ECONOMIAFANO

Varotti invita a frequentare gli esercizi pubblici e su Facebook esplode la protesta, ma c’è anche chi plaude

Varotti invita a frequentare gli esercizi pubblici e su Facebook esplode la protesta, ma c’è anche chi plaude

di GEMMA NATALI CONVERSANO

PESARO – Amerigo Varotti, direttore di Confcommercio di Pesaro e Urbino, entra a gamba tesa nelle vicende che in questi giorni, a causa della diffusione del contagio da Coronavirus-Covid19, cominciano a colpire duramente le attività commerciali della nostra provincia. E lo fa pubblicando un ‘post’, su Facebook, sotto forma di “Lettera aperta” con il titolo “Invito ai cittadini”. Varotti, evidentemente allarmato dalle possibili conseguenze del contagio sugli esercenti del territorio, sollecita tutti i cittadini della provincia a uscire dalle loro abitazioni, a incontrarsi, preferibilmente in un bar, in un ristorante, in un pub, in un negozio di alimentari o di abbigliamento o di altra merce perché così, secondo lui «sosteniamo i nostri esercenti».

Qual è l’atteggiamento che, secondo Varotti, i cittadini della provincia dovrebbero assecondare, virus o non virus?: «Un piccolo gesto – scrive Amerigo Varotti -: un aperitivo insieme a qualche amico, qualche acquisto, un pranzo in uno dei nostri ristoranti, una pizza in pizzeria con tutta la famiglia».

L’Invito ha suscitato in poche ore una vera e propria valanga di proteste, ed era prevedibile che accadesse: il post del presidente della Confcommercio è stato contestato da tanti utenti di Facebook che, a conti fatti, preferiscono interpretare alla lettera Direttive e Ordinanze del Governo piuttosto che assumere atteggiamenti contrari alla prudenza.

«Il tuo – scrive un utente Facebook a Varotti – è un messaggio incosciente: già siamo a questo punto perché la gente è superficiale e individualista; inoltre è un virus veloce ad espandersi e non ben conosciuto, e far passare certi messaggi….». E un altro commentatore rincara la dose: «Occorre guardare un palmo più in la del proprio naso, ci sono 11 comuni TOTALMENTE isolati sai perché?
Perché chi era contagiato se ne andava a spasso in bar ristoranti e locali pubblici…».

Pochissimi i cittadini che si manifestano a favore dell’invito della Confcommercio e, non a caso, sono quasi tutti esercenti del territorio provinciale, di Pesaro, Fano, Urbino. Alla fine è lo stesso Amerigo Varotti che interviene rispondendo ad un utente che sostiene la pericolosità dell’invito della Confcommercio a frequentare locali pubblici e servizi commerciali in presenza di un’Ordinanza del Governo che, invece, tenta di limitare al massimo le occasioni di contatto o di vicinanza tra i cittadini: «Signor Amerigo Varotti se all’interno dei locali devono essere rispettate le direttive del DPCM, pena sanzioni per il locale, lei promuove aperitivi con gli amici? Come si fa a mantenere le distanze in questi casi? Siamo seri su…», ed ecco la risposta di Varotti: «Se vuole invitarmi in un locale le dimostro come si può fare. Però paga Lei. Più seri di così!!!».

Ed è anche per questa risposta di Varotti che le contestazioni al suo invito si fanno ancora più esplicite: «Sollecitare aperitivi con amici? ma siamo seri?», e ancora: « Il Ministero della Salute invita a rimanere a casa e limitare il più possibile i contatti e voi invitate i cittadini a fare aperitivi e andare nei ristoranti…mah!». Insomma, l’accesa discussione tra Varotti, cittadini ed esercenti del territorio è parecchio colorata su Facebook, ma certamente ci porta a testare il polso della situazione in modo diretto e non filtrato, e a darci l’esatta conoscenza delle conseguenze che la diffusione del contagio sta determinando in gran parte di questa popolazione. Forse anche a causa di una comunicazione che, nella settimana precedente, da parte degli Enti istituzionali ha fatto acqua da tutte le parti sollevando allarmismo, oggi i cittadini tendono a prendere provvedimenti drastici nel rispetto delle Ordinanze governative: «Nel 90% dei locali della provincia – scrive un residente nel territorio – invitare amici ad un aperitivo significa non poter rispettare la Direttiva del Governo che vieta gli assembramenti e sarebbe in contrasto con la raccomandazione, per i clienti, di tenere tra loro una distanza determinata nei locali». Ma Amerigo Varotti tiene duro: «Nessuno ci chiede di chiudersi in casa!!!» rilancia il presidente scatenando altri commenti: «Bisogna stare a casa -risponde un utente Facebbok a Varotti – perché se fermiamo il contagio la vita riprenderà, ma se non lo fermiamo continueremo a vivacchiare… e si perderanno vite e tanto tanto lavoro! Ma non due mesi di lavoro!!! Sono allibita e preoccupata dall’invito proposto dalla Confcommercio!».

