“Quale futuro per l’area ex Montedison di Marina di Montemarciano?”
“Quale futuro per l’area ex Montedison di Marina di Montemarciano?”
Il M5S ha presentato una dettagliata interrogazione al ministro della Transizione ecologica
MARINA DI MONTEMARCIANO – “Da anni attenzioniamo l’area denominata ‘ex Montedison’, ma al di là di tutti i progetti futuristici vogliamo sapere lo stato dei fatti”. Così in una nota i pentastellati di Montemarciano dopo la presentazione dell’on. Patrizia Terzoni di una interrogazione rivolta al Ministro della Transizione Ecologica.
“L’area dell’impianto è stata qualificata come sito di bonifica di interesse nazionale dal Ministero dell’’ambiente. Al di là di tutti i progetti fantastici e futuristici di riqualificazione presentati dalle varie amministrazioni, abbiamo ritenuto di attivarci per chiedere un intervento di accelerazione e trasparenza sullo stato dei fatti. Ringraziamo la nostra deputata Patrizia Terzoni che ha preparato con sollecitudine una interrogazione in parlamento”.
Per completare tutte le procedure amministrative per approvare i progetti di bonifica nelle aree inquinate il D.lgs.152/2006 impone una tempistica di 18 mesi e già dal 26 febbraio 2001 il Comune di Montemarciano chiedeva di realizzare indagini sulla natura dei materiali e sull’eventuale pericolosità del campo di calcio adiacente alla parrocchia di Santa Maria della Neve e San Rocco, confinanti con l’impianto.
Nel 2003 veniva perimetrato il Sito Nazionale di Bonifica di Falconara e da allora sono trascorsi 21 anni di passaggi burocratici: “Fin ora – si legge nell’interrogazione della Terzoni – sono state realizzate solo parziali opere di rimozione dei materiali inquinanti permanendo nel sito rifiuti pericolosi senza neanche conoscere in maniera appropriata l’estensione delle aree interessate dai rifiuti e dalla contaminazione; secondo il report del MITE al 30 giugno 2021 per l’intero sito di Falconara era stato “raggiunto” lo 0% di aree bonificate con procedimento concluso. Si chiede di conoscere se siano stati effettuati interventi di messa in sicurezza e/o prevenzione in attesa degli esiti del Piano di Caratterizzazione nonché del progetto di bonifica; di sapere perché il Ministero non ha attivato i poteri sostitutivi previsti dalla legge nei confronti dei soggetti rimasti inerti in considerazione del grave stato di compromissione ambientale del sito; di sapere se il Ministero ha attivato una verifica interna sull’operato dei propri funzionari per le opportune sanzioni disciplinari in considerazione del mancato rispetto dei tempi fissati dalla legge, in ragione dei compiti assegnati al Ministero; se non ritiene di attivare il nucleo dei NOE per accertare la sussistenza dei reati di omissione di atti d’ufficio, omessa bonifica ed eventualmente altri reati connessi nonché di segnalare alla Procura della Corte dei Conti questa incresciosa situazione in considerazione dei ritardi macroscopici accumulatisi nei decenni”.
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