“Mai più tagli alla sanità”: una proposta di legge del Pd
“Mai più tagli alla sanità”: una proposta di legge del Pd
ANCONA – Lo scorso aprile, in occasione della approvazione del Documento di Economia e Finanza 2023, la Fondazione Gimbe ha dimostrato come il governo Meloni stia procedendo sul definanziamento della sanità. Dall’accurata analisi del Def, infatti, emerge che il rapporto tra la spesa sanitaria e il Pil, dal 2025 si attesterà al 6,2%, toccando livelli sensibilmente inferiore a quelli previsti prima della pandemia da Covid-19. Inoltre, lo stesso documento, certifica una spesa sanitaria di 131.103 milioni di euro, inferiore di quasi 3 milioni rispetto ai 133.998 milioni di euro previsti dall’ultima Nota di aggiornamento Def 2022.
A questa situazione il gruppo assembleare del Partito Democratico delle Marche risponde con una proposta di legge al Parlamento a prima firma del capogruppo Maurizio Mangialardi, che mira a introdurre alcune modifiche al decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 in materia di finanziamento della spesa sanitaria finalizzate a garantire le esigenze di pianificazione e organizzazione del Servizio sanitario nazionale. L’obiettivo è innalzare al 7,5% la spesa sanitaria in rapporto al Pil.
“Siamo molto preoccupati – afferma Mangialardi – dall’orientamento che sta prendendo il governo Meloni in tema di sanità pubblica. Una preoccupazione condivisa anche dalla bella manifestazione indetta da Cgil, Cisl e Uil sabato scorso, che ha portato tanti cittadini a chiedere maggiori risorse per la sanità pubblica. Questa proposta di legge, che il Partito Democratico sta depositando in tutti i consigli regionali d’Italia e che è già stata calendarizzata all’ordine del giorno in Piemonte, Toscana, Emilia Romagna, Umbria e Liguria, mettiamo a disposizione del Parlamento un testo che invita a prendere atto degli sconvolgimenti portati al sistema sanitario dalla pandemia e a investire per un forte rilancio della sanità pubblica. Abbiamo la necessità di invertire la tendenza intrapresa dal governo nazionale, che nonostante l’ingente mole di risorse europee stanziate dal Recovery Fund e programmate dal Pnrr, sta riducendo la spesa per gli investimenti e l’assunzione del personale, limitandosi solo a coprire i costi del caro energia e dell’inflazione. Purtroppo, gli effetti di queste scelte li stiamo già vedendo nella discussione del nuovo Piano Socio Sanitario Regionale: un libro dei sogni che mentre fantastica di aumento dei servizi non mette un solo euro in più rispetto ai precedenti anni. Non è difficile capire che, a queste condizioni, la nuova pianificazione non sarà in grado di risolvere problemi strutturali come quello legato alle liste di attesa, che spinge sempre più persone a non curarsi perché non in grado di sostenere il ricorso alle cure nelle strutture private”.
“La nostra – aggiunge il consigliere Romano Carancini, vicepresidente della IV commissione Sanità e Politiche sociali – è una proposta realistica. Tanto è vero che alcuni consiglieri regionali del centrodestra ci hanno già manifestato la loro approvazione. Ed è facile capire il perché: chi oggi è al governo di qualsiasi Regione, comprende bene le difficoltà create dai tagli alle risorse finanziarie nazionali operati dal governo Meloni. Basti dire che la spesa sanitaria prevista nel Def approvato dal consiglio dei ministri lo scorso aprile prevede una progressiva riduzione delle risorse per la sanità portando il rapporto rispetto al Pil al 6,3% nel 2024 e al 6,2% nel 2025 e nel 2026. Una scelta in controtendenza rispetto ai maggiori Paese europei, che al contrario continuano a prevedere incrementi. Sono dati che devono fare preoccupare i marchigiani, dato che a breve andremo a votare in aula il nuovo Piano Socio Sanitario Regionale. Infatti, è evidente che i tagli nazionali saranno scaricati in percentuale sulle Regioni. Sentiamo continuamente la maggioranza parlare di aumento di servizi, ma con quali risorse saranno finanziati se il Fondo nazionale sarà ridimensionato rispetto agli anni precedenti? È evidente che il 2,5% oggi assegnato alle Marche, in termini assoluti consisterà in una cifra di molto inferiore rispetto a quella stanziata negli anni precedenti. Noi chiediamo al Parlamento fare una scelta politica e dimostrare di aver appreso la lezione impartita dal Covid, ma anche di prendere atto e di correggere gli sprechi e le inefficienze dei sistemi sanitari regionali per recuperare quei 20-21 miliardi che occorrono a raggiungere il 7,5% della spesa regionale rispetto al Pil”.
Ag – RIPRODUZIONE RISERVATA - www.laltrogiornale.it