L'INTERVENTOPOLITICASENIGALLIA

Paolo Battisti: “Oggi nasce il Covid Hospital a Civitanova e… muore l’Ospedale di Senigallia”

Paolo Battisti: “Oggi nasce il Covid Hospital a Civitanova e… muore l’Ospedale di Senigallia”

di PAOLO BATTISTI*

SENIGALLIA – E’ arrivato il giorno dell’inaugurazione del Covid Hospital regionale. Inizialmente tutto avrebbe dovuto essere pronto entro l’inizio di aprile, poi si è slittati a metà mese e adesso si parla di un taglio del nastro che avverò domani. I posti letto, tra l’altro, dai cento iniziali sono scesi prima a novanta e adesso a ottantaquattro, per un costo che però non è diminuito: 12 milioni di euro, tutti elargiti da privati e raccolti dall’Ordine di Malta. Non esistono tuttavia resoconti dettagliati su nessun particolare di questo piano: bisogna fidarsi e basta.

Il problema è che su Progetto 100 sono troppe le questioni rimaste in sospeso, come ha sottolineato al ‘Manifesto’, tra gli altri, la segretaria regionale della Cgil Daniela Barbaresi. Una delle questioni più importanti riguarda il personale: ne sarà assunto di nuovo o si andranno a pescare medici e infermieri dai vari e già sofferenti ospedali marchigiani?

«In una delibera regionale – spiega Barbaresi – si chiarisce che l’Asur dovrà assicurare tutto il personale necessario a far fronte all’assistenza, utilizzando quello interno o acquisendone ulteriore con tutti gli strumenti disponibili. Si tratta di un nodo critico, visto che sappiamo che già oggi alcune strutture allestite da tempo dalla Regione non vengono aperte proprio per la mancanza di personale».

Le terapie intensive marchigiane, dopo essere state in sofferenza per tutto il mese di marzo e in parte ad aprile, sono tornate a livelli sostenibili di affollamento e quindi Progetto 100 potrebbe non servire mai ma diventerebbe una normale – e costosissima – struttura di degenza semplice. «Come si giustificheranno quando verrà fuori che è un’opera inutile?», si domanda il magistrato ed ex governatore regionale Vito D’Ambrosio.

«Forse – dicono ancora dalla Cgil – sarebbe stato meglio potenziare le strutture già esistenti». In una delibera approvata dalla giunta di Luca Ceriscioli lo scorso 18 marzo, su 5 milioni di euro di stanziamenti per l’emergenza, fatti salvi gli ospedali di Pesaro e Ancona, 2 milioni sono stati destinati alle cliniche private e uno solo a tutti gli altri ospedali dell’Asur. Uno squilibrio evidente, anche in considerazione del fatto che, all’epoca dell’emanazione del provvedimento, su 1.165 ricoverati, 1.095 erano in strutture pubbliche e appena 70 in quelle private.

La decisione sull’astronave di Bertolaso risale a pochi giorni dopo questa delibera e si presenta come l’ennesimo colpo al sistema pubblico, anche perché l’ipotesi che circola maggiormente è quella di affidare il tutto a un ente privato. Il pubblico, d’altra parte, per stessa ammissione della Regione non sarebbe in grado di gestire la faccenda, a partire dall’apertura di un conto corrente per le donazioni, affidato all’Ordine di Malta perché «tra bandi e appalti si sarebbe perso troppo tempo». È l’ultimo capitolo di un decennio in cui nelle Marche sono stati chiusi 13 ospedali, con 1.175 posti letto perduti: il 18% della dotazione del 2010.

Il Covid Hospital di Civitanova poteva avere una minima giustificazione quando è arrivata la pandemia, e nessuno poteva immaginare quanto esponenzialmente sarebbero cresciuti i malati, considerata la sofferenza degli ospedali territoriali considerati i tagli drastici fatti dalla politica negli ultimi anni. Ma dal momento in cui è stata presa quella decisione sono successi 3 fatti enormi che hanno cambiato tutto: 1) Il flop del Fiera Hospital di Milano 2) Il crollo dell’andamento dei ricoveri in terapia intensiva 3) La presa di posizione esplicita di una serie di professionisti in campo sanitario (anestesisti, pneumologi, infermieri, sindacati del settore) che hanno spiegato più volte come, in mancanza di personale specialistico già negli ospedali del territorio, sia assurdo pensare di far funzionare quella struttura senza penalizzare le altre.

Noi vogliamo che i nostri politici comincino a ragionare in maniera sensata. Come ha fatto il Governatore dell’Emilia Romagna Bonaccini, anche lui del Pd, parlando degli ospedali del territorio. “Ho detto dei piccoli ospedali e, in alcuni casi, della loro trasformazione in ospedali interamente convertiti al Covid. Molti, anche tra voi, mi hanno chiesto in queste settimane rassicurazioni circa il ritorno alla normalità, al fatto che quelle strutture non verranno depotenziate e impoverite di funzioni rispetto alle strutture maggiori. Non solo li vogliamo riconsegnare ai servizi di prima, ma abbiamo la conferma, una volta di più, che la forza della nostra rete è proprio la presenza di questi ospedali del territorio. Che come tali vanno anzi potenziati”.

Nel territorio di Senigallia negli anni ’90 sono stati chiusi gli ospedali di prossimità per far diventare quello della Spiaggia di Velluto un polo di eccellenza. Poi 7 anni fa ci hanno detto che bisognava ragionare in termini di Area Vasta e quindi il nostro Ospedale è stato ogni anno depotenziato con tagli drastici alle strutture e al personale. Poi nel 2015 hanno chiuso 13 ospedali nelle Marche. Poi ora ci dicono che L’Area Vasta è obsoleta e per casi particolari si deve puntare tutto su un Polo di eccellenza come quello di Civitanova….

Fra 2-3 anni ci porteranno con l’aereo in Svizzera per una cataratta?

Oggi nasce Il Covid Hospital di Civitanova e si dà un altro colpo (forse mortale) agli ospedali del territorio come quello di Senigallia.

E la cosa che ci rende più tristi e arrabbiati è che i nostri politici di riferimento rilasciano dichiarazioni che ci fanno capire quanto, seppur anche indirettamente, sostengano la sanità privata e quanto poco difendano il nostro Ospedale. Bertolaso uomo del centro-destra che intende favorire il privato da oggi diventa paladino anche del centro-sinistra.

Maurizio Mangialardi, Corriere Adriatico del 26 aprile 2020: “Il Covid Hospital di Civitanova è un tassello all’interno di un piano che prevede il recupero delle funzioni ordinarie degli Ospedali, LO SALUTO POSITIVAMENTE”.

Silvana Amati, Corriere Adriatico del 26 aprile 2020 (commento ad un post della sottosegretaria Morani, sempre del Pd, scettica sul Covid Hospital): “E’ stata una uscita impropria, soprattutto da parte di chi ha responsabilità di Governo. Contesto l’opportunità del suo intervento oltretutto su un campo delicato e difficile da conoscere. E dubito che lo conosca”.

Mangialardi e la Amati non si sono mai espressi a favore dell’Ospedale di Senigallia, a favore del potenziamento della sanità pubblica sul territorio, a favore dell’infermiere di famiglia. Ma per difendere i loro riferimenti politici (a scapito di noi cittadini) stranamente aprono subito bocca.

E da ultimo Fabrizio Volpini, con un post su Facebook del 3 maggio 2020 delle ore 7.45:

“Per anni i marchigiani hanno fatto sacrifici. Hanno visto tagliare servizi territoriali, ridurre posti letto, unita operative, pesanti tagli al personale, razionalizzazione dei trasporti sanitari, riduzione delle borse di studio per medico di medicina generale, controllo ragionieristico della spesa farmaceutica, ospedaliera e convenzionata. Tanto altro .Lo spauracchio era sempre quello. Tenere i conti in ordine altrimenti sarebbe arrivato il Commissario e quindi, non avremmo più potuto scegliere la sanità per la nostra comunità. E’ vero, pagando un prezzo alto, abbiamo evitato il Commissario di Governo. Da quello che si vede negli ultimi mesi abbiamo però scelto la strada dell’Autocommisariamento, meglio del Supercommissario: Dott Guido Bertolaso! Buona domenica!”.

Questo post probabilmente è il riassunto dell’attività politica di “Volpone” degli ultimi 30 anni. Sempre fintamente bastian contrario rispetto alle decisioni del partito di riferimento. Sempre fintamente critico, sempre dalla parte della gente, dei compagni, degli ultimi. A parole, solo a parole. Stando zitto nelle opportune sedi è diventato consigliere comunale, assessore comunale, consigliere regionale, presidente della Commissione Sanità regionale e ora candidato sindaco di Senigallia. Secondo voi se veramente fosse andato contro il partito e incontro alla gente, avrebbe fatto questa eccellente carriera politica?

Volpini, Mangialardi e la Amati riguardo la Sanità hanno assistito inerti alla distruzione del pubblico a favore del privato. Votiamoli anche la prossima volta e sarà la fine di tutto…

*Portavoce L’Altra Senigallia con la Sinistra

 

Ag – RIPRODUZIONE RISERVATA - www.laltrogiornale.it