“A Senigallia gli impianti della pubblica illuminazione in uso per venti anni alle aziende delle telecomunicazioni”
“A Senigallia gli impianti della pubblica illuminazione in uso per venti anni alle aziende delle telecomunicazioni”
Il consigliere comunale Riccardo Mandolini denuncia quanto accaduto nel chiuso della prima Commissione
di RICCARDO MANDOLINI*
SENIGALLIA – La gravità di quel che accade nel chiuso di Commissioni consiliari convocate in video conferenza sulla base di atti impositivi di livello locale a loro volta frutto di una decretazione d’emergenza nazionale, non può non essere denunciato chiaramente alla cittadinanza.
Oggetto della contesa in corso è un regolamento proposto dalla Giunta comunale con il quale si vorrebbero concedere in uso per venti anni alle Aziende delle telecomunicazioni gli impianti della pubblica illuminazione.
Il regolamento viene presentato come necessario per sviluppare la fibra ottica, ma la questione è che a Senigallia è già aperto un cantiere per lo sviluppo della fibra ottica ed è quello portato avanti dalla Open Fiber (società pubblica vincitrice degli appalti della Infratel spa, società in-house del Ministero dello sviluppo economico)nell’ambito del progetto di finanziamento pubblico a fondo perduto della Banda ultra larga.
Di conseguenza la contesa non è fibra si o fibra no.
Tutti conveniamo sull’imprescindibile necessità di sviluppo tecnologico e sulla estensione della fibra ottica in maniera capillare come un passo fondamentale per favorire lo sviluppo sociale ed economico di una città come Senigallia. Casomai è la Giunta comunale, che dovrebbe spiegare ai cittadini il perché del ritardo accumulato nei lavori di un Cantiere che, lo ripeto, è già aperto.
Quindi la prima cosa che mi sono sentito di fare è stata quella di voler vedere chiaro su tutta questa faccenda chiedendo, quale mia prerogativa di consigliere comunale, tutta la documentazione del caso.
Dal momento che la proposta di regolamento, viene motivata dal fatto di dover sopperire alle presunte carenze del citato progetto pubblico, è sembrato a me scontato che prima di deliberare si potesse avere la fotografia della reale situazione cittadina e quindi che si potesse: a) avere una mappatura del territorio con la classificazione delle varie aree (bianche, grigie e nere); b) sapere se ci sono richieste di investimenti da parte di privati per il nostro territorio; c) ottenere relazione su eventuali e possibili conflitti e/o interferenze che possano emergere fra operatori pubblici e privati; d) relazione tecnica che garantisca che non ci sia la possibilità di disfunzioni nel servizio di illuminazione ecc. ecc.. Vale a dire una documentazione che è il minimo sindacale per poter affrontare una discussione che impone scelte politiche importantissime e che impegnano il comune per i prossimi venti anni.
Invece NO! Nonostante queste formali richieste, sia mie sia di altri consiglieri, peraltro nelle modalità indicate dall’assessore stesso, la documentazione non ci è stata consegnata.
In Commissione non c’è stata una sola argomentazione nel merito, l’unico aspetto che ha guidato la discussione è stato sulla tempistica di approvazione del regolamento; banalità e ovvietà al limite del ridicolo: come se l’approvazione di un regolamento potesse nell’immediato fornire una fibra ottica che nemmeno un cantiere già aperto è stato finora in grado di fornire. Tutti sanno che un regolamento avvierà procedimenti amministrativi complessi i cui tempi non sono così immediati e per questo non possiamo permetterci scorciatoie e affrontare la questione all’acqua di rose.
La pratica è così passata in Commissione grazie ad una forzatura sulle prerogative dei consiglieri comunali e in spregio della trasparenza amministrativa che la legge impone alle amministrazioni comunali.
Naturalmente ora presenterò emendamenti nel merito che tutelino i cittadini; anche nell’ottica di non lasciare spiragli a tecnologie che non fossero relative alla sola estensione della fibra ottica FTTH (Fiber to the home) e che vadano nella direzione di prediligere le reti pubbliche. Ma è anche importante che vi sia una attenzione da parte dei cittadini su simili questioni: solo con una attenta vigilanza democratica si può evitare che anche in Consiglio comunale (convocato sempre in videoconferenza per il giorno 27 maggio) si ripeta la vergogna di ciò che è accaduto in Commissione.
*Consigliere comunale gruppo misto – Senigallia
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