All’Isola una mostra sulla sezione Gramsci del Pci di Chiaravalle
All’Isola una mostra sulla sezione Gramsci del Pci di Chiaravalle
di FABRIZIO ILACQUA
CHIARAVALLE – La storia del Pci in una mostra a Chiaravalle. La mostra si tiene presso L’isola, nei locali che si chiamavano significativamente La Casa del Popolo, quella che era, insomma, proprio la casa del Pci.
Sarà possibile visitare la mostra tutti i martedì e giovedì dalle 17 alle 19 fino al 21 gennaio del prossimo anno. Realizzare una mostra come quella sulla sezione Gramsci del Pci di Chiaravalle assume una molteplicità di significati. Con la mostra si vuole delineare la storia di un soggetto politico che ha svolto un ruolo primario nella storia di Chiaravalle; un soggetto che, insieme ad altre organizzazione del Pci locale: sezione Molinelli, sezione di Grancetta, sezione della Manifattura Tabacchi, ha fatto di Chiaravalle un punto di riferimento nel panorama amministrativo e politico della provincia di Ancona.
Ma raccontare il Pci è anche raccontare la storia di una comunità, costituita dai tanti che hanno, con il loro contributo, fatto di idee e lavoro, portato a termine tante realizzazioni su cui, appunto, iscritti, attivisti, simpatizzanti si sono impegnati a partire dalla grande Festa dell’Unità, ai dibattiti, alla diffusione domenicale de L’Unità, ai giornali parlati.
Racconta, dunque, dell’impegno dei singoli a partire da quello del compagno Tomassoni storico “scrittore” di manifesti del partito e proprio con un suo “scritto” si apre la mostra. In un tempo in cui gli strumenti a disposizione non erano certo quelli della grafica digitale avere a disposizione una “mano” come quella di Tomassoni era davvero un lusso.
E poi l’impegno nei lavori manuali di tanti altri: elettricisti, fabbri, falegnami, cuochi, tanti che, con il lavoro volontario, contribuivano a sostenere le attività politiche del Pci. Ma ha un senso oggi una mostra sul Pci? Chi ha organizzato la mostra non ha dubbi sul fatto che ripuntualizzare e riportare alla luce la storia del più grande partito comunista di tutto l’occidente europeo una valore lo abbia eccome.
“In una fase in cui tutto è ricondotto al singolo, – sottolineano- in cui si è perso di vista il lavoro su tempi medio lunghi per privilegiare il conseguimento di un consenso immediato, in cui la riflessione e la conoscenza sono state sostituite da deleghe facili e incontrollate, ricordare che c’è un’altra via per una politica vera non è superfluo. Il ruolo che la Costituzione riconosce ai partiti non è un orpello ma una necessità fisiologica della democrazia; recuperare questo valore è il primo segnale di una inversione di tendenza rispetto al monopolio di pochi e alla impotenza delle masse”.
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