CORONAVIRUS / A Senigallia scatta l’allarme anche tra il personale e gli ospiti della struttura socio-sanitaria ex Irab
CORONAVIRUS / A Senigallia scatta l’allarme anche tra il personale e gli ospiti della struttura socio-sanitaria ex Irab
di PAOLO BATTISTI*
SENIGALLIA – L’emergenza da Covid-19, come abbiamo già visto in altre zone d’Italia, non risparmia neanche le strutture di ricovero per anziani, soprattutto dove esistono dei dubbi sulla prevenzione.
Una segnalazione riguardo possibili contagi dal virus mi era già arrivata due settimane fa da un gruppo di familiari di alcuni anziani che sono ospitati nella struttura socio-sanitaria Fondazione Città di Senigallia (Ex Irab).
Venerdì 20 marzo, da quanto mi è stato raccontato, arriva la prima terribile notizia: una Oss che lavora nella struttura accusa i primi sintomi con una seria crisi respiratoria: a breve la corsa in ospedale, il tampone positivo, la messa in quarantena con tutta la famiglia. Le sue condizioni sono tuttora preoccupanti.
A questa operatrice si è aggiunto il primo caso di un anziano residente nella struttura, che è stato portato al pronto soccorso e a cui è stato effettuato il tampone, risultato purtroppo positivo.
Già dalla seconda metà di febbraio la maggior parte delle strutture ha chiuso l’accesso agli ospiti esterni. Da quanto mi viene detto, nel caso dell’Ex Irab, sembra che fino all’8 marzo compreso ancora vi era la possibilità di entrare a far visita ai propri cari.
E le ‘mancanze’ che avrebbero determinato un possibile diffondersi del contagio non si fermano qui: sembra che agli operatori che sono stati e sono a contatto con gli anziani (i soggetti più deboli) non sono stati forniti, sin da subito, tutti quegli strumenti di prevenzione indispensabili nell’affrontare un’emergenza così importante. Strumenti che non debellano in toto la possibilità di ammalarsi, ma che sicuramente riducono le possibilità di contagio.
Mi si racconta che finora non ci sono state mascherine per tutti i lavoratori, che ne venivano date poche a testa (soprattutto agli Oss) da riutilizzare lavandole a casa, come si fa con le divise. E che solo da domani (troppo tardi?) saranno fornite mascherine in numero adeguato a tutto il personale.
Mi si dice di spostamenti diurni ma soprattutto notturni di anziani che cominciano a dare sintomi riferibili al Coronavirus, e si cerca di isolarli, ma gli spazi non sono adeguati e la struttura non può paragonarsi ad un ospedale attrezzato Covid-19.
Mi è stato inoltre riferito che si stanno avvisando i parenti degli ospiti della struttura e che è stato chiesto all’Asur di venire a fare i tamponi agli anziani che presentano sintomi preoccupanti. Ma quanto si dovrà aspettare per sapere se c’è qualcun altro ammalato? Ogni giorno, ogni ora è preziosa, sia per gli ospiti della struttura che per gli operatori che lavorano nella stessa.
Se tutto quello che mi è stato riferito corrisponde a verità, chiedo al presidente Guzzonato e al sindaco Mangialardi (ricordo che la Fondazione ha un rapporto stretto con il Comune) di prendere immediatamente le dovute misure e precauzioni e di attivarsi da subito per far fare i tamponi almeno a chi è sintomatico, spostando in strutture e/o spazi più adeguati le persone che stanno bene. Con l’impegno di dotare il personale sanitario, nel proseguo del lavoro, di tutto l’occorrente per salvaguardare la propria incolumità e di conseguenza quella dei loro familiari e della comunità intera.
*Portavoce de L’Altra Senigallia con la Sinistra
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