“Alla Lanterna Azzurra nessuno ha usato lo spray per uccidere”
“Alla Lanterna Azzurra nessuno ha usato lo spray per uccidere”
Primi interventi in aula dei difensori dei sei giovani emiliani ai quali vengono contestati i reati di omicidio preterintenzionale, associazione per delinquere, lesioni personali e singoli episodi di rapine e furti
ANCONA – “Nessuno ha usato lo spray urticante per uccidere”. E’ questa la tesi che i difensori dei sei giovani emiliani, appartenenti alla cosiddetta banda dello spray, stanno cercando di portare avanti davanti ai giudici anconetani dove continua il processo per la strage alla Lanterna Azzurra, la discoteca di Madonna del Piano, a Corinaldo, dove, la notte tra il 7 e l’8 dicembre del 2018 persero la vita cinque adolescenti ed una giovane mamma.
Secondo i legali dei giovani imputati la responsabilità di quanto accaduto, quella tragica notte, è stata della struttura fatiscente “un vecchio magazzino riempito all’inverosimile”.
I sei imputati, nel corso degli interrogatori, hanno sempre negato di aver spruzzato spray urticante all’interno della sala.
I sei giovani, tutti residenti in Emilia, sono accusati di aver usato, all’interno della Lanterna Azzurra, dello spray al peperoncino per creare il caos e rubare così catenine e portafogli. Caos che ha poi generato la calca nell’uscita secondaria della discoteca dove sono morte sei persone.
Ai sei giovani emiliani vengono contestati i reati di omicidio preterintenzionale, associazione per delinquere, lesioni personali e singoli episodi di rapine e furti con strappo.
Secondo quanto emerso quella tragica sera, all’interno della Lanterna Azzurra, sarebbero entrate in azione tre bande distinte.
Il processo è stato aggiornato a giovedì 23 luglio, in quanto non tutti gli avvocati della difesa sono riusciti a prendere la parola. Il 30 luglio sono poi previste le repliche e, subito dopo, la sentenza.
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