Al contrario, sulla trincea opposta la reazione di alcuni esercenti all’invito di Varotti è perentoria: «Il problema c’è ma rischiare di far chiudere attività commerciali non ne vedo il senso… una città come Venezia che ti offre l’aperitivo in piazza non si è mai vista… l’Italia vive di turismo, è l’unica entrata buona da anni per il nostro Paese… fermo quello muore tutto…», oppure: «L’Ordinanza non ha chiuso bar e ristoranti. Il Ministero ha imposto a questi delle regole e ha previsto non solo delle sanzioni, ma anche il penale nel caso non vengano rispettate. Per cui non c’è rischio ad andare tra sani in un ambiente sano».

Ma c’è subito chi risponde a questo esercente: «Secondo lei se vado con 10 amici a fare l’aperitivo sono tutti sani? Il Ministero ha proibito assembramenti e ha disposto di mantenere distanze nei locali, per cui ripeto, con 4,5,6,7 amici, come si possono rispettare?!». Insomma invitare ad assembrarsi nei locali,  non convince nessuno: «Scusate – interviene su Fb una cittadina – ma fanno le ordinanze e voi incentivate a non rispettarle? A cosa servono allora?!». E serve anche a poco che lo stesso Amerigo Varotti per incentivare la gente ad incontrarsi nei locali sostenga che nella sede della Confcommercio gli impiegati stanno quotidianamente a contatto tra loro senza fare tante storie: «Ho 100 impiegati e tutti, tutti i giorni, con me mandano avanti la baracca. Stando attenti ad osservare norme e comportamenti adeguati ma senza pensare nemmeno per un istante di chiudersi in casa».

E allora ecco che agli esercenti, soprattutto ristoratori, e a Varotti vengono avanzate proposte di buon senso dai cittadini che non ci stanno: «Organizzatevi col portare a domicilio. Trovate strategie alternative. Altrimenti il contagio continua e anche la crisi del settore!», e qualcuno è ancora più chiaro: «Bisogna stare a casa il più possibile, incontrare meno gente possibile, stringere i denti e sperare che non ci sia bisogno di metterci in zona rossa…. altro che aperitivo o ristorante. Varotti ancora non ha capito?». E, naturalmente, vi è chi, tra gli esercenti mostra tutto il proprio scoramento: «Se aveste un esercizio pubblico ragionereste diversamente».

Insomma, la gravità del contagio nel territorio provinciale di Pesaro e Urbino si ripercuote inevitabilmente anche nello stile di vita di chiunque: stare di più in casa, limitare atteggiamenti d’affetto verso amici e conoscenti, cercare di mantenere quell’equilibrio interiore, nonostante la situazione emergenziale, che ciascuno sente come un’ancora di salvataggio, un punto fermo per non soccombere né all’allarmismo spregiudicato né all’irresponsabilità verso se stessi e verso gli altri. Non giustificabile, a detta di tutti i commentatori dell’invito della Confcommercio, farsi prendere dall’angoscia e istigare i cittadini a incontrarsi, a prendere un aperitivo con gli amici, a comportarsi, quindi, in quel modo che tutti gli intervenuti su Fb percepiscono come un violare apertamente le direttive del Governo e a compromettere la propria salute e quella altrui. Anche se, poi, vi è qualche utente che tenta di smorzare i toni, la maggior parte dei commenti è di persone inviperite, legittimamente, nei confronti di quanti ragionano ‘per comparti’ senza porsi il problema generale della necessità di fermare ad ogni costo il contagio anche mediante provvedimenti di limitazione dei movimenti e nel condurre la propria quotidianità nel solco del buon senso: «La rabbia non serve… serve seguire quanto ci chiedono in modo scrupoloso. Responsabilità personale!». E, ancora rivolta al presidente della Confcommercio, l’ultima raccomandazione di un commentatore che pare riassumerle tutte: « Caro Amerigo Varotti, usiamo la testa, senza panico, ma usiamola».

 

 

Ag – RIPRODUZIONE RISERVATA - www.laltrogiornale.it