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Presentata a Lamoli di Borgo Pace la restaurata Abbazia di San Michele Arcangelo

Presentata a Lamoli di Borgo Pace la restaurata Abbazia di San Michele Arcangelo

LAMOLI DI BORGO PACE – Sono stati presentati questa mattina i lavori di restauro e risanamento conservativo dell’Abbazia di San Michele Arcangelo di Lamoli di Borgo Pace (PU), da poco conclusi. L’intervento è stato reso possibile grazie al contributo di 30.000 euro stanziato da FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano e Intesa Sanpaolo nell’ambito della nona edizione de “I Luoghi del Cuore”, il censimento dei luoghi italiani da non dimenticare, e al finanziamento di 71.123 euro erogato dalla CEI con i fondi dell’8 per mille che i cittadini hanno destinato alla Chiesa Cattolica.

Il censimento “I Luoghi del Cuore” a Lamoli è stato vero e proprio volano per il riscatto di un comune di confine, marginalizzato da un Appennino in costante spopolamento, e della sua comunità, che ha potuto riappropriarsi della sua notorietà, divenendo nuovamente attrattivo per i turisti, grazie all’unione delle forze in occasione della raccolta voti a favore dell’Abbazia di San Michele Arcangelo. Un luogo di grande valore identitario, situato al confine tra tre Regioni – Marche, Umbria e Toscana – e di importanza strategica in epoca medievale, tornato a essere elemento centrale per il rilancio del borgo attraverso la forte sinergia tra il Comune di Borgo Pace, le associazioni del territorio – prima fra tutte il Comitato per la valorizzazione dell’Abbazia di Lamoli – le due pro-loco presenti a livello comunale e la comunità tutta (vicina e lontana), che ha permesso a un comune di poco più di 600 abitanti di raggiungere l’8° posto nazionale e il 1° posto nella Regione Marche al censimento FAI del 2018, grazie ai 24.742 voti ricevuti dall’Abbazia.

Nel cuore dell’antica provincia ecclesiastica della Massa Trabaria, dove la pianeggiante Valle del Metauro lascia il posto agli aspri e selvaggi crinali dell’Appennino tosco-umbro-marchigiano, ai piedi dell’antica foresta di abeti bianchi i cui tronchi venivano impiegati per il mantenimento della basiliche romane (il cosiddetto servitium trabium, da cui deriva il nome Massa Trabaria), i monaci benedettini costruirono presumibilmente tra il IX e il X secolo il complesso abbaziale di San Michele Arcangelo.

L’Abbazia si erge maestosa al centro di Lamoli, un borgo abitato da appena 92 persone, per lo più anziane, che rappresenta l’ultimo avamposto del piccolo Comune di Borgo Pace. La posizione centrale e sopraelevata rispetto alle case e le imponenti dimensioni conferiscono al complesso abbaziale l’immagine rassicurante di una “mamma premurosa” che abbraccia i suoi figli raccolti intorno e quelli che si sono trasferiti lontano in cerca di fortuna, proteggendoli da ogni avversità e da quel senso di isolamento, non solo fisico, che è insito in ogni comunità di confine. Un legame così profondo che l’argentino Ruben Leandro Grueira, vissuto per lavoro a Lamoli tra il 2002 e il 2003, quindici anni dopo ha scelto di chiamare il figlio Joaquin Leandro Lamoli, in onore della Chiesa e come ringraziamento agli abitanti del borgo.

La chiesa abbaziale, un gioiello tardo-romanico incastonato nel cuore degli Appennini, è stata oggetto di un importante lavoro di restauro negli anni ’50 del XX secolo; conserva la caratteristica facciata a doppio spiovente, con un impianto a tre navate e otto arcate. Le campate sono sorrette su pilastri quadrangolari in pietra, di cui tre in doppia lunghezza sovrastate dal soffitto a capriate lignee.

All’interno, si possono ammirare numerose opere di pregio artistico: il “Cristo Spirante”, un crocifisso ligneo di scuola toscana, documentato dal 1547, che richiama le celebri crocifissioni del Brunelleschi e di Donatello; tre frammenti di scuola umbro-marchigiana, con una quattrocentesca “Madonna del Latte” e due santi, Rocco e Giuliano, del secolo successivo e ancora una “Madonna del Rosario” di un seguace anonimo del Mancini, databile al XVIII secolo; alcuni stucchi preromanici scoperti durante i lavori di restauro, che potrebbero far risalire l’edificio all’epoca longobarda; infine, una lunetta a tempera su tavola raffigurante l’“Eterno Padre tra due angeli”, opera di Raffaellino del Colle, allievo del “divin pittore” Raffaello, un tempo unita alla tavola del Presepe, oggi conservata ai Musei Civici di Pesaro e della quale si conserva una copia all’interno dell’abbazia.

