Con un patto sociale definite a Fano le linee condivise di intervento a favore dei più deboli
Con un patto sociale definite a Fano le linee condivise di intervento a favore dei più deboli
Il sindaco Massimo Seri: “In un momento così delicato dobbiamo lavorare insieme per attuare politiche che sostengano la solidarietà”
FANO – Una convergenza fondamentale per tenere coeso il tessuto sociale senza dimenticarsi di nessuno. Poggia su questa prerogativa il patto di contrattazione sociale siglato questa mattina tra il Comune di Fano, nelle persone del sindaco Seri, l’assessora al Bilancio Sara Cucchiarini, l’assessore al Welfare di Comunità Dimitri Tinti, CGIL Pesaro Urbino, Spi Cgil, Cisl Territoriale Fano, Patrimonio Fnp Cisl e Uil Pesaro.
L’impostazione del Bilancio per l’anno 2021 del Comune di Fano tiene conto degli effetti dell’emergenza COVID-19 e sostiene il tessuto sociale con scelte precise ed eque orientate a favorire l’inclusione sociale, il sostegno alle famiglie e alle fasce più deboli.
Anche dal punto di vista dell’occupazione si evidenzia nelle Marche un decremento del numero di occupati del secondo trimestre anno 2020 rispetto al trimestre precedente di 12.000 unità, mentre rispetto al secondo trimestre 2019 il decremento è di oltre 7.500 unità. In tale contesto sono state individuate le priorità per l’amministrazione comunale di Fano.
Sulle Politiche sociali è prioritario ampliare e articolare in modo più efficace l’offerta dei servizi per le famiglie, con una nuova organizzazione degli interventi più funzionale e capillare a livello di ambito territoriale. Sono stati condivisi alcuni servizi già avviati nei mesi scorsi in forma di gestione associata ed integrata come gli interventi educativi domiciliari per minori e di assistenza all’autonomia e alla comunicazione per i disabili in ambito scolastico. Inoltre è prevista la gestione unitaria del Servizio di Assistenza Domiciliare per persone non autosufficienti.
A questo proposito le sigle sindacali hanno invocato maggiore attenzione rivolta agli anziani, soprattutto quelli sprovvisti di una rete parentale che hanno sofferto l’isolamento. Tra i contenuti del patto c’è la volontà di stabilire i criteri per delineare le modalità del fondo anticrisi affinché si faccia fronte all’emergenza economica appesantita, tenendo conto degli ulteriori fondi nazionali destinati agli enti locali.
Sempre in questa ottica si è ritenuto opportuno inserire i criteri per l’utilizzo del fondo finanziato da Aset, destinato ai nuclei familiari in difficoltà nel pagamento delle utenze domestiche. All’interno dell’accordo c’è un focus dedicato alle politiche abitative che necessitano di un rilancio sia nell’incremento del patrimonio di edilizia agevolata pubblica sia promuovendo forme di housing sociale innovative e maggiormente inclusive. E’ prioritario elaborare linee guida per l’avvio di una nuova fase di progettazione per lo sviluppo economico legato alle risorse collegate al Ricovery Plan e alla nuova programmazione dei fondi europei. I vari livelli istituzionali hanno il dovere di concertare un nuovo modello sostenibile di crescita orizzontale.
“Con questo patto – spiega Seri – abbiamo tracciato un percorso condiviso che vuole tenere insieme le parti sociali in quadro coeso ed organico. Questa firma rappresenta una decisa ripartenza che si contraddistingue nell’attenzione alla solidarietà. La vera sfida sta nell’anticipare i processi e dedicare il sostegno necessario a tutte le persone che soffrono e che si trovano in una condizione di isolamento. Ci deve essere una visione strategica di tutte le azioni che hanno il dovere di essere coordinate e concertate. Questo momento particolarmente delicato merita interventi straordinari. Solo insieme possiamo uscirne migliori e più forti”.
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