Unione Popolare: “I tristi primati delle Marche sul lavoro”
Unione Popolare: “I tristi primati delle Marche sul lavoro”
ANCONA – Durante il recente partecipato convegno organizzato da Unione Popolare per presentare due proposte di legge di iniziativa popolare, sul salario minimo a 10 euro lordi indicizzati e sull’introduzione del reato di omicidio sul lavoro, sono stati svelati alcuni dati sul lavoro nelle Marche.
Sul totale delle assunzioni, quelle a tempo indeterminato sono una quota molto ridotta (11,2%); la tipologia contrattuale più applicata è il contratto a termine (36,8%), seguito dal contratto intermittente (18,15%).
Il part-time incide per il 35,1%, ma tra le nuove donne assunte il ricorso al tempo parziale rappresenta ben il 48,3% delle assunzioni.
Le attivazioni di contratti in somministrazione sono superiori alla media nazionale (13,1% contro 11,9%).
“Nella nostra Regione – si legge in un intervento dell’Unione Popolare di Ancona – assistiamo in questo secondo trimestre 2023 a un dato peggiore della media nazionale per la diminuzione di forza lavoro. A farne le spese ancora una volta sono le donne. Uno degli obiettivi dichiarati del PNRR è il rilancio dell’occupazione femminile: nelle Marche ci troviamo di fronte a una perdita assoluta di 6.000 unità di lavoratrici.
“A fronte di questi dati, affermiamo che la ripresa nelle Marche non possa essere consegnata alla ricostruzione post-sisma o ai bonus fiscali! Sono necessari momenti di approfondimento e di proposta per la nostra regione.
“Come Unione Popolare riteniamo sia necessario un serio Piano Industriale Regionale, con il quale la sfera pubblica indirizzi e coordini una proposta di sviluppo sostenibile, proprio sulla scia dei dettati europei e del PNRR: ma nel contempo, a fronte della crisi a scacchiera di varie produzioni, è necessaria la via degli scioperi che facciamo convergere in momenti di lotta intercategoriali le molte vertenze in corso sui diversi livelli dell’occupazione, nella sanità, nella scuola, nell’abitare, per un aumento significativo dei salari e delle pensioni. Lo stesso governo dichiara che vuol affrontare il dramma del lavoro povero con il rafforzamento della contrattazione collettiva: e allora che i sindacati si battano per aumenti non inferiori ai 200 euro mensili uguali per tutti!
“In questa prospettiva Unione Popolare c’è e darà il proprio contributo di proposta e di lotta!”, conclude la nota.
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