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Un ingente quantitativo di rifiuti sequestrato in un’area demaniale

Un ingente quantitativo di rifiuti sequestrato in un’area demaniale

Il provvedimento eseguito dai Carabinieri Forestali, in prossimità del fiume Metauro, dopo un decreto di sequestro preventivo emesso dal Gip del Tribunale di Urbino

SANT’ANGELO IN VADO – Nei giorni scorsi, i militari del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale (NIPAAF) del Gruppo Carabinieri Forestale di Pesaro e Urbino hanno eseguito, con il supporto della Stazione Carabinieri Forestale di Mercatello sul Metauro, il sequestro preventivo, disposto dal Gip del Tribunale di Urbino, di un’area appartenente al Demanio idrico, ubicata a ridosso del fiume Metauro, nel Comune di Sant’Angelo in Vado.

Tale provvedimento è stato emesso dall’Autorità Giudiziaria a seguito di servizi di appostamento effettuati dai militari del NIPAAF, nel corso dei quali sono state eseguite numerose riprese fotografiche e video, consentendo di accertare che su tale area venivano accumulati da tempo, in maniera sistematica e senza alcuna autorizzazione, rifiuti derivanti da attività edilizia oltre a materia prima in uso nell’edilizia, il tutto in assenza di autorizzazioni.

L’area demaniale occupata per quasi un ettaro, in origine concessa ad uso agricolo, è stata progressivamente trasformata, senza alcun titolo, in sito di deposito di quasi 400 metri cubi di inerti da demolizioni oltre al restante materiale edile sopra citato.

Per quanto accertato, sono stati contestati il reato di gestione non autorizzata di rifiuti, di cui all’art. 256, comma 1, lett. a), del D.Lgs. 152/2006, che prevede la pena dell’arresto da tre mesi a un anno o l’ammenda da duemilaseicento euro a ventiseimila euro, e il reato di occupazione abusiva di suolo pubblico, punito, in base al combinato disposto di cui agli artt. 633 e 639 bis C.P., con la reclusione da uno a tre anni e con la multa da € 103,00 ad € 1.032,00.

L’importanza dell’intervento va ben oltre la gravità degli illeciti penali contestati in quanto, tenuto conto dell’ubicazione del suddetto sito, i predetti accumuli di rifiuti avrebbero potuto comportare gravi pregiudizi per il territorio in caso di eventuali esondazioni del fiume.

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