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Troppe carenze: occorre ridare al più presto un’identità all’Ospedale di Chiaravalle

Troppe carenze: occorre ridare al più presto un’identità all’Ospedale di Chiaravalle

Notevole partecipazione all’incontro organizzato dall’Associazione Chiaravalle Domani nel corso del quale sono emersi i tanti problemi della struttura

CHIARAVALLE – L’incontro pubblico dal titolo “L’Ospedale di Comunità ed il territorio, una riforma in salute?, organizzato dall’Associazione Chiaravalle Domani, al Circolo L’Incontro, ha registrato una notevole partecipazione, trattando un argomento molto sentito nella bassa Vallesina, quello della sanità.

I relatori hanno illustrato efficacemente la precaria situazione in cui si trova l’Ospedale di Comunità di Chiaravalle e non solo. L’assessore Cristina Amicucci ha ripercorso l’involuzione subita dalla struttura, nella quale venti anni fa ancora nascevano centinaia di bambini all’anno.

La riforma del 2013 aveva assegnato all’Ospedale di Chiaravalle il ruolo di Ospedale di Comunità, che implicava un ridimensionamento ma comunque il mantenimento di un ruolo centrale nella gestione prevista delle post-acuzie e delle cure domiciliari nonché della sede di numerosi ambulatori strategici nella catena assistenziale (psicologa, ecc.), considerato anche l’invecchiamento della popolazione.

Purtroppo, denuncia Alessandro Mancinelli a nome delle sigle sindacali unitarie presenti all’incontro, il ruolo attualmente ricoperto e svolto dall’Ospedale non è conforme al disposto della riforma e nemmeno all’altezza della necessità e delle aspettative dei 70.000 abitanti dell’Area Territoriale Sociale n°7, nonostante l’impegno di tutto il personale, che lavora con abnegazione, professionalità e anche in solidarietà tra colleghi e con i pazienti. Mancinelli ha ricordato il passaggio di Cingoli all’Area Vasta di Macerata. I non autosufficienti dimessi dall’Ospedale di Jesi vengono attualmente ricoverati a Cingoli. Perché non assegnare per l’AV2 questo ruolo alla struttura di Chiaravalle, in un ottica di sua valorizzazione nel rispetto della riforma?

Nel suo intervento il dottor Franco Dolcini, direttore del Distretto Sanitario, in rappresentanza della Direzione dell’Area Vasta 2, ha affrontato l’argomento da un punto di vista puramente tecnico, riconoscendo carenze strutturali e manutentive a fronte delle quali, dichiara, sono stati avviati i necessari procedimenti. Alcune carenze dell’organico sono in corso di soluzione e nuovi inserimenti dovrebbero aver luogo a partire dal 1 febbraio. Il Dottor Dolcini ha sottolineato al contempo alcune eccellenze della struttura, come l’ Hospice ed ha fatto cenno ad alcune ipotesi, vaghe, di utilizzo di quella parte della struttura mai completata.

Patrizia Ercoli della UIL-FPL ha ricordato come la causa delle attuali difficoltà e problemi siano le risorse insufficienti messe a disposizione dalla Regione che ha ridotto di ulteriori 7 milioni la dotazione per l’Area Vasta 2. Sono seguiti numerosi interventi del pubblico, tra il quale era presente un’ampia rappresentanza del personale medico ed infermieristico dell’Ospedale. E’ stata evidenziata la sfiducia nelle promesse future dal momento che molte, nel passato, non sono state mantenute, i servizi prestati sono sempre peggiorati così come le condizioni di lavoro.

Nel suo intervento, un rappresentante dei lavoratori, Giordano Cotichelli concorda con il Dott. Dolcini sul fatto che la questione sia politica e che vada affrontata da questo punto di vista. Nella nostra società il ruolo della Sanità pubblica è tutt’ora un’eccellenza. Non si può dimenticare inoltre che l’Ospedale Montessori nasce dalla volontà ferrea della gente di ricostruire un nuovo ospedale dopo che il 17 gennaio 1944 il bombardamento aereo aveva distrutto il vecchio. Generazioni si sono spese lottando per la crescita prima e per il mantenimento poi di questa struttura.

Si conviene nel corso del dibattito sulla necessità di potenziare il ruolo dell’assistenza domiciliare, Via Abazia, 3 – 60033 Chiaravalle dando un ruolo più rilevante ai medici di famiglia che dovranno però essere supportati da personale infermieristico adeguato in termini di organico. Ma tutto questo non può prescindere dal ruolo dell’Ospedale che deve essere, almeno, quello disegnato nella riforma del 2013.

La Sig.ra Maria Letizia del Circolo Arci Spazio Rosso, ha auspicato la rinascita di un comitato a salvaguardia dell’Ospedale magari con il coinvolgimento delle Amministrazioni comunali dell’Area.

Nel corso del dibattito si è parlato anzi di una rete di comitati a difesa di vari Ospedali a rischio tagli, come Jesi, Fabriano, Civitanova Marche. Infine si è parlato dei Pronto Soccorso dell’Area Vasta 2, del sovraffollamento che si registra a Jesi e Torrette che sfocia spesso anche in atti di violenza. Il lavoro di alleggerimento che si potrebbe effettuare a Chiaravalle sarebbe di estrema utilità per decongestionare da tanti codici bianchi e verdi, le strutture maggiori.

Il tutto presuppone però una struttura organizzativa alle spalle, con un coordinatore responsabile della struttura che consenta di accedere direttamente ai reparti specialistici degli Ospedali di 1° livello, senza un ulteriore passaggio in un altro Pronto Soccorso. L’Associazione Chiaravalle Domani ha intenzione di elaborare un documento di sintesi delle testimonianze raccolte durante l’incontro, partendo dal quale costruire, insieme agli attori della Sanità, un dialogo nelle opportune sedi politiche perché quella dell’Ospedale di Chiaravalle possa essere una storia per la quale non è ancora arrivato il momento di scrivere la parola fine. E allora facciamo nostro lo slogan lanciato da Giordano Cotichelli: “Diamo un’identità all’Ospedale di Chiaravalle”.

 

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