Domenica a San Costanzo l’ultimo concerto della XVII edizione di “Castelli d’Aria”
Domenica a San Costanzo l’ultimo concerto della XVII edizione di “Castelli d’Aria”
SAN COSTANZO – Domenica 5 novembre, il settimo e ultimo concerto della XVII edizione di “Castelli d’Aria: in itinerari organistici nella val Metauro e Cesano”, si svolgerà a San Costanzo. Il centro storico, ancora circondato dalle mura malatestiane risalenti al XIV e al XV secolo, si pregia tra l’altro di un importante ed attivo Teatro storico “della Concordia”. Il borgo è ricco di storia e tradizione, documentati anche dalla centenaria Sagra Polentara, la più antica sagra delle Marche. Assolutamente da visitare, infine, è l’elegante palazzo nobiliare dei conti Cassi, con la Quadreria Comunale e la Sala archeologica annesse, che il Comune di San Costanzo terrà aperto per l’occasione nel pomeriggio di domenica.
Lo spazio che ospiterà il concerto, programmato come di consueto alle ore 18.15, è la bella chiesa di Sant’Agostino, che possiede un bellissimo strumento costruito dall’organaro veneziano Gaetano Callido nel 1788, recentemente ripristinato dopo molti anni di abbandono. Il m. Vincenzo Ninci, docente presso il conservatorio di Udine, presenterà belle pagine tratte dal repertorio organistico coevo, che valorizzeranno le ricche armonie dello strumento. Come di consueto, “Castelli d’Aria” propone al suo pubblico occasioni di approfondimento di ciò che ruota intorno all’evento. In questo caso, alle ore 17.00 presso la stessa chiesa de Sant’Agostino, l’organista ed organaro Eugenio Becchetti, artefice degli interventi di recupero dello strumento, terrà una relazione dal fascinante titolo: “L’organo visto da dentro, appunti di manutenzione”. Strumento assai complesso e apparentemente delicato, l’organo è in realtà una macchina molto robusta che di norma, se sottoposto ad ordinaria manutenzione, può assicurare secoli di onorato servizio. Uno strumento “abbandonato” è spesso più recuperabile di uno sottoposto durante la sua storia a interventi inconsulti al fine di adeguarlo alle “mode musicali” o addirittura per liberare spazio da destinare ad altri scopi. Nella gran parte dei casi gli strumenti “dimenticati” necessitano di semplici interventi di pulizia, regolazione della meccanica ed accordatura per tornare ad assolvere dignitosamente il proprio compito ed anzi restituire integre le caratteristiche con le quali furono concepiti.
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