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Il Collettivo Chiaravallese per le donne invita l’assessore Amicucci a dimettersi

Il Collettivo Chiaravallese per le donne invita l’assessore Amicucci a dimettersi

CHIARAVALLE – Dal Collettivo Chiaravallese per le donne riceviamo:

“Sulla tristissima vicenda che ha come protagonista il sindaco di Chiaravalle pesa il silenzio assordante della maggioranza che lo sostiene. Fino ad ora assessori e consiglieri si sono nascosti dietro una garantismo radicale rinviando ogni presa di posizione a dopo il pronunciamento della magistratura.

“Ora il patteggiamento con conseguenti definizione della pena e obbligo di un percorso riabilitativo dovrebbero consentire anche ai più riluttanti a prendere le distanze da chi si è reso colpevole di persecuzione nei confronti di una donna. Che il primo cittadino dovrà “studiare” per imparare a comportarsi in modo appropriato ne fa una figura non adeguata a ricoprire un ruolo istituzionale di così grande importanza come quella di Sindaco.

“In particolare chiediamo all’assessore Amicucci, che in Consiglio comunale ci ha spiegato con dovizia di particolari in cosa consiste il lavoro dell’assessore alle pari opportunità e alla difesa delle donne vittime di persecuzioni, se non abbia niente da dire. Il suo silenzio, più di quello di altri, pure inquietante, è incomprensibile.

“Questa donna, questa lavoratrice, questa dipendente non merita la sua attenzione? E’ più forte il legame di fedeltà al capo che la difesa del diritto del più vessato? Assessore Amicucci è così difficile lasciare l’assessorato? Cosa la trattiene dal prendere posizione a fianco di una donna maltrattata?

“Più volte l’assessore Amicucci si è dichiarata donna di sinistra, ma cosa significa per lei essere di sinistra? Come si concilia questa sua dichiarazione con il suo girare la testa da un’altra parte di fronte ad atti persecutori contro una donna? Visto i comportamenti dell’attuale maggioranza parla di etica e di senso delle Istituzioni potrebbe sembrare un paradosso ma vorremmo comunque chiederLe, Assessore,  non le crea proprio nessun disagio collaborare con un sindaco che deve seguire un percorso riabilitativo per uomini maltrattanti?

“Lei è delegata dal sindaco a parlare alle donne vittime di violenza, nella sua situazione lo considera normale? Non crede che rimettere le deleghe sia il solo modo di stare dalla parte della vittima; l’unica parte in cui si può stare”.

 

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