Rosaria Diamantini: “Il meraviglioso dono della Costituzione, è questo il nostro 25 Aprile”
Rosaria Diamantini: “Il meraviglioso dono della Costituzione, è questo il nostro 25 Aprile”
SENIGALLIA – Anni fa un turista spagnolo mi chiese perché i caduti fossero considerati solo quelli della resistenza e non i militari istituzionali, visto che erano parte dell’esercito nazionale e, del resto, per loro dovere obbedivano a degli ordini.
Gli ho risposto “Perché l’Italia è libera dal fascismo, dal nazismo e dalla guerra solo grazie a coloro che a quegli ordini non hanno voluto sottostare, a chi quegli ordini non li ha rispettati!” Non biasimo gli appartenenti ad un corpo militare perché sottostanno a delle regole e ad una gerarchia, ma quando gli ordini sono quelli di sopprimere, torturare o privare della libertà quelli che erano i tuoi vicini di casa, i tuoi amici a scuola, i loro genitori o i loro figli, la ratio deve prevalere sulla follia ordinata da altri e perpetrata da te stesso.
Ora io penso che la migliore commemorazione quest’anno altro non è che ricordare a tutti, soprattutto a chi l’ha dimenticato ormai da un po’, quale fu il risultato ottenuto dalla Resistenza, quale il dono nato dal sacrificio di tanti, tanti dei quali in questo periodo stanno cadendo perché fragili nel corpo, mai nello spirito: la nostra meravigliosa COSTITUZIONE!
Appena dopo un conflitto, finalmente “libere”, le forze politiche più rappresentative e di segno diametralmente opposto, invece di litigare e distruggere hanno usato l’intelligenza e l’esperienza atroce appena vissuta della guerra e della guerra civile, per fare sì che all’Italia si desse la forma più lontana possibile dalla dittatura, di qualsiasi natura, scrissero regole di libertà uguaglianza e rispetto, ancora prima della dichiarazione universale dei diritti umani del 1948. In due anni l’Italia ha visto la nascita di una Repubblica democratica fondata sul lavoro, e di una legge che dovrebbe essere gerarchicamente imprescindibile per qualsiasi successiva nuova legge!
In questi ultimi anni questo non è successo, si è pensato sempre come prescinderne, come eluderla ed è stata attaccata ferocemente, qualche volta riuscendo a fare veri e propri danni.
La Costituzione è sempre sotto attacco, non nei principi, ma nella gestione di questi. Attaccare un principio sarebbe troppo visibile, quindi lo si elude intaccando la Costituzione altrove.
Con il pareggio di bilancio, unico paese europeo ad aver cambiato la propria legge fondamentale in questo senso, abbiamo posto il sigillo della sudditanza al volere di un Europa che non è quella di originaria immaginazione, quella dei popoli, bensì quella della finanza.
Con il cambiamento del Titolo V della Costituzione abbiamo messo la parola fine al SSN come inteso dalla Legge 833 del 1978 spezzettandolo in 20 diversi SSR ed ora ne vediamo le conseguenze: impoverimento del sistema sanitario pubblico e diseguaglianza sociale a favore dell’apertura indiscriminata al privato.
Ma quello che più da comunista mi indigna è il tradimento degli articoli inerenti il lavoro. Articoli 1, 3, 4 e dal 35 al 40.
La Repubblica è fondata sul mercato e non più sul lavoro, che invece perde progressivamente di dignità, né si cura più la sua tutela, le retribuzioni, né tantomeno la definizione dello stato di disoccupazione è più dignitosa, la parità tra uomo e donna non si è ancora raggiunta se non, in modo sacrosanto, per il riconoscimento della “maternità” ai padri, quindi pendente di nuovo verso l’uomo; gran parte de sindacati hanno perso la bussola parlando prima coi datori di lavoro e poi dando risposte ai lavoratori, e non viceversa; gli inabili, i disabili e gli invalidi perdono di valore nel mercato e come tali vengono additati; il diritto allo sciopero viene imbrigliato dai governi (Del Rio docet).
Ma soprattutto non sono più i lavoratori ad essere messi in condizione di “partecipare alla vita economica sociale e politica” del paese, ma solo i “portavoce” dei mercati.
La COSTITUZIONE si basa su principi di Libertà, Uguaglianza, Solidarietà e Democrazia; è rimasta la nostra unica ancora di salvezza e dobbiamo difenderla con le unghie e con i denti perché è l’ultima fonte giuridica a cui possiamo appellarci per non essere schiacciati. Questo è per me il 25 aprile, per me e per tutti i compagni della Lista Senigallia Resistente, questo festeggiamo, questo difenderemo in nome di chi ci ha permesso di ottenerlo, i partigiani.
*Candidata Sindaco per la lista Senigallia Resistente
Ag – RIPRODUZIONE RISERVATA - www.laltrogiornale.it