Nel 2016 vista l’urgenza di risanare il tetto dell’Abbazia, Nadia Favretto, Presidente del Comitato per la valorizzazione dell’Abbazia di Lamoli, propose la partecipazione all’ottava edizione del censimento “I Luoghi del Cuore”. La comunità accolse subito con entusiasmo la proposta. Il Comitato attraverso un sito dedicato e alcune pagine social riuscì a sensibilizzare i cittadini lamolesi, anche quelli emigrati in altre parti d’Italia e all’estero, le tante coppie che nel corso degli anni hanno scelto di sposarsi nell’Abbazia, i gruppi di ragazzi dei campi-scuola e le migliaia di turisti che l’hanno visitata, raccogliendo oltre 8.000 voti. Due anni dopo, in occasione della nona edizione del censimento del FAI, i voti sono addirittura triplicati, raggiungendo quota 24.742. Una rete di sostegno capillare, che nel corso delle settimane di votazione si è allargata ben oltre i confini delle Marche fino alla nascita di un gemellaggio con un “Luogo del Cuore” in Liguria, la Chiesa di San Michele Arcangelo di Pegazzano a La Spezia.

A seguito dei risultati ottenuti la Parrocchia di San Michele Arcangelo in Lamoli ha potuto partecipare al bando che il FAI lancia dopo ogni edizione del censimento, presentando nel 2019 un progetto di recupero del tetto dell’Abbazia, valutato idoneo e finanziato da FAI e Intesa Sanpaolo con un contributo di 30.000 euro. I lavori di restauro – progettati dall’Ing. Vittorio Di Lorenzi e diretti dall’Arch. Giorgio Gentili – si sono concentrati sul rifacimento della copertura e dell’impianto elettrico dell’Abbazia.

Il restauro dell’intero complesso monastico è stato completato grazie al contributo della CEI derivante dall’8 per mille, ottenuto dall’Arcidiocesi di Urbino, Urbania, Sant’Angelo in Vado. Oltre al recupero architettonico si è provveduto anche alla realizzazione di un nuovo sistema d’illuminazione, progettato dal lighting designer Mario Torchio, che ha potuto usufruire di importanti agevolazioni sull’acquisto dei corpi illuminanti da parte della ditta iGuzzini. I nuovi apparecchi, di dimensioni ridotte, si integrano in modo ottimale, rispettando ed esaltando lo spirito dell’Abbazia.

Mons. Giovanni Tani, Arcivescovo dell’Arcidiocesi di Urbino – Urbania – Sant’Angelo in Vado, ha commentato: “L’Abbazia romanica di San Michele Arcangelo a Lamoli è stata nell’ultimo anno oggetto di interventi strutturali e di illuminazione interna che la rendono ancora di più attrattiva per motivi spirituali e per interessi culturali. Un vero e proprio ‘Luogo del Cuore’ come è stata riconosciuto da tanti cittadini che l’hanno votata al censimento promosso dal FAI. Tutto questo è stato possibile grazie al contributo di FAI e Intesa Sanpaolo e a quello derivante dall’8 per mille per la Chiesa Cattolica. Da oggi una nuova sfida: la messa a punto di un piano che punti a valorizzare questo gioiello incastonato nell’alta Massa Trabaria”.

Romina Pierantoni – Sindaca del Comune di Borgo Pace (PU) ha aggiunto: “Vedere l’Abbazia Benedettina di Lamoli restaurata e tornare oggi più che mai al vecchio splendore è un sogno che si avvera la cui felicità è ben leggibile negli occhi di tutti i lamolesi. Luogo mistico, rappresenta da sempre il principale contenitore anche culturale del Comune di Borgo Pace. Non possiamo che essere grati al FAI che ci ha dato l’opportunità di farlo emergere come ‘Luogo del Cuore’ e a tutti coloro che hanno supportato e realizzato l’intervento di restauro. Particolare riconoscenza e orgoglio va alle ‘Donne del Comitato di Lamoli’ che con grande tenacia, responsabilità, lavoro e cuore hanno saputo risvegliare in tanti il senso di appartenenza a questo luogo”.

