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Per lo sviluppo della valle del Metauro si deve tener conto anche del tracciato dell’ex ferrovia Fano-Urbino

Per lo sviluppo della valle del Metauro si deve tener conto anche del tracciato dell’ex ferrovia Fano-Urbino

FANO – “L’ipotesi di una nuova ferrovia lungo la E78, tra l’altro condivisa da amministratori della Toscana e dell’Umbria – si legge in una nota diffusa dal Comitato ciclovia del Metauro -, apre scenari interessanti. Il fatto che sia caldeggiata da un profondo conoscitore della valle del Metauro, ora consigliere della maggioranza che governa la Regione Marche, può significare due cose: il superamento dell’idea di una metropolitana lungo l’ex ferrovia Fano Urbino, del resto già esclusa da altri esponenti della stessa parte politica; il via libera alla valorizzazione sociale, culturale ed economica di questo bene collettivo abbandonato da decenni.

“Una visione più pragmatica potrebbe finalmente porre fine ad un dibattito infinito e a sterili contrapposizioni; infatti, ormai dovrebbe essere chiaro a tutti che è necessario progettare da zero il riutilizzo del sedime dell’ex ferrovia tenendo conto di qualsiasi opzione, compreso un mezzo di collegamento collettivo tra i vari nuclei abitati.

“Probabilmente in nessuna parte d’Italia – aggiunge il Comitato ciclovia del Metauro – esiste un corridoio di 50 km abbandonato e sostanzialmente ininterrotto tra costa ed entroterra; il suo razionale utilizzo  avrebbe un impatto enorme sul territorio, con vantaggi per la sicurezza, l’economia e la qualità della vita; gli stessi eventi  ne stanno suggerendo alcune funzioni, per esempio come percorso pedonale interquartieri, ciclovia turistica, parco pubblico ma soprattutto come  dorsale tecnologica, conveniente anche per la proprietà (RFI) che da un bene immobile improduttivo che pesa sui suoi bilanci potrebbe ricavare reddito grazie alle servitù di passaggio.

“Infatti, proprio in queste settimane Terna spa sta individuando il percorso di un cavidotto a corrente continua; il tracciato ideale è lungo i binari abbandonati ma informazioni incomplete e inesatte potrebbero portare alla sua esclusione provocando danni economici, lungaggini burocratiche e fastidi per i cittadini.

“La stessa cosa è già capitata ad operatori della fibra ottica scappati via perché male informati sulla realtà dei fatti. Servono quindi scelte coraggiose perché, per qualsiasi intervento, è indispensabile la piena disponibilità del tracciato.

“Sarebbe quindi opportuno che i decisori pubblici e privati parlassero tra di loro con dati certi, informazioni affidabili e spirito costruttivo perché c’è la possibilità di riprogettare il futuro di un intero territorio e renderlo più competitivo a tutti i livelli. In sostanza – conclude il Comitato ciclovia del Metauro -, bisogna scegliere: cogliere importanti occasioni di sviluppo o perpetuare immobilismo e degrado?”

 

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