Storia e gioco: gli antenati dei più amati intrattenimenti
Storia e gioco: gli antenati dei più amati intrattenimenti
Da sempre l’uomo ha convissuto con la necessità di svagarsi, e in ogni epoca si trovano tracce dei più diversi intrattenimenti ludici. Ci sono ottime ragioni per questo, basti pensare allo sport: non solo si tratta di uno svago, ma è estremamente importante per essere fisicamente in forma. Lo stesso può dirsi di tanti giochi, spesso nati e sviluppati a fini di apprendimento: d’altra parte, ancora oggi il gioco è il miglior modo per imparare le più diverse nozioni. In uno scenario del genere, risulta forse un po’ meno sorprendente pensare che molti dei nostri moderni giochi e sport vantano radici antichissime: in forma più o meno riconoscibile, le stesse regole di base nel corso dei secoli hanno da sempre dato soddisfazione alle necessità ricreative di qualsiasi epoca.
Prendiamo per esempio il calcio. In molti sanno che le civiltà precolombiane praticavano un gioco con la palla per molti versi paragonabile al moderno calcio, il Tlachtli: una palla veniva passata tra giocatori che potevano toccarla solo con testa, spalle, bacino e cosce. Se la sfera veniva fatta passare per un anello di pietra, la partita si considerava vinta. Sono testimonianze del XVI secolo, ma la FIFA considera un gioco ben più antico come primo antenato del calcio: il Tsu-chu, praticato in Cina già del secondo millennio avanti Cristo. Era giocato da soldati, divisi in due squadre, che dovevano calciare un rudimentale pallone tra due pali. Anche nell’antica Grecia e Roma era praticato un gioco con la palla che, oltre che col calcio, sicuramente ha punti in comune col rugby. Noto in greco come Episkyros, e poi in latino come Harpastum, due squadre si fronteggiavano passandosi una palla con mani e piedi, allo scopo di portarla sulla linea di fondo avversaria.
Passando a giochi più tradizionali, è decisamente interessante la roulette. Al giorno d’oggi, la roulette ospitata in rete dalle piattaforme specializzate rappresenta uno dei più iconici e amati giochi da casinò: le sue radici però dimostrano come i giochi di casualità fossero estremamente apprezzati anche in tempi antichi, in particolar modo quelli basati sul movimento casuale di una ruota. Già tra Greci e Romani, per esempio, si trovano testimonianze di un gioco tipico delle truppe: una ruota di carro o uno scudo con una freccia venivano fatti ruotare, e alla fine del loro movimento la freccia si sarebbe fermata su un determinato settore precedentemente tracciato. Anche il tabellone con le puntate era già noto nell’antichità: già nel Rinascimento, il gioco di sorte italiano biribissi prevedeva la possibilità di puntare su un numero o più combinazione di numeri, estratti casualmente.
Rimanendo in tema di giochi veri e propri, impossibile non pensare ai giochi di carte: troppi per essere elencati, ma nel corso della storia ben presto dei pezzi di carta sono stati utilizzati a fini ludici. Almeno fin dall’invenzione della carta, tradizionalmente collegata alla Cina del I secolo: dopo mappe e scritti, da ben presto il versatile materiale venne impiegato anche per giocare. Si hanno testimonianza del X secolo che parlano di mezzi di carte distinte per semi e valore numerico, mentre in Europa saranno necessari altri quattro secoli: è alla fine del Trecento che cominciano a comparire i primi giochi di carte, derivanti dai contatti con il Medio Oriente. È in questo periodo che cominciano a diffondersi giochi in uso ancora oggi: è per esempio attestato un gioco persiano con regole analoghe a quelle del poker, mentre qualche decennio dopo si hanno testimonianze di un gioco di carte che, grazie al nome e alle regole, è considerato l’antenato del moderno blackjack.
Vale anche la pena menzionare gli scacchi, intrattenimento decisamente unico nel suo equilibrio tra sport e gioco. Giochi di strategia basati su scacchiere, spesso vere opere d’arte, sono noti in tempi antichi in diverse località orientali: gli shogi giapponesi o gli xiangqi cinesi sono ottimi esempi, praticati da diversi secoli. L’antenato comune parrebbe però essere un gioco indiano, la cui esistenza è attestata almeno fin dal VI secolo: il chaturanga. Sulla scacchiera venivano mossi, secondo regole diverse per ognuno di essi, pezzi diversi per forma e valore, in origine pensati per ricordare unità militari e simulare quindi uno scontro bellico. Come per le carte, anche gli scacchi sono giunti in Europa mediati dalla cultura mediorientale: lo stesso termine scacchi deriva dal persiano shatranj, com’era chiamato il gioco. Si tratta di un termine che contiene la parola usata per indicare il re, shah, e che ha contribuito a fare degli scacchi il gioco “di re e regine” diffusosi con le medesime regole in tutta Europa giungendo ai giorni nostri.
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