazione. Negli anni 50 e 60 il Salone della Casa ha ospitato i festeggiamenti di tanti momenti felici e, dopo alcune trattative, nel 1977 il primo piano dell’edificio è stato affittato alla Regione Marche, in quanto ha ospitato per alcuni anni le sedute del Consiglio regionale. L’immobile è stato poi venduto nel 1990 alla Regione, ed è auspicabile attendersi che l’Istituzione regionale valorizzi la Casa del Mutilato, dandole una degna collocazione.

Carlo Giacomini, direttore dell’Archivio di Stato, ha fatto gli onori di casa, e ha concluso illustrando il ruolo della sua Amministrazione nella conservazione del Passato.

La presentazione del libro è la prova di come la sezione dell’ANMIG di Ancona sia riuscita a difendere e a diffondere la missione per la quale è stata creata, la necessità di individuare le migliori condizioni per la protezione e l’assistenza ai mutilati e alle famiglie degli invalidi e dei Caduti. Come è stato scritto a proposito della nascita dell’Associazione, ‘la nostra origine fu la trincea, la nostra scuola l’ospedale, il nostro ideale la Patria’.

L’Associazione raggiunge i giovani attraverso il Concorso “Esploratori della Memoria” che coinvolge le scolaresche della regione di ogni ordine e grado.

Perché è dai giovani che bisogna partire, dalle scuole insomma, affinchè vicende come quella del soldato Rinaldo non vengano dimenticate ed anzi rappresentino lo stimolo a costruire un mondo di pace.

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