Il sindaco Massimo Seri: “Servono ponti verso il futuro, abbattiamo i muri costruiti dal populismo”
Il sindaco Massimo Seri: “Servono ponti verso il futuro, abbattiamo i muri costruiti dal populismo”
FANO – Il sindaco di Fano Massimo Seri: “La politica ha bisogno di architetti che realizzino ponti verso il futuro, abbattendo i muri costruiti dal populismo”. Il primo cittadino vuole sollecitare la classe politica a studiare nuove strade che portino l’Italia fuori dall’impasse in cui si trova a causa della crisi generata dal Covid 19.
“E’ tempo di agire. Ora è urgente – scrive il sindaco di Fano esortare il Parlamento affinché si possa uscire al più presto dall’immobilismo in cui sta scivolando il Paese. La situazione è grave: gli ospedali sono in sofferenza, rischiando di tornare a rivivere le tragedie avvenute nella prima ondata di marzo. Ogni giorno registriamo, purtroppo, centinaia di morti, insieme a una situazione economica gravissima, per il fatto che tante aziende hanno gettato la spugna e altrettante sono a rischio chiusura. Anche il tema centrale della riapertura della scuola è denso di incognite e la campagna di vaccinazione procede a rilento. Sulla base di questo scenario, tutte le intelligenze di questo Paese si devono ritrovare. Superando le appartenenze ideologiche, mettendosi insieme intorno ad un unico obiettivo, sconfiggere pandemia e le sue terribili conseguenze, tornando a correre. Servono architetti che costruiscano nuovi ponti verso il futuro. Servono persone capaci di visione e solidità progettuale, non possiamo continuare ad affidarci a soluzioni precarie che hanno la stessa stabilità dei castelli di sabbia. Abbattiamo i muri costruiti dal populismo per uscire dall’isolamento in cui siamo piombati.
L’obiettivo comune in questo momento è interrompere appunto l’isolamento. E i ponti hanno lo scopo di unire l’Italia, di ascoltare i problemi che opprimono i più fragili, di conoscere le difficoltà che stanno bloccando gli imprenditori, di frenare insieme l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo. Per essere efficaci serve ragionare come una comunità. E’ diventato essenziale interpretare la strategia al plurale. L’unità si rafforza grazie ad un profondo senso di responsabilità che dobbiamo anteporre alle speculazioni individuali, seminando il nostro bene comune. Questa metamorfosi nell’atteggiamento è favorita anche dal fatto che la sofferenza che stiamo vivendo è diventata un elemento che ci tocca tutti. Indistintamente. E la nostra comunità ha il dovere di essere difesa. E chi meglio di un sindaco può riuscirci? Noi sindaci conosciamo i punti di forza e le debolezze delle nostre comunità, viviamo quotidianamente il fronte e sappiamo quello di cui le nostre città hanno bisogno. Essendo in prima linea questa emergenza gigantesca, vogliamo essere ascoltati e supportati, perché in ballo non c’è solo il presente, ma anche il futuro.
Qualsiasi decisione presa ora, se non è orientata nella giusta direzione, farebbe sprofondare il nostro Paese in un tunnel senza uscita, con una conseguente crisi sistemica. Come sindaco non posso non sottolineare l’evidente controsenso a cui stiamo assistendo: da un lato si chiedono giustamente sacrifici e dall’altro ci si perde dentro manovre di Palazzo, sterili e inopportune. Qui non c’è tempo da perdere. Temo che qualcuno abbia perso di vista il dramma che sta falciando i territori. Quindi, e’ il momento di mettere insieme le migliori eccellenze politiche per costruire nuovi ponti attraverso cui traghettare le nostre comunità verso il futuro, altrimenti si finirà per rimanere isolati dentro le mura volute dal populismo. E l’Italia non se lo può permettere”.
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