Fiammetta Malpassi, Capo Delegazione FAI di Pesaro Urbino, ha espresso la sua gratitudine: “Con grande emozione e orgoglio la Delegazione FAI di Pesaro Urbino partecipa alla gioia della comunità di Lamoli e di Borgo Pace per questo importante traguardo raggiunto grazie all’impegno e alla passione con cui non solo gli abitanti di Lamoli, ma anche le tante persone che hanno conosciuto questi luoghi e se ne sono innamorate hanno perseguito la realizzazione di un sogno. Un ringraziamento e tanta riconoscenza a chi ha reso possibile questo risultato, in particolare alle splendide persone che ho avuto il piacere di incontrare a Lamoli. L’amore per l’Abbazia e la sensibilità con cui Nadia Favretto ha saputo individuare nel FAI il riferimento ideale per promuovere e valorizzare il proprio ‘Luogo del Cuore’ e il suo territorio, riempiono di significato l’operato della Fondazione, di noi volontari FAI e di tutti gli iscritti che sostengono il Fondo per l’Ambiente Italiano.”.

Aggiunge infine un commento di cuore, Nadia Favretto – Presidente del Comitato per la Valorizzazione dell’Abbazia Benedettina di Lamoli: “Dove c’è una grande volontà non possono esserci grandi difficoltà, diceva Macchiavelli, e il Comitato del piccolo paese di Lamoli lo ha dimostrato riuscendo, con la partecipazione di tante persone, a realizzare il sogno di vedere ristrutturato il tetto dell’Abbazia grazie al Fondo per l’Ambiente Italiano. Enorme è la soddisfazione per il risultato ottenuto; vedere che oggi la nostra Chiesa, ‘Luogo del Cuore’ di oltre 24mila persone, riesce ad attirare su di sé l’attenzione di molti che vengono fin qui per visitarla, ci rende veramente orgogliosi”.

L’illuminazione – progettata dal lighting designer Mario Torchio e di cui iGuzzini è sponsor tecnico – prevede l’utilizzo di 38 proiettori Front Light distribuiti in 9 diverse aree individuate secondo le esigenze architettoniche e funzionali dello spazio. Con le loro dimensioni ridotte, gli apparecchi si integrano perfettamente nel contesto architettonico garantendo il minimo ingombro visivo e al contempo continuità formale. Le diverse ottiche scelte (Flood, Spot e Superspot), inoltre, consentono di rispondere in maniera flessibile alle necessità di valorizzazione del sito e a quelle più strettamente legate alle celebrazioni liturgiche. Elevato comfort visivo ed elevata efficienza, quindi risparmio energetico, completano le caratteristiche dell’impianto.”

Il censimento “I Luoghi del Cuore”

Dar voce alle segnalazioni dei beni più amati in Italia per assicurarne il futuro è lo scopo de I Luoghi del Cuore, progetto lanciato dal FAI nel 2003 e promosso in collaborazione con Intesa Sanpaolo che si propone di coinvolgere concretamente tutta la popolazione e di contribuire alla sensibilizzazione sul valore del patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese. Attraverso il censimento – che si tiene negli anni pari – il FAI sollecita le istituzioni locali e nazionali competenti affinché mettano a disposizione le forze per salvaguardare i luoghi cari ai cittadini; ma il censimento è anche il mezzo per intervenire direttamente, laddove possibile, nel recupero di alcuni beni votati. Dopo il censimento, infatti FAI e Intesa Sanpaolo finanziano direttamente una selezione di progetti promossi dai territori a favore dei luoghi che hanno raggiunto una soglia minima di voti. I Luoghi del Cuore, dalla prima edizione a oggi ha permesso di varare interventi a favore di 118 luoghi grazie alla fattiva collaborazione con le istituzioni. Ancora più numerosi sono gli effetti virtuosi innescati dell’iniziativa, che hanno portato al recupero di beni grazie alla mobilitazione di pubbliche amministrazioni e privati cittadini.

Per ulteriori informazioni: www.iluoghidelcuore.it

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Il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano è una Fondazione nazionale senza scopo di lucro nata nel 1975 per promuovere una cultura di rispetto della natura, dell’arte e delle tradizioni d’Italia e tutelare un patrimonio che è parte delle nostre radici e della nostra identità. In questi quarantasei anni il FAI ha salvato, restaurato e aperto al pubblico importanti testimonianze del patrimonio artistico e naturalistico italiano grazie al generoso aiuto di moltissimi cittadini e aziende.

In linea con il principio di responsabilità sociale, Intesa Sanpaolo condivide con il FAI i valori del progetto “I Luoghi del Cuore” volto alla piena valorizzazione e a un compiuto apprezzamento della bellezza e dell’unicità del nostro Paese attraverso la sensibilizzazione degli italiani sul valore del loro patrimonio artistico e ambientale.

 

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