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“Il generoso ospedale di Senigallia dimenticato dal Comune e dalla Regione”

“Il generoso ospedale di Senigallia dimenticato dal Comune e dalla Regione”

SENIGALLIA – “Nati come Comitato civico, Senigallia Facciamo Eco, con la ferma volontà di contribuire a tutelare l’intera comunità, nella drammaticità di quanto sta accadendo, come cittadini – si legge in un documento diffuso questa mattina – ci sentiamo chiamati a condividere alcuni interrogativi per il bene dell’intera collettività.

“Sappiamo che l’Ospedale di Senigallia da metà Marzo è stato classificato dalla Regione Marche come Ospedale COVID (cioè Ospedale per la cura dei malati di Coronavirus). Soltanto ALCUNI Ospedali della Regione sono stati scelti come ospedali COVID, tra cui, oltre Senigallia, quelli di Jesi, Civitanova e Camerino, e si dovranno occupare della gestione ESCLUSIVA dei malati di Coronavirus.

“L’Ospedale COVID di Senigallia, sebbene non avesse ancora casi del proprio territorio, ha dimostrato solidarietà ed è iniziato il trasferimento a Senigallia di numerosi pazienti provenienti dalla zona più colpita, la provincia di Pesaro e Urbino. Nonostante il nostro Ospedale avesse raggiunto un delicato equilibrio dopo il primo consistente afflusso di malati, è stato imposto un ulteriore sforzo alla struttura, portando sino a oltre 100 i posti letto dedicati a questa malattia.

“Da numerosi articoli di stampa apprendiamo che la Regione Marche si sta attivando per dare risorse agli Ospedali come il nostro, che stanno subendo uno stress importante e che hanno bisogno di sostegno, ma sembrerebbe che il territorio di Senigallia venga completamente dimenticato, nonostante la situazione di difficoltà che sta vivendo il personale negli spazi riadattati del nostro Ospedale.

“Quale supporto sta ricevendo il nostro generoso Ospedale?

“Esso appare dimenticato ! Se innanzitutto non vengono segnalate (o peggio nascoste) le difficoltà in essere da parte delle autorità locali, come possono emergere le richieste di sostegno necessarie? E difatti, il nostro Ospedale non sta ricevendo supporti veri!

“È d’obbligo il confronto con altri vicini Ospedali che, come il nostro, hanno fatto uno sforzo simile ed hanno anche essi dato disponibilità ad un servizio così impegnativo, perché rileviamo per essi prospettive e progetti diversi stando ai numerosi articoli di stampa e ai dati diffusi dalla Regione Marche.

“Procedendo da nord a sud troviamo:

Ospedale di Urbino – sebbene ancora ospiti malati, NON è classificato come COVID ed ha la prospettiva futura di uscire dalla difficile situazione. Riceverà sostegno con personale sanitario specializzato.

Ospedale di Fano – NON è classificato come COVID

Ospedale di Pesaro – con numerosi malati, NON è tuttavia classificato come COVID. Riceverà sostegno con personale sanitario specializzato.

“Ospedale di Jesi – classificato COVID, le autorità locali hanno denunciato lo stato di sofferenza ed ha ottenuto il supporto della Marina Militare con un ospedale da campo e personale di ben 70 unità tra medici infermieri e personale specializzato.

“Ospedale di Fabriano – ospedale NON COVID. In questi giorni di emergenza è stato promosso per tutte le attività per le malattie non COVID ed è stato rilanciato attraverso un progetto che lo promuove e lo lancia come polo chirurgico di rilievo interregionale.

“Ospedale di Civitanova – ospedale COVID. Le autorità stanno segnalandone le grandi difficoltà. Approvato il progetto di costruzione di ospedale da campo con 100 posti di terapia intensiva.

“E per il nostro Ospedale di Senigallia? è stato classificato come COVID pur nei tanti limiti segnalati nella struttura.

“Il personale sanitario (con le proprie famiglie) è provato dalle difficoltà fisiche e psicologiche che la cura ai malati di Coronavirus impone: turni pesanti, isolamento anche in famiglia, già avvenuto contagio di numerosi medici, infermieri e operatori socio sanitari da parte del virus. La mancanza di spazi ha comportato l’accorpamento di molti reparti e la contrazione delle altre attività di cura rivolte alla popolazione del territorio di Senigallia: tranne che l’emergenza, la ginecologia-pediatria e oncologia, sono state ridotte al minimo tutte le altre attività mediche e chirurgiche.

“I cittadini sono disorientati, nel timore di accedere al loro Ospedale ora con malati di Coronavirus, e si domandano: “A chi mi devo rivolgere e dove sarò inviato quando avrò bisogno di una visita o di cure in Ospedale per un problema di salute diverso dalla infezione da Coronavirus?” .

“Sappiamo che le persone non malate di COVID e non urgenti vengono deviate su altri ospedali.

“L’Ospedale di Senigallia, a parte i generosi contributi ricevuti spontaneamente da volontari e Comitati (materiale di sicurezza, donazioni, il progetto di Hotel Covid), non ha ricevuto né strutture né personale di supporto dalle istituzioni, pur avendo gli stessi numeri degli altri Ospedali COVID.

“Imbarazzante appare allora la recente attribuzione di paternità della iniziativa Hotel Covid da parte della Amministrazione comunale. Questo progetto è nato in realtà dalla collaborazione tra il Comitato cittadino “Un Aiuto per l’Ospedale di Senigallia”, che ha indetto una raccolta di donazioni tramite conto bancario IT08 C087 0421 3000 0000 0100 415 intestato a Paola Montali e Corrado Canafoglia, la Caritas e la proprietà dell’Albergo; al progetto si sono aggiunte altre realtà, associative e di singoli, tra volontari, cittadini, medici, infermieri, operatori. Solo in ultimo il Comune ha aderito, nella fase organizzativa, per cui millantarne la paternità appare piuttosto come un maldestro tentativo di coprire il vuoto di iniziative istituzionali a sostegno dell’Ospedale cittadino.

“E ci chiediamo in ultimo:

  • per quanto tempo l’Ospedale di Senigallia dovrà e sarà in grado di sostenere tutto questo con le sole proprie forze?
  • per quanto ancora dovrà continuare ad accogliere i malati COVID degli altri territori, che hanno la prospettiva di ripristinare le proprie attività?
  • quale sarà il prezzo che pagherà la popolazione del nostro territorio?

“Dopo tutta la solidarietà e lo sforzo al di sopra delle possibilità – si legge sempre nel documento -, emerge la sensazione di essere abbandonati e depauperati di quelle risorse che potrebbero permettere anche al nostro Ospedale di riprendersi nel prossimo futuro”.

 

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