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Gli emigranti di Slawomir Mrozek al Teatro Panettone di Ancona

Gli emigranti di Slawomir Mrozek al Teatro Panettone di Ancona

di MASSIMO CORTESE

ANCONA – In occasione della Giornata del Migrante, su iniziativa del Consolato onorario delle Marche della Repubblica di Polonia, presso il Teatro Panettone di Ancona, è andato in scena ‘Emigranti’ del drammaturgo polacco Slawomir Mrozek.

Due individui che si trovano a vivere nel sottoscala di un palazzo confrontano le loro esistenze in un serrato “botta e risposta”, fatto di continue contrapposizioni. A poco a poco, viene fuori la personalità di ciascuno: per uno il desiderio più intenso è ricongiungersi agli affetti più cari rappresentati dalla famiglia e dai figli, mentre l’altro spera in una affermazione letteraria. In fondo della loro sorte non importa niente a nessuno, tanto che alla fine uno dei due decide di impiccarsi e allora l’altro, per nulla sorpreso, lo invita a scrivere una lettera da lasciare ai familiari.

Dopo aver completato la missiva, l’aspirante suicida cambia idea. Entrambi vivono un senso di estraneità nei confronti del Paese che li ospita, in una condizione di profonda emarginazione, quasi di segregazione e solitudine, in uno stato di disperato disagio. Ben presto prenderanno coscienza di inseguire dei sogni irrealizzabili, e allora finiranno con il distruggere le banconote messe faticosamente da parte, e con lo strappare i fogli che contengono lo scritto del quale il compagno andava tanto fiero: questi gesti estremi stanno a dimostrare che per ciascuno dei due è morta persino la speranza in un avvenire migliore.

La bella opera teatrale, magistralmente interpretata da Riccardo Barbera e Roberto D’Alessandro merita di essere diffusa e apprezzata. Tocca con delicatezza e profondità la radice del dramma dell’emigrazione. I migranti dei nostri giorni vivono un’esperienza traumatica accompagnata da un processo di lutto, più o meno elaborabile. Lasciare il proprio paese risveglia sentimenti di perdita e di sradicamento che possono provocare una crisi che potrebbe sfociare in una vera catastrofe, così come è avvenuto ai due personaggi dell’opera.

L’immigrazione però in qualche caso può tradursi in un’evoluzione arricchente, una vera rinascita rigeneratrice. L’opera teatrale, molto attuale e quindi decisamente profetica, ci ha mostrato il lato crudo dell’immigrazione. È anche vero che, se ben gestita, può costituire un’opportunità per i paesi ospitanti e per i migranti stessi laddove le politiche facilitino l’integrazione sociale ed economica.

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