Paolo Battisti: “L’infermiere di famiglia? A Senigallia solo promesse non mantenute”
Paolo Battisti: “L’infermiere di famiglia? A Senigallia solo promesse non mantenute”
di PAOLO BATTISTI*
SENIGALLIA – Cittadini di Senigallia, vi piacerebbe essere assistiti nella vostra casa senza dover essere sballottati da un posto ad un altro quando non avete bisogno di essere ricoverati? Vi piacerebbe che in ciascuna Famiglia, h24, 7 giorni su 7, quando c’è un’urgenza, ci sia una figura professionale in grado di fare primo soccorso, di mettersi in contatto con il medico di famiglia o il PS o il CUP per una visita o una prenotazione? Vi piacerebbe che i vostri cari, sia perché malati, sia perché anziani o soli, abbiano un professionista a cui far riferimento in caso di necessità nella propria abitazione?
Questo ruolo è ricoperto da anni dall’Infermiere di Famiglia, un professionista che gestisce i processi infermieristici in ambito familiare e, opera in collaborazione con il Medico di Medicina Generale, il Pediatra di libera scelta e gli operatori socio-sanitari del Distretto Sanitario, per aiutare l’individuo e le famiglie a trovare le soluzioni ai bisogni di salute e gestire le malattie croniche e le disabilità.
Perché dopo la giusta diagnosi e la scelta della migliore terapia, la persona ha assoluta necessità di essere seguita, guidata e aiutata nei suoi bisogni di salute. È quindi importante che si crei una squadra a favore del paziente, che sia in grado di farsi carico davvero di chi ne ha bisogno h24 nella piena domiciliarietà. L’infermiere di Famiglia è un punto di riferimento per la comunità in termini di informazione sanitaria, prevenzione e promozione della salute e accesso ai vari servizi a disposizione dei cittadini.
La figura dell’Infermiere di Famiglia è stata istituita 21 anni fa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, recepita in Italia 7 anni fa con il Decreto Balduzzi e la cui sperimentazione, partita in Emilia-Romagna, Toscana, Lombardia, Liguria e Piemonte ha portato eccellenti benefici ai cittadini che ne hanno usufruito, con un calo del 40 per cento circa degli accessi nei Pronto Soccorso. Quindi un risparmio in termini economici ma soprattutto un calo di attesa nei PS da parte delle persone (che ora per i codici bianchi e verdi e sulle 6-8 ore di media). Col risultato di avere un Ospedale pubblico più agevole e funzionante insieme ad un servizio a domicilio ormai fondamentale.
E nelle Marche cosa succede? E a Senigallia?
Né i partiti di Governo né quelli di opposizione hanno mai mosso un dito per fare nulla di concreto. Anzi, tutti i partiti dell’arco costituzionale appoggiano (direttamente o indirettamente) la scelta scriteriata di arrivare ad avere Ospedali gestiti da privati. E’ così a livello nazionale ed è così anche nella nostra amata Senigallia. Da 10 anni a questa parte, solo noi, con un programma preciso e concreto, fatto di proposte e idee, ci siamo veramente occupati, in Consiglio Comunale e non solo, di Sanità pubblica.
E tra le tante proposte fatte qualcuno ha ricevuto il consenso unanime di tutta l’Assemblea: “La Mozione su Infermiere di Famiglia e/o Comunità”. Mozione da me stesso portata in Consiglio Comunale 4 anni fa e mezzo fa, dove avevo presentato questo progetto da attuare in tempi brevissimi, che avrebbe permesso notevoli vantaggi alla nostra comunità in termini di servizi alla persona.
Quindi mozione presentata in Consiglio Comunale dal Presidente della Commissione Sanità a nome di tutti (gesto da me fatto molto volentieri di non firmare col mio nome, per farla approvare con la più larga maggiorana possibile) e ratificata, tranne un solo contrario, da tutti i presenti al voto (grave l’assenza dei consiglieri di centro-destra che al momento del voto hanno tolto la scheda e non si sono assunti la responsabilità di votare). Questo per farvi capire che sono tutti uguali: Centro-Sinistra per salvare la faccia vota si ma poi non fa nulla di concreto. Centro-Destra si dilegua direttamente prima del voto.
Al termine della votazione, l’allora Assessore alla Sanità di Senigallia Fabrizio Volpini, si alza e guardandomi esclama: “Bravo Battisti, questo è il futuro”. Da quell’istante sono passati quasi 5 anni e nulla è stato fatto. 5 anni in cui Volpini si è fatto eleggere Consigliere Regionale (così avremo qualcuno che difenderà Senigallia in Regione, ci dicevano), ed è diventato Presidente della Commissione Sanità. Tutti ottimi risultati. Ma solo per lui, non per i cittadini della Spiaggia di Velluto. Perché l’Ospedale di Senigallia, tranne cercare di salvare il salvabile con qualche intervento per mettere piccole toppe, è sempre stato più depauperato dalle sue funzioni. Dell’infermiere di Famiglia neanche l’ombra, mentre il privato consolida le sue posizioni e diventa sempre più indispensabile. Per chi ha ancora i soldi per curarsi naturalmente.
Questa breve storia vi ha fatto capire perché né il Centro-Snistra, né il Centro-Destra, né il M5S saranno in grado di governare Senigallia sui temi fondamentali del prossimo quinquennio. Ogni Consiglio Comunale che si è formato in città ha dimostrato in questi anni, con forze politiche all’opposizione e/o al Governo, di non avere gli attributi per farsi ascoltare dagli entri sovraordinati. Tutti, nessuno escluso, per ordini di partito, per non dare fastidio alle direttive regionali e nazionali, hanno sempre subito le scelte che hanno portato Senigallia in enorme difficoltà su alcuni temi, come sulla Sanità. Nessuno ha mai avuto il coraggio di opporsi. Ma noi non ci arrendiamo.
Volpini in Regione per la Sanità ricorda Mangialardi in Comune per quanto riguarda i lavori sul Misa. Anni e anni a provare a far si che la Regione si occupasse del nostro piccolo ma a volte dannoso fiume (per colpa delle cementificazioni selvagge), ma dalla vasche d’esondazione del 1985 all’escavo del porto di oggi, niente è stato fatto. Se non si è in grado di farsi ascoltare, perché, dopo decenni di politica, non permettere ad altri di riuscire dove si è fallito?
L’infermiere di famiglia e di comunità, compare per la prima volta nel nuovo Piano Sanitario Regionale da poco redatto, ma con un ruolo troppo defilato e ancora si parla di formazione, quando in Italia sono disponibili già infermieri con le competenze necessarie. L’istituzione e funzioni dell’infermiere di famiglia può e deve partire immediatamente nella Regione Marche.
Concludo citando l’Articolo 32 della Costituzione. Si, da imparare a memoria e ripetere all’infinito. Si tratta dell’articolo che ci assicura che la Repubblica “Tutela la Salute come fondamentale interesse dell’individuo e interesse della collettività”.
*Candidato Sindaco “Senigallia a Sinistra” e “Rifondazione Comunista”
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