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La mostra dedicata ad Alberto Burri riaccende Ravenna

La mostra dedicata ad Alberto Burri riaccende Ravenna

di VINCENZO PREDILETTO

RAVENNA – Le tante aspettative, da parte di studiosi critici ed appassionati d’arte, anche personali peraltro, di poter partecipare  ad un prestigioso evento artistico e culturale di livello internazionale sono state ampiamente avvalorate dall’inaugurazione – venerdì 13 ottobre – della splendida mostra “BurriRavennaOro” dedicata al maestro umbro Alberto Burri, allestita con cura passione e professionalità al Museo d’Arte della città di Ravenna nell’ambito dell’VIII edizione della Biennale di Mosaico Contemporaneo.

La relativa conferenza stampa in anteprima nella suggestiva terrazza della Loggetta Lombardesca è stata introdotta da Fabio Sbaraglia, Assessore alla cultura e al mosaico, il quale dopo aver dato il benvenuto al pubblico dei giornalisti ed ai relatori presenti al tavolo ha precisato che la mostra è stata realizzata in collaborazione con la Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri di Città di Castello (PG) e con l’Archivio Francesco Moschini Architettura Arte Moderna Roma, grazie al proficuo sostegno del Progetto del Ministero del Turismo per la valorizzazione di Ravenna Città del Mosaico, nonché della Regione Emilia-Romagna, della Fondazione Raul Gardini, della Fondazione  del Monte di Bologna e Ravenna, di Romagna Acque Società delle fonti e di Vernice s.r.l. Subito dopo anche il Presidente del MAR, dr. Mauro Brighi, ha voluto ringraziare caldamente tutti gli Enti organizzatori ed i preziosi sponsor per aver creato un allestimento di forte interesse culturale e di sicuro richiamo nazionale ed internazionale considerata la caratura dell’artista di Città di Castello, lasciando poi la parola al Curatore della mostra, prof. Bruno Corà. Questi, nel suo intervento critico sul particolare ed intenso rapporto artistico di Burri con Ravenna a partire dagli anni Ottanta e sulle opere significative – circa 100 – ,  esposte nelle varie sale dei due piani del MAR, dopo aver descritto sinteticamente sia i sacchi, i cretti ed i grandi cellotex dipinti ad acrilico di color nero sia le opere grafiche di intensa forza cromatica e di immediato impatto visivo estetico ed emozionale per ogni visitatore che si muoverà lungo l’articolato percorso espositivo, ha voluto sottolineare che Burri si può definire un artista atemporale che ha cercato sempre il dialogo costante ed appassionato con l’Arte e la Storia di epoche precedenti, instaurando un rapporto fecondo con la comunità ed il territorio, in particolare ispirandosi alla cultura e tradizione musiva nata a Bisanzio e sviluppatasi a Ravenna con i numerosi capolavori che rendono unica ed attrattiva la città romagnola.

La serie degli interventi di presentazione della mostra è stata chiusa dal discorso del Direttore del MAR, dr. Roberto Cantagalli, il quale ha auspicato che la mostra arricchita da un’area multimediale sulla biografia e l’attività creativa di Burri, i progetti e bozzetti ideati per la committenza Gardini nei primi anni Novanta  nonché alcuni filmati che riprendono il maestro umbro al lavoro nella realizzazione della gigantesca scultura “Il grande ferro R” a Pala De Andrè (  di cui è esposto un modellino) e di alcune opere “Nero e Oro” ispirate all’oro tradizionale del mosaico bizantino, insieme al prezioso catalogo pubblicato da Sagep Editori, possano favorire una maggiore conoscenza e valorizzazione di tutta la storia artistica di Burri, considerato giustamente uno dei più grandi artisti europei della seconda metà del Novecento. Come già espresso prima dal prof. Corà, il Direttore Cantagalli per avvalorare il fil rouge che legava il famoso artista umbro a Ravenna ha citato e salutato lo storico dell’arte ed ex direttore del MAR Claudio Spadoni, seduto in prima fila, ricordando che fu proprio lui ad invitare Burri a Ravenna nel lontano 1988 per una mostra al refettorio di S. Vitale, oggi Museo nazionale, dove il Maestro realizzò un ciclo di dipinti su cellotex “Neri a San Vitale” corredato da una nutrita serie di opere grafiche, che dopo 35 anni sono ora ritornate dalle collezioni della Fondazione Albizzini di Città di Castello per essere esposte nelle sale del MAR. Alla fine dell’applaudita e partecipata conferenza, tutti i presenti si sono avviati all’ingresso del primo piano, accolti da  un  bel poster a figura intera dell’artista, dando inizio ad una visita accurata ed apprezzata che ci ha davvero sbalordito per il valore e la bellezza delle opere e per lo stimolante percorso espositivo.

La mostra sarà aperta al pubblico dal 14 ottobre al 14 gennaio 2024.

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