Attenzione internazionale sulla poetica di Paolo Maria Rocco
Attenzione internazionale sulla poetica di Paolo Maria Rocco
Pubblicata in Spagna un’antologia di sue liriche e in Italia l’ultimo libro di poesie
FANO – Ogni singola concreta circostanza/, ogni avveduta impresa è luminosa/ stella, hai detto, che saetta, meteora/ infiammata nel rapido tragitto/ : la tenebra s’abbaglia e in un momento/ nel suo declino è spenta/ l’incendiaria vampa: si è così nel cielo/ della terra, un lampo che segnala/ un’effimera esplosione. Ti sia/ nel moto suo inverso di lezione/ che qui la vita, ti rispondo,/ ha un’ascensionale direzione: che cada/ pure da impenetrabili distanze/ la rovente roccia, infine noi si sale/ aspirati ineluttabilmente all’elevazione/ , scintilla nella cappa di un camino/ che s’invola dalla brace per le altezze
Vogliamo iniziare con la proposta di questa intensa poesia tratta dal libro appena pubblicato da Antipodes Edizioni, di Palermo, a presentare gli ultimi prodotti letterari del poeta e traduttore Paolo Maria Rocco, nativo di Napoli e residente a Fano, nelle Marche. Pubblicato nell’ottobre 2023 con titolo «essendo inadeguata ogni parola», è il quarto libro di poesie dell’Autore che ha pubblicato anche altri libri, di saggistica e antologie sulla poesia di poeti bosniaci e balcanici, e sulla poesia irlandese offrendo ai lettori, per la prima volta in Italia, un panorama vasto e significativo di quelle esperienze letterarie dell’Est e del Nord Europa.
La presenza consolidata dell’Autore nella poesia contemporanea si arricchisce, inoltre, della pubblicazione di un’antologia di sue “poesie scelte” pubblicata in Spagna, ancora nell’Ottobre scorso, da Nautilus Ediciones: “Paolo Maria Rocco – En cada estación del recorrido/A ogni stazione del cammino – poemas escogidos 1989/2021” è il titolo di questa importante raccolta di poesie, bilingue per la traduzione di Mariela Cordero, in distribuzione in Europa e nel mondo. Un’antologia che ci fa comprendere del respiro acquisito dall’Autore in ambito internazionale.
Ha un senso essenziale sottolineare i versi della poesia citata in apertura perché propongono una delle cifre interpretative della poetica di P.M. Rocco: la funzione primaria attribuita all’ “esperienza” nell’orizzonte esistenziale di ciascuno in quanto strumento di conoscenza soggetto a modelli attuali socio-economici-culturali che la negano costantemente, fondati come sono sulla accelerazione data alla vita in ogni suo ambito. Ciò compromette la rielaborazione individuale degli eventi che la compongono e il soggetto, quindi, spogliato della sua facoltà di impossessarsi di strumenti idonei a leggere la realtà in continua mutazione, è sempre più costretto ad adeguarsi a quei modelli pervasivi che negano all’individuo consapevolezza delle proprie prerogative e del futuro. Di contro a ciò: Ogni singola concreta circostanza, ogni avveduta impresa è luminosa stella… ci dice l’Autore richiamandoci a riprendere nelle nostre mani i fatti della nostra quotidianità perché anche se il presente appare privato d’orizzonti… qui la vita ha un’ascensionale direzione, noi si sale aspirati ineluttabilmente all’elevazione, scintilla nella cappa di un camino che s’invola dalla brace per le altezze… È questa una delle più belle poesie scritte attualmente nel più vasto panorama della poesia italiana contemporanea: l’Autore sollecita a ricostruire le nostre singolari e collettive esistenze nel saper riconoscere all’Uomo gli obiettivi consoni a restituire alla vita il significato che le è proprio, di esperienza vissuta e non subita, per riprendere la libertà dai vincoli, dalle pastoie, per aprirsi al possibile cambiamento nell’osservanza della centralità dell’Uomo e della Vita come opera d’arte.
