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Rosaria Diamantini: “Avallate da medici e politici troppe scelte che hanno devastato la nostra sanità”

Rosaria Diamantini: “Avallate da medici e politici troppe scelte che hanno devastato la nostra sanità”

“Quello che unisce i lavoratori della sanità e ogni altro lavoratore, e non solo in questo momento, è il diritto alla propria salute e a quella dei propri cari”

di ROSARIA DIAMANTINI*

SENIGALLIA – Negli ambienti “sinistri” virtuali della nostra città un po’ di tempo fa, all’uscita cioè dei primi decreti governativi per “restare a casa”, si è gridato allo stop della campagna elettorale. Ho ritenuto giusta questa richiesta visto che le elezioni erano state rinviate a fine anno.

Sinceramente però mi ritrovo a dover vedere quotidianamente l’esaltazione dell’operato del candidato sindaco Fabrizio Volpini e del sindaco uscente Maurizio Mangialardi, nonché la redenzione del presidente Ceriscioli che “per primo ha capito l’importanza di chiudere le scuole e della quarantena”.

La destra in tutto questo fa il suo comodo, non interrompendo alcuna campagna elettorale, e inneggiando ai lavoratori della sanità, cercando di fregare campi di battaglia tipici della sinistra come quello della difesa dei lavoratori; e ha vita facile purtroppo perché ancora il PD è creduto di sinistra.

La destra però, per sua natura, non considera  i lavoratori tutti uguali e da difendere in egual misura. Per loro non esistono proprio quelli che un folto numero di imprenditori fa lavorare in condizioni di insicurezza, rendendoli carne da macello e mettendo così a rischio anche le loro famiglie e i loro figli. Questi però sono come i figli di tutti gli altri: come i figli dei politici, che hanno deciso, i figli dei titolari d’azienda che mettono da sempre il capitale come priorità, e infine uguali ai figli dei dirigenti degli enti sanitari privati o pubblici che agendo “attivamente o omissivamente” hanno causato, con le loro condotte “parsimoniose”, danni agli operatori sanitari e per cui non avranno mai condanna. Saranno assolti, perché solo il dolo li condannerà: un salvadirigenti vero e proprio che si trova all’emendamento 1.1000/58 a firma Boldrini e Collina di cui quasi nessuno parla. Questo perché di fatto lo fa emendando un altro emendamento governativo ad un decreto precedente, non intaccando affatto il Cura Italia: lo attacca dall’interno visto che quest’ultimo poggia sui decreti precedenti che quindi ne sono la base di partenza.

Quale sapienza! Se fosse messa al servizio dei, invece che contro i lavoratori  sarebbe quasi un sogno.

Nel settembre 2017 alla prima festa di Diritti al futuro, Volpini disse che non condivideva le scelte a doppia velocità, condividendo un principio un tempo caro alla sinistra e che ora rimane priorità di poche persone come la sottoscritta. Ma, “c’è chi predica bene e razzola male”: non ci risulta che poi abbia fatto alcuno sforzo per cambiare le cose dalla sua posizione preferenziale come presidente della Commissione Sanità delle Marche, incarico che non ha mai lasciato. Ha sì rinunciato alla delega all’attuazione, cercando in questa maniera di salvarsi la faccia; cioè si è dimesso dall’essere mero esecutore di scelte fatte da altri, se andiamo dietro il significato delle parole. Ceriscioli, all’inizio del suo mandato,  si era guardato bene dal mollare l’osso della sanità delegando con  questo “zuccherino” il suo fedele Volpini.

Quello che non riesco a perdonare  a Volpini, e con lui a tutti quei medici che in qualche modo hanno avuto responsabilità dirigenziali di alto livello nella sanità marchigiana, è il non essersi rifiutati, soprattutto a livello etico per il giuramento che hanno sottoscritto, di avallare le scelte ad oggi rivelatesi devastanti di questa ultima Giunta regionale. Chi è conscio di ciò che si fa senza, non dico lottare e ribellarsi, ma nemmeno rifiutarsi di prendervi parte, non ha la mia stima e non ha, ai miei occhi credibilità, qualsiasi cosa si inventi “a babbo morto” per rimediare.

Nel particolare degli errori commessi durante questa pandemia non voglio entrare perché ci sono colleghi a tutti i livelli dagli addetti alle pulizie ai medici passando per infermieri OSS tecnici di laboratorio e radiologia nonché personale di supporto tecnico e amministrativo che lavorano encomiabilmente e con devozione, consapevoli di rivestire un incarico pubblico che dà privilegi sì, ma richiede la devozione verso il proprio lavoro, aldilà dei rischi che gli sono intrinsechi.

Quello che unisce i lavoratori della sanità e ogni altro lavoratore, e non solo in questo momento, è il diritto alla propria salute e a quella dei propri cari. Però ora questo diritto viene tolto o piuttosto messo a rischio ad una maggioranza dei lavoratori, perché si continua a gestire il lavoro basandosi sul profitto e non sulla redistribuzione per un benessere collettivo.

A chi chiede di fermare la campagna elettorale e poi continua subdolamente e con l’aiuto dei propri sodali a farla, vorrei ricordare un vecchio proverbio che  dicevano i vecchi: fai del bene e scordatelo, fai del male e ricordatelo. Un po’ come ha fatto il sensibile albergatore che si è messo a disposizione di chi non ha alternative sicure alla quarantena post-covid anonimamente. Senigallia Resistente continua e continuerà in ciò per cui nasce, cioè a monitorare e cercare alternative a queste vecchie prassi di cui tanti cittadini sono ormai stanchi!

*Candidata Sindaco per la lista Senigallia Resistente

 

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