“L’incomprensione del presente deriva dall’ignoranza del passato”
“L’incomprensione del presente deriva dall’ignoranza del passato”
Tanti consensi per “L’ebraismo oltre i libri”, incontro organizzato al Teatro Sanzio di Urbino dall’Itis “E. Mattei” e curato dalle professoresse Marina Racanelli e Simona Bondi
URBINO – “Il guardaroba dell’odio ha molti vestiti. Ne smette uno e ne indossa un altro”. Nelle parole conclusive di Piero Stefani è racchiuso il significato dell’incontro “L’ebraismo oltre i libri”, organizzato al Teatro Sanzio di Urbino dall’Itis “E. Mattei” di Urbino e curata dalle professoresse Marina Racanelli e Simona Bondi.
Ieri mattina 350 studenti dell’Istituto Tecnico hanno avuto modo di ascoltare la ricostruzione storica del succitato Stefani, docente universitario presso la Facoltà Teologica Settentrionale di Milano, e confrontarsi con due testimoni di eccezione: Maria Luisa Moscati e Rosanna Lanternari. Stefani, partendo dalle lettere intime di Liana Millu, scrittrice, partigiana e superstite all’Olocausto, ha dimostrato «come la costruzione del nemico nasca da lontano, quando il trionfo delle idee passa tramite l’umiliazione delle opinioni altrui: la narrazione della costruzione del nemico è nascosta in modo implicito nelle immagini, anche in opere d’arte famose come il “Miracolo dell’Ostia Profanata” di Paolo Uccello in Urbino o nell’Allegoria dell’Antico e Nuovo testamento di Garofalo, nel palazzo dei Diamanti di Ferrara.
Il potere delle immagini però può avere anche una forza positiva, come testimonia la fotografia dell’abbraccio tra papa Francesco e il rabbino di Roma Riccado Di Segni». Maria Luisa Moscati di Urbino ha rievocato «tanti volti ed aneddoti della città ducale nel tempo delle leggi razziali. Urbino può considerarsi una città di giusti – ha sottolineato la Moscati – in cui solo poche persone si sono schierati apertamente contro gli ebrei. In quegli anni, come oggi, il mercato era di sabato, giorno in cui gli ebrei non potevano maneggiare il denaro. Dunque il pregiudizio degli ebrei dediti solo al guadagno non poteva attecchire qui, anzi c’era molta solidarietà tra cristiani ed ebrei. Non solo gli ebrei, ma gli urbinati stessi si sono sentiti traditi dal re all’uscita delle leggi razziali». Sono riemersi i volti dei docenti universitari di Urbino allontanati dalla cattedra, Treves, Schiacchì, Musatti; quando Norberto Bobbio rifiutò di ricoprire la cattedra di un docente allontanato per motivi razziali; la storia degli ebrei nascosti nella soffitta della chiesa di San Sergio dopo l’8 settembre nel 1943, di quando un gruppo di SS irruppe nell’ospedale per prelevare nove ebrei, tra cui due ragazzi Gabdo Morpurgo e Arturo Amsterdam.
«Dobbiamo fare attenzione – chiude Maria Luisa Moscati – ad un antisemitismo politico non meno pericoloso». E poi l’invito: «ragazzi, prima di abbracciare false cause approfondite lo studio, perché “L’incomprensione del presente deriva dall’ignoranza del passato”». Rosanna Lanternari è scampata al rastrellamento del ghetto di Roma. Ha ripercorso la sua infanzia nel quartiere di Testaccio a Roma interrotta il giorno della proclamazione delle leggi razziali e stavano venendo a prendere tutti gli ebrei. «Ho sempre portato la stella di Davide – confessa in conclusione – mi dà quasi un senso di protezione. 10-12 anni fa nel centro di Fano sono stata accerchiata da un gruppo di ragazzi che mi hanno sputato addosso e mi hanno fatto il gesto del taglio della gola. Sono intervenuti i vigili». (eg)
Ag – RIPRODUZIONE RISERVATA - www.laltrogiornale.it