“Essendo inadeguata ogni parola” è per queste ragioni un libro essenziale nell’indagine che si dà alla Poesia di cogliere ciò che è vita dell’individuo singolo e delle realtà storiche, nell’elaborazione di una visione del mondo quanto mai efficace e risolutiva nelle poesie di P.M. Rocco che ci consente di “ricostruire dall’interno della coscienza – come è stato scritto nella Postfazione di Autori Vari al volume – le motivazioni dell’agire, che è anche nostro, nei confronti di se stessi, dell’altro, del mondo”. Non per altro in epigrafe vi è segnalata una citazione da G. Agamben sul concetto del contemporaneo e sulla opportunità che è data di saper leggere la contemporaneità: il poeta guarda nel buio del presente e «riesce a scorgerne l’inesitabile luce (…) il buio del presente proietta la sua ombra sul passato e questo acquisisce la capacità di rispondere alle tenebre dell’ora»:
(…). La suggestione/ d’incerti territori sfuma/ dai contorni del reale, si dispone/ all’accogliente visione del tutto/ e della parte acché s’illustri/ l’umana condizione negata nel tempo/ e nella storia, vaga di vita percezione
e, ancora:
(…) così io m’incammino senz’ombra/ né pensiero, incorporeo m’addentro// ché mi conduce il raggio di là/ dal mondo, nello specchio/ della vicenda tra buio e luce umana/, nel giorno, nella notte, nella desolazione/ d’una scena urbana, di solitudine/, tributo dell’uomo all’inquietudine/ nell’età dell’incertezza universale, e filtro/ per contrasto l’esperienza/ d’un campo di papaveri ch’esplode/: si fanno insieme scienza (…)/
e:
(…), non è tardi hai convenuto/ per metterti in quei passi, in quelle vette/e poi condurti dove vorrà, ovunque non vada/ perso il tarlo della memoria, intesa/ a generare della lotta tra cielo e terra/, perseverante tra spirito e materia, il mito
È questa anche la visionarietà cui attinge il poeta per contestare lo stato delle cose – con quest’ultimo libro tracciando una piena coerenza con i contenuti dei suoi primi tre libri di poesia -, per opporsi radicalmente al discorso pubblico della ragione tecnica che fa strame dell’esperienza esistenziale e di quei conformismi ideologici che imbavagliano le coscienze. Il Poeta ci conduce nel fuoco della contemporaneità affrontando liricamente questioni della più stretta e drammatica attualità con la consapevolezza dell’uomo nel quale scopriamo che (da Postfazione) “proprio per questo suo immergersi negli aspetti e nelle figure del reale – dove la meditazione si amplia alla politica nel suo divenire tumultuoso – c’è un accostarsi in forma estetica alla vicenda del vivere: tra ricerca letteraria e autenticità umana si suggeriscono le ragioni della forma e quelle della testimonianza nella quale la parola indaga sulle proprie scansioni interne restituendole alla lettura in forma di poesia”:
ti metto qui/ su questo rigo per proteggerti/ dal freddo della morte – che allestisce/ il suo spettacolo sontuoso/, il suo sfacelo! – e dalla cannonate. Qui/ puoi rimanere per aggiornare/ il registro delle cose andate, colonne/ di fumo nero, carcasse/ d’automezzi militari incenerite, corpi/ riversi sulle strade. No, non aspettare/ il grido che s’eleva dalle barricate/, dai palazzi sventrati, dalle lacrime/ sui volti, dai cuori spezzati: la questione/ è già posta (… la question que vous/ avez posée): Y-ât-il/ des incompatibilités?/ (…)
Paolo M. Rocco è fedele alla verità della poesia, là dove, diceva Hölderlin, le idee eterne che esistono in ogni uomo si disvelano tornando a vivere in forma intuitiva, per immagini rivelate, le sole in grado di aprire lo spazio del significato dentro la realtà presente immemore di sé. È in questa direzione che le sue poesie sono tese a ridestare il senso del sacro e della libertà, l’armonia del mondo; di ciò ancora ci parlano anche le sue poesie nelle quali l’altezza dei moti del cuore assume i toni e i modi di una inesausta bellezza come nella lirica sul cimitero e sul sepolcro:
(…). Porge/ a volte una carezza un alito/ di vento, sale dal letto del riposo// un profumo inebriante, e sul giaciglio/ il manto delle vinte foglie, stanche/ ripara dal freddo il ricordo, la visione/ che s’eleva dalla coltre della terra// tra i filari delle tombe e tiene avvinto/ il pensiero alle amate e vive spoglie/, il sentimento che rivela/ un cuore di dolore affranto, tanto// di mestizia intriso quanto l’incanto/ s’invera d’un dialogo di gesti e variegati/ accenti (…)
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