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Luaj e Anmig hanno celebrato a Jesi la Giornata della Memoria / FOTO

Luaj e Anmig hanno celebrato a Jesi la Giornata della Memoria / FOTO

di PIERPAOLO MASCIA

JESI – La Luaj e l’Anmig hanno celebrato a Jesi la Giornata della Memoria. Tante persone hanno preso parte alla conferenza proposta alla Sala del Lampadario del Circolo Cittadino.

Il presidente della Luaj (Libera Università per Adulti di Jesi) professor Gabriele Fava ha guidato il pomeriggio al quale ha preso parte il sindaco di Jesi Lorenzo Fiordelmondo che, nel suo saluto, ha evidenziato il valore della partecipazione come elemento fondante della democrazia.

Subito dopo il professor Vittorio Massaccesi, a nome dell’associazione Anmig di Jesi, ha offerto una riflessione sulla guerra in Israele, a partire dalla Diaspora e dalla tragedia della Shoah. L’evento è stato organizzato, infatti, con la sede di Jesi dell’associazione Anmig la cui presidente, Beatrice Bartolini, ha avuto un imprevisto ed è stata sostituita dal professor Massaccesi.

La professoressa Daniela Meschini di Macerata, componente del comitato centrale dell’Anmig, ha poi tenuto la relazione dedicata ad approfondire il tema dei bambini e dei ragazzi nella Shoah ed ha presentato le origini e il senso della costituzione dell’Associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra.

Il presidente Fava ha desiderato introdurla ricordando la mostra organizzata dal Comune di Jesi con i disegni dei bambini del campo di concentramento di Terezín, a NordEst di Praga: il Comune di Jesi fu tra le 101 città che accolsero l’esposizione. Appassionata la conversazione della prof. Meschini che ha ripercorso gli avvenimenti della Shoah a partire dalla storia di suo nonno, cuoco, prigioniero tra Albania e Grecia che, dopo aver rifiutato di aderire alla Repubblica di Salò, fu deportato a Dachau, dove vide morire tutti i suoi compagni.

«Il 27 gennaio deve essere messo in primo piano per aiutare tutti a riflettere – ha detto la prof. Meschini – perché antisemitismo e razzismo sono in crescita, riguardano tutti ed occorre una rinnovata capacità di comunicare quanto è successo e lottare contro l’indifferenza verso il dolore altrui. Molti avrebbero potuto dire di no, ribellarsi all’uccisione di tanti. Quello che hanno vissuto le donne ed i bambini è raccapricciante, l’Olocausto è una delle pagine più dolorose e assurde della storia dell’umanità».

I presenti hanno seguito con attenzione le parole coinvolgenti della relatrice che ha anche fatto ascoltare una sua composizione scritta per i bambini per raccontare quei tragici fatti ed ha fatto spesso riferimento alla guerra di oggi, alle sofferenze dei più giovani, ed ha riportato le parole dei testimoni tra cui quelle di Liliana Segre.

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