Dopo una lunga quarantena migliaia di persone sono giunte a Genga per ammirare il suo patrimonio naturalistico e storico culturale
Dopo una lunga quarantena migliaia di persone sono giunte a Genga per ammirare il suo patrimonio naturalistico e storico culturale
La soddisfazione del vice sindaco e assessore alla Cultura e al Turismo professor David Bruffa
GENGA – La giornata di martedì 2 giugno, ha segnato probabilmente una svolta dal punto di vista turistico, con migliaia di persone che dalle diverse località della Regione Marche sono sopraggiunte nel territorio di Genga ad ammirare il patrimonio naturalistico e storico culturale in esso conservato.
“Come Amministrazione comunale possiamo dirci soddisfatti, ci aspettavamo infatti un aumento del flusso turistico, dopo mesi di quarantena dovuta all’emergenza sanitaria vissuta, sebbene fosse difficilmente prevedibile immaginare un incremento in questi termini numerici”, dichiara il vice sindaco e assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Genga, prof. David Bruffa (nella foto).
Numerosi sono stati infatti gli escursionisti che, organizzati con guide naturalistiche o sopraggiunti individualmente, hanno percorso i numerosi itinerari naturalistici del Parco Regionale della Gola della Rossa e di Frasassi, potendo passeggiare nel sentiero del Papa, osservare la notevole biodiversità presente nell’itinerario della valle Scappuccia, percorrere il tragitto ad anello di 7,5 km del sentiero dell’Aquila, ammirare dall’alto lo spettacolare scenario della Gola di Frasassi attraversando il sentiero che conduce al Foro degli Occhialoni e ai Gradoni, transitare nella green way di San Vittore proseguendo lungo le sponde del fiume Sentino alla scoperta delle sorgenti di acqua sulfurea, camminare lungo il percorso che conduce alla grotta del Vernino all’interno della Gola della Rossa.
Molti appassionati hanno inoltre percorso in biking i diversi itinerari in attesa del progetto di completamento definitivo della Ciclovia del Fiume Esino, diversi gli speleologi in visita alle numerose cavità carsiche presenti sul territorio così come gli scalatori che si sono cimentati nell’affrontare le pareti attrezzate presenti nei versanti rocciosi della Gola della Rossa e di Frasassi.
Un numero impressionante di visitatori sono inoltre accorsi ad ammirare il celebre tempio del Valadier e l’annesso santuario Santa Maria Infra Saxa edificati in epoche diverse all’interno della Grotta della Beata Vergine di Frasassi, il borgo di Genga interamente costruito sulla roccia, l’abitato di Monticelli, luogo natale di Papa Leone XII, l’Abazia romanica di San Vittore delle Chiuse dell’anno 1000 e il borgo medioevale di Pierosara, con la torre di avvistamento e la porta di ingresso dell’antico castello longobardo.
“La situazione di emergenza sanitaria ha reso ancor più evidente la necessità di un forte ripensamento del concetto di turismo da sempre vincolato al numero degli ingressi all’interno del magnifico complesso ipogeo delle Grotte di Frasassi.”, prosegue l’assessore Bruffa, “Il marchio Frasassi resta il faro principale di attrazione turistica per l’intero entroterra marchigiano, ma una rinnovata sensibilità verso le tematiche ambientali e tutti gli studi di settore, ci testimoniano che le nuove esigenze dei visitatori si indirizzano maggiormente verso un turismo lento, ecosostenibile, fatto di emozioni ed esperienze autentiche all’interno delle quali valorizzare pienamente il patrimonio storico, artistico, culturale conservato nei piccoli borghi, il contatto diretto con la natura, la ricerca del benessere fisico e psicologico, la condivisione di tradizioni e usanze con le comunità che in questi luoghi vi risiedono. In tal senso siamo tutti chiamati a recitare la nostra parte: dalle amministrazioni locali alle associazioni presenti sui territori, dagli operatori dell’indotto turistico sino agli abitanti delle più piccole frazioni presenti”.
Questo aspetto del turismo esperienziale da tempo trascurato, ha portato un parziale sollievo all’indotto turistico, dopo mesi in cui, a causa dell’emergenza sanitaria, molte strutture ricettive e di ristorazione erano state costrette ad abbassare le proprie saracinesche. Diversi sono stati infatti i viaggiatori, che non trovando posto nei vari ristoranti e bar del territorio, per l’applicazione da parte dei gestori delle norme di sicurezza in termini di distanziamento sociale, si sono organizzati con la consegna da asporto e con pranzo al sacco nell’area barbecue di Genga Stazione e nelle aree picnic del Belvedere Sant’Angelo tra le frazioni di Vallemania e Rosenga e quella della Madonnina tra Pontechiaradovo e Palombare, così come nelle altre aree verdi di Genga, San Vittore e Pierosara. Un risultato questo che, in attesa di una ripresa della normalità nei flussi turistici all’interno delle Grotte di Frasassi, infonde coraggio e fiducia per il futuro di un’intera comunità.
“Come amministrazione comunale abbiamo cercato sin dal nostro primo insediamento di raccogliere questa grande sfida e stiamo lavorando in collaborazione con la Regione Marche, il Consorzio Frasassi e il Parco della Gola della Rossa sulla promozione del nostro patrimonio e sulla strutturazione di pacchetti legati ad esperienze autentiche in ambito naturalistico, enogastronomico e culturale che possano permettere al visitatore di trattenersi maggiormente su un territorio che oltre alle meravigliose Grotte di Frasassi ha molto altro da offrire. La nuova frontiera del turismo consiste nel saper soddisfare le esigenze dei visitatori in armonia con l’ambiente, le comunità, le culture e le tradizioni locali. La nostra capacità di saper cogliere le opportunità che emergono in situazioni di crisi come quella che stiamo attraversando” conclude il vice sindaco di Genga ”sarà strettamente collegata alla possibilità di essere al passo con i tempi che corrono e di guidare finalmente quel percorso di rilancio che l’intero comprensorio montano attende ormai da troppo tempo”.
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