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Dopo due mesi di tensione e super impegno all’ospedale di Senigallia si sta tornando lentamente alla normalità

Dopo due mesi di tensione e super impegno all’ospedale di Senigallia si sta tornando lentamente alla normalità

Tutti, medici ed infermieri, si sono messi in discussione. Ma, nonostante le molteplici difficoltà, ciascuno, per la sua parte, ha saputo svolgere egregiamente il proprio lavoro

SENIGALLIA – A sessanta giorni dall’inizio dell’emergenza sanitaria, anche all’ospedale di Senigallia la situazione resta complessa.

Il tutto è iniziato con un flusso, inaspettato, tanto da dover riprogrammare completamente, sia la struttura ospedaliera, sia l’organizzazione operativa del personale. Tutti, medici ed infermieri, si sono messi in discussione. Ma, nonostante le molteplici difficoltà del momento, ciascuno, per la sua parte, ha saputo svolgere egregiamente il proprio lavoro.

Ed ora, dopo due mesi complicati, l’ospedale sta tornando lentamente alla normalità. Chiuso un reparto Covid, sanificata una sala operatoria che, negli ultimi tempi, è stata trasformata ed utilizzata come sala di terapia intensiva.

Tutto il personale dell’anestesia e della sala operatoria si è formato sul campo, adeguandosi, anche se, con alcuni inevitabili – almeno nei primi giorni – problemi organizzativi.  E tutti si sono impegnati moltissimo. Hanno lavorato con turni intensivi, sempre reperibili, specie per il reparto materno infantile. Oltre alla rianimazione, di sicuro in prima linea, tutta la struttura è stata retta da personale, rimasto spesso in ombra, che ha superato l’improvvisa onda d’urto

Va ricordato che fino ai giorni scorsi, all’ospedale di Senigallia, erano presenti 110 posti letti Covid, compresi i 9 posti della Rianimazione.  Ed oggi ci sono ancora pazienti ricoverati dai primi giorni.

E sono  state usate tutte le procedure di protezione dal personale infermieristico in modo straordinario.

Attualmente all’ospedale di Senigallia ci sono 93 posti Covid. Un ringraziamento va quindi a quanti, pur rimanendo nell’ombra, hanno contribuito alla trasformazione dell’ospedale in questi due mesi di emergenza e di super-impegno.

Va anche detto che c’è stato un bassissimo numero di personale in prima linea, di sala operatoria  e di rianimazione, che si è infettato. E questo va considerato, indubbiamente, come un evidente segno di professionalità. Sopportando anche il disagio – e la paura – di poter infettare, ogni giorno, al rientro a casa, i propri familiari.

Dal mese di maggio all’ospedale di Senigallia saranno riabilitate le sale operatorie, con 2 posti dedicati ai no-Covid, e ciò fa si che si possa ripartire ed avere una struttura normale, capace di rispondere in maniera adeguata, come sempre fatto in passato, a tutte le necessità della popolazione del territorio.

In Ostetricia le principali problematiche emerse sono state l’accesso limitato dei familiari nel reparto (la presenza del papà del nascituro è stata autorizzata solo nella sala travaglio).

Inoltre, per una maggiore prevenzione, vengono eseguite le dimissioni precoci delle puerpere, a sole 50 ore dalla nascita del bimbo.

Ed ovviamente la mancanza dei familiari nel post intervento e l’obbligo dell’uso delle mascherine, crea una ulteriore situazione di disagio, lamentato dalle donne.

A queste situazioni, comprensibilmente difficili, le ostetriche e le puericultrici hanno sopperito, sostituendosi ai familiari ed implementando l’operatività in tutto il reparto.

Sono infatti le ostetriche a prendersi cura, sia delle madri, sia dei loro bimbi, in questo momento difficile, e questo gioca un ruolo determinante nella prevenzione del contagio. Nonostante mascherina e guanti la loro assistenza deve mantenere l’empatia necessaria affinché l’esperienza del parto possa essere la migliore possibile. Devono sorridere con gli occhi e creare un ambiente accogliente e rassicurante e di particolare vicinanza, dato che quasi sempre viene a mancare il supporto dei loro cari. Ed oggi più che mai, il personale del reparto, non solo svolge il ruolo sanitario ma anche quello sociale.

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