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Sabato a Ostra “Dritto al cuore” lo spettacolo sulla questione israelo-palestinese premiato ai festival nazionali di Forlì e Fasano

Sabato a Ostra “Dritto al cuore” lo spettacolo sulla questione israelo-palestinese premiato ai festival nazionali di Forlì e Fasano

OSTRA – Sabato 7 dicembre (ore 20,30 ingresso gratuito) al teatro La Vittoria di Ostra lo spettacolo scritto da Patrizio Cigliano intitolato “Dritto al cuore”, portato in scena dalla compagnia anconetana Teatro del Sorriso per la regia di Giampiero Piantadosi.

In scena due soli attori Ettore Budano e Fabrizio Ilacqua, 75 minuti di adrenalina pura, un confronto da brividi, serrato e violento nel clima claustrofobico di una cella, un confronto tra il colonnello israeliano Yaron e il resistente palestinese Ikmet Ismail.

Il dialogo teso, violento, a tratti brutale che intercorre tra i due mette in evidenza i temi dello scontro che da sempre divide violentemente i due popoli. Il dialogo, mai stereotipato e ricco di colpi di scena, raggiunge un crescendo dirompente che colpisce, appunto, dritto al cuore tanto il pubblico quanto gli stessi protagonisti.

La pièce di Cigliano è ricca di tutte le implicazioni geopolitiche che il conflitto israelo-palestinese porta con sé, ma non manca, nel serrato dialogo tra i due personaggi, l’esplorazione delle sfumature e degli angoli più nascosti della loro dolente umanità. Prima di essere due nemici, infatti, il colonnello Yaron e il palestinese HIkmet sono innanzitutto due uomini. Tutto li divide: l’appartenenza politica, l’ideologia, i ruoli che ricoprono, nell’esercito israeliano l’uno, nell’Olp l’altro. Ma scoprono di avere un punto in comune: l’amore per la letteratura e per la poesia.

Hikmet, infatti, è un poeta che canta nei suoi componimenti la sofferenza ed il dolore del suo popolo oppresso. Yaron, che come il suo prigioniero conosce a memoria i versi dell’Iliade addirittura nel testo originale in greco, ne è affascinato. Questo sembrerebbe essere il punto di incontro per iniziare a stabilire una collaborazione, innanzitutto umana, e poi anche politica. Sarà sufficiente a ribaltare il ruolo vittima/carnefice nel quale i due sono costretti a vivere la loro realtà di nemici?

Riuscirà Yaron a convincere i suoi superiori che la brutalità dei metodi usati per la repressione non ottiene altro risultato se non quello di aggiungere odio all’odio? Potrà mai Hikmet vincere la naturale diffidenza che la sola presenza di Yaron, ufficiale di un esercito invasore, gli incute? E soprattutto: potranno mai trovare un punto d’incontro? Domande alle quali ognuno, alla fine dello spettacolo, potrà trovare una risposta.